Fotografia architettonica: espressione della forma. Le opere architettoniche, antiche e moderne, sono state da sempre soggetti dei fotoamatori. Ciò che risulta essere rilevante in questo genere di fotografia non è tanto quanto la ripresa ma il modo di come si effettua lo scatto. Trovare la chiave di lettura consiste mettere in risalto i cenni storici, contemporanei e artistici, criteri secondo i quali l’opera è stata costruita. Quindi è fondamentale il punto di vista col quale si decide di scattare, poichè con esso è possibile esaltarne l’estro artistico e la storicità della struttura stessa. Pertanto onde evitare di fare una fotografia comune, necessita un’osservazione attenta dell’elemento architettonico. Da questo presupposto ne consegue che l’inquadratura è uno degli aspetti fondamentali della fotografia architettonica. Ad esempio, la ripresa della facciata con posizione centrale denota l’effetto “cartolina”, evidenziando la staticità del monumento. Invece optando per un’inquadratura dal basso verso l’alto, si crea un effetto tridimensionale, poichè viene evidenziato l’intersecare delle linee verso un punto, dando alla struttura una forma più allungata, slanciando l’opera.
Oppure l’inquadratura laterale rende la vista della fotografia meno piatta. Anche la composizione ricopre un ruolo basilare nella fotografia architettonica. Combinazione che trova la sua massima espressione quando la fotografia architettonica si congiunge con la fotografia urbana dove in questo contesto, le persone, se prese dalla giusta angolazione, oltre che da cornice alla struttura, creano un senso di movimento. Ma occorre non dimenticare che l’elemento architettonico deve rimanere sempre il soggetto della scena. Tuttavia, se lo scopo della fotografia della struttura è professionale e illustrativo, è sconsigliato introdurre nella scenografia le persone, mantenendo solo il soggetto architettonico. Nella composizione, possono avere gioco forza le luci che a loro volta, possono evidenziare quei tratti stilistici messi in ombra, rendendo più suggestiva la foto. La valorizzazione della fotografia architettonica dipende anche dalla presenza di altri fattori esterni quali nuvole, alberi, fiori.
Adesso vediamo quali sono le modalità di scatto per realizzare una buona fotografia della struttura.
- Tempi di scatto: il soggetto, essendo statico può essere scattato con tempi che variano tra 1/60 e 1/250. Se invece si vuol dare alla fotografia dei giochi di luce, magari scattando di notte, l’esposizione deve essere più lunga, con tempi che variano da 1s a 30s e un diaframma chiuso da f/11 a f/20, per ottenere la miglior nitidezza e per avere la migliore profondità di campo. Ma per far ciò, occorre avvalersi del supporto di un monopiede o di un treppiede per evitare che nella fotografia si crei del rumore.
- Obiettivi consigliati: devono essere luminosi poichè la fotografia architettonica prevede anche la ripresa degli interni, caratterizzati da una luce scarsa. Quindi è consigliato l’uso di un 50mm o un 35mm. Anche un obiettivo come un 18/140 o 18/200 (per le inquadrature strette) vanno bene. Idonei per questo genere di fotografia sono anche gli obiettivi grandangolari (fish-eye) come il 10/20mm o un 12/24mm. Questi obiettivi, consentono di arcuare le linee dritte, creando una composizione geometrica che può “regalare” giochi prospettici.
- Luce: se la fotografia è esterna (con valori degli ISO non superiore a 100) è sconsigliato scattare nelle ore centrali della giornata, condizione di luce che invece è consigliata da sfruttare per le foto interne, con impostazioni degli ISO tra 400 e 800.
In ultima analisi, nella fotografia architettonica, photoshop è un valido aiuto per la correzione delle luci, delle ombre e delle linee. Fotografia architettonica: espressione della forma. La rappresentazione delle forme geometriche che evidenziano tratti e linee della storia moderna e antica, creando effetti tridimensionali.
L’immagine di copertina è stata realizzata da Livio Facciponte.
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