Matrimoni italiani in continuo calo: cosa sta cambiando?

Matrimoni italiani in continuo calo: cosa sta cambiando? Nell’ultimo biennio, in cui è iniziata la pandemia, sono cambiate molte abitudini degli italiani. Questo cambiamento ha colpito, anche, la vita delle coppie, influendo negativamente sulla scelta di sposarsi. Come tutti i settori, anche quello del matrimonio ha subito prima un drastico calo per poi avere una lentissima ripresa, mantenendo una curva incostante a causa delle variazioni delle restrizioni.

Cosa prevedono i dati dell’Istat? Prima della pandemia, i matrimoni sono stati circa 200 mila, mentre dopo la pandemia circa 100 mila. Nel 2021, invece, sono aumentati ma senza raggiungere i numeri del 2019. Per quanto riguarda i dati inerenti al 2022, è possibile avere un quadro generale della curva di ripresa, secondo il quale, inizierà non prima del 2023. Attualmente si tratta solo di dati indicativi, basati solo su numeri di preventivi e informazioni varie, per i quali occorre aspettare la fine del 2023 per rilevare i dati effettivi.

Cosa dicono gli organizzatori sul calo dei matrimoni? Molti si aspettavano una ripresa ma in base alle richieste, va tutto a rilento. Le precedenti restrizioni hanno stravolto i preparativi dei matrimoni, rendendo le coppie indecise sul da farsi e, più di una volta, i titolari delle sale di ricevimento e delle ville hanno visto annullarsi gli eventi. Questa è solo una piccolissima condizione di quello che stanno subendo gli organizzatori di matrimoni, con il rischio di generare un circolo vizioso dal quale può diventare difficile riprendersi. Non è solo la pandemia ad aver causato tale problema, è la crisi economica che ha devastato l’intera economia del paese che, con la pandemia che ha fatto traboccare il vaso, ha scoraggiato la scelta di sposarsi in pompa magna.

Il matrimonio, inteso come rito religioso celebrato in chiesa, è in calo? Il matrimonio è stato sempre un investimento caratterizzato da un elevato costo ma la scarsità del denaro, dovuta dalla crisi economica del 2008, ha contribuito al suo lento declino. Il disagiante fattore economico, oggi è notevolmente aumentato a causa della pandemia e del conflitto Russia-Ucraina (che non cenna a concludersi), incidendo parecchio sulla scelta di compiere questo passo. A ciò ne consegue il caro vita derivato dall’aumento spropositato delle materie prime, vivendo con un salario sempre uguale che permette solo di sopravvivere. Una crisi che ha generato tra i futuri sposi, il timore di non essere in grado di mantenere se stessi e la famiglia in virtù dell’aumento del lavoro precario.

Il rito civile è aumentato? Si e per trovare qualche risposta, basta fare un reso conto di come sia cambiato il modo di vivere delle coppie. Prima di tutto, il numero delle coppie conviventi, dal 1990 ad oggi, è aumentato del 10%. Un altro rivela che, dal secondo dopoguerra al 2019, il numero dei matrimoni civili è aumentato del 50%, anche a causa del divorzio breve (accordo consensuale tra i coniugi, entrato in vigore in Italia nel 2015) e nei matrimoni tradizionali celebrati negli ultimi cinque anni, risulta esserci che uno degli sposi, è al secondo matrimonio. Inoltre, la pandemia stessa, ha aumentato ancora di più la celebrazione del rito civile per evitare le problematiche suddette che ha generato.

Nonostante i dati in cui si è in possesso, è possibile la ripresa delle funzioni nuziali? Secondo Fabio La Daga, referente della comunicazione di Milano Sposi, la volontà di ripartire esiste perchè, adesso a distanza di due anni, le persone hanno un approccio con la situazione pandemica in maniera più rilassata, consapevoli di trovarsi in una situazione futura di alti e bassi dei contagi. In base all’ultima partecipazione della fiera dell’anno scorso, i visitatori erano circa 6 mila contro i 15 mila dell’anno precedente, dati dovuti al fatto che oggi, a registrarsi è solo la coppia che si deve sposare, senza essere accompagnata dalle proprie famiglie. Nonostante si percepisca del sano ottimismo, la situazione è ben più grave di quanto si possa parlare perchè, ad onor di dati, il settore del Wedding Planner è nettamente a rischio.  

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