Gaetano Ricotta sulle tentazioni di una monaca. E’ da quasi tre anni che scrivo su questo blog, ho affrontato tantissimi argomenti che mi hanno fatto esplorare tanti mondi di cui non ero a conoscenza: i vasti mondi della mente! Non so perchè l’abbia fatto, volete sapere la verità? Non la so. E continuo a non capire perchè sto bene nel farlo. Si può chiamare vocazione anche questa? Aiutare le persone a capire cosa stanno vivendo, può essere una vocazione? Ebbene si. A mia maniera cerco di fare qualcosa di bello per gli altri e vi prometto che fino a quando ne avrò forza, non vi abbandonerò mai. Io sono Gaetano Ricotta ed oggi mi ritrovo in un nuovo mondo, un mondo pieno di misteri, tra cui il più grande: la fede! Si parla sempre dei preti alle prese con la tanto acclamata castità. Ultimamente ne sentiamo parlare tanto grazie alla presenza dei social, efficaci strumenti che ci avvicinano ai fatti della gente. Non pensate che nel passato non succedeva nulla perchè sbagliate, la differenza sostanziale stava nel fatto che la gente non aveva alcun mezzo informativo. Ho deciso di porre la mia attenzione sulle silenziose, caste, nascoste dal velo della dolcezza, monache.
In passato sono stato consigliere di alcune monache che, grazie alla mia fama nazionale, hanno posto fede sulla mia conoscenza, raccontandomi della loro lotta interiore sul contenimento delle loro pulsioni sessuali. Figliole, non so chi mi ha mandato: Eccomi! Nel nome della giustizia e della verità, adesso in verità vi dico che voi, monache, siete fatte della mia stessa materia.
Le monache, come tutte le donne, hanno dei bisogni fisici, hanno un ciclo, hanno degli ormoni e sono dipendenti della loro carne. “Sorelle sentite quanto ho da dirvi. Per impedirci di fare del male a noi stessi, i desideri e le attività sessuali devono essere sottoposte a controllo del Cristo. Perchè questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione, che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in santità ed onore, senza avere vergogna di abbandonarsi alle passioni non disordinate, come fanno gli stranieri che non conoscono Dio”. Non lo dico io ma è scritto nella Bibbia, al n.1 dei Tessalocinesi 4:3-5.
Poniamoci delle domande insieme, facciamo un ragionamento che ci porti a non essere giudici di nulla, ma esploratori di soluzioni tangibili. Può una monaca avere delle tentazioni? Perchè chiamarle tentazioni e non bisogni? La mia ricerca è laica poichè la mia unica fede è la ragione. Il senso di castità è una condizione che la mente di un clericale impone sul corretto svolgimento delle attività corporee. Possiamo definirla una forzatura della natura umana. Per la fede sono state affrontate delle guerre che hanno fatto migliaia di morti, per la fede sono state mutate delle condizioni sociali di intere popolazioni, in nome della fede sono state fatte opere mastodontiche. La fede ha il potere di smuovere tutto, figuratevi se non può domare un semplice istinto sessuale.
Gaetano Ricotta sulle tentazioni di una monaca. Io non scrivo per deliberare ciò che è giusto o ciò che è sbagliato, altrimenti potrei iniziare a pensare di essere un prete mancato. Mi chiedo se è giusta quest’antitesi di emozioni, mi chiedo se fa bene o fa male alla vita di chi la porta sulle spalle. Di certo questo problema esiste, e se Dio non avesse voluto, non saremmo stati qui a a parlarne. Sorelle a voi la scelta.
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