Alfonso Burgio: Pure con l’inganno si stava insieme tramite un accordo genuina che spesso avveniva tra i ragazzi negli anni 60. Quest’epoca è caratterizzata dalla bellezza dei rapporti umani basati sulla convivialità e sullo scambio di emozioni, mediante delle simulazioni infantili. Le marachelle di quei tempi erano segnate da una purezza che ne disfaceva lo stesso intento, all’apparenza maligno, ma il mito dell’azione negativa veniva sempre sfatato dalla bellezza dello scopo con cui era portata a termine, sarebbe a dire quello di riuscire a mangiare pietanze prelibate che in quel periodo non era facile trovarle nelle tavole di tutti i giorni. Quando l’uomo ha bisogno, il suo ingegno si aguzza, dice la logica comportamentale. Immaginiamo la logica dei ragazzini che uscendo da casa, vivono il mondo esterno come una giungla in cui ogni passo si trasforma in una missione. Non ci dilunghiamo e non anticipiamo nulla perchè questo racconto parla da se. Ancora una volta, il nostro amico Alfonso Burgio, nelle righe che seguono, ci racconta uno dei momenti della sua adolescenza dove le feste in cui non si era invitati, erano motivo di innocente ingordigia.
DESIDERIO E FURBIZIA. Tra i ricordi della mia infanzia, primissimi anni ’60, occupa un posto rilevante quello che riguarda l’occasione della festa di un matrimonio, appunto, di quei tempi. Per noi ragazzini di allora che eravamo residenti in un determinato quartiere, la festa del ricevimento, a seguito di un matrimonio, era un’ottima occasione per potere gustare “furtivamente” tutto quello che di buono veniva offerto agli invitati. Durante la mattinata, quando ormai eravamo sicuri che in quel giorno e in quel locale doveva tenersi la festa dell’intrattenimento, noi tutti piccoli amici, ci organizzavamo per essere puntuali sin dall’ inizio. Una lustrata di scarpe, un pò di brillantina nei capelli e via. Eravamo già pronti per andare a prendere posto nei tavoli degli invitati, noi che invitati non eravamo. Per fortuna c’erano alcuni posti liberi tra i 500 e più invitati, i quali si andavano a sistemare senza un ordine prestabilito. Così facendo, riuscivamo ad assaporare tutta quella grazia di Dio. Oltretutto ci si divertiva anche perché l’intrattenimento era allietato da un complesso musicale, per cui la festa era ancora più gradita. A volte, però, succedeva che la “nostra” festa veniva rovinata in quanto entravamo nel mirino dei familiari degli sposi che facevano la ronda e, quindi, non essendo tra gli invitati ci cacciavano fuori. Ma noi non potevamo rinunciare ad una occasione del genere e così, cercammo di rimediare a questo inaspettato inconveniente una buona volte per tutte. Difatti, quando una volta successe che i familiari degli sposi che controllavano vennero da noi per spingerci fuori dal locale, noi mettemmo in atto la nostra strategia e gli dicemmo: “ E’ vero che non siamo invitati, ma noi siamo qui perché facciamo parte del complesso musicale!!!” I parenti un po’ attoniti e per niente appagati della nostra giustificazione, andavano ad ascoltare i componenti del gruppo musicale, i quali prima di rispondergli ci guardavano in faccia e con molta sincerità gli dicevano: “Si è vero sono con noi e ci danno una mano di aiuto!!!!!” Ebbene, i familiari degli sposi erano soddisfatti del chiarimento fornito dai membri del complesso musicale, ma noi lo eravamo ancora di più poiché avevamo raggiunto il nostro DOLCE SCOPO..!!
Alfonso Burgio
Anche in questo caso, tra le righe del nostro Burgio, si evidenzia la spensieratezza della sua infanzia e dei suoi coetanei, dove con poco, attraverso la loro complicità, riuscivano a trarre da un inganno, un modo per stare insieme. Nella loro connivenza rimarcavano i valori di amicizia concreta e tangibile, se pur davanti a un banchetto prelibato. Alfonso Burgio: Pure con l’inganno si stava insieme, così, racconta che ogni occasiona era quella giusta.
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