Doniamoci con un click 2020 concluso con un gran finale

Sabato, 18 luglio 2020, si è concluso il lungo e travagliato percorso del progetto fotografico dell’associazione Cineworldcorporation di Canicattì, chiamato “Doniamoci con un click 2020”. Il Centro Culturale San Domenico si è trasformato in una fucina d’arte digitale, in cui uno staff di oltre 40 persone, ha dato vita ad una rivista ricca di immagini, colori e cultura. Questa è l’ennesima prova di professionalità progettuale tra un’associazione che esiste da ben 14 anni ed un’amministrazione comunale, aperta alle attività sperimentali che valorizzano il proprio territorio. Il progetto diretto da Gaetano Ricotta e Livio Facciponte, è stato abbracciato dal sindaco Ettore Di Ventura ed è stato messo a punto dagli assessori Antonio Giardina ed Angelo Cuva. Il progetto si è concluso con un prodotto che rimarrà per sempre parte della storia culturale del territorio: LA RIVISTA che verrà distribuita a tutta la cittadinanza e diventerà patrimonio dell’archivio culturale del comune stesso.

Doniamoci con un click 2020 concluso con un gran finale

Come si è articolato il meeting finale di “Doniamoci con un click”? Hanno preso parte all’evento numerosi ospiti, tutti i personaggi coinvolti, lo staff dei fotografi e i rappresentanti dell’amministrazione comunale. Purtroppo l’accesso all’evento è stato concesso solo tramite invito, a causa delle restrizioni dell’emergenza Covid-19. Durante la manifestazione, è stata illustrata la rivista pagina per pagina, con i dovuti interventi da parte dei protagonisti e di un personale specializzato. Il relatore che ha condotto l’evento è stato Salvatore Caico e la coordinatrice  della serata è stata Concetta Monteleone. Al tavolo conferenziale, ha preso parte il foto-giornalista Carmelo Mulone, che oltre a scrivere gli articoli per la rivista, si è occupato di fotografare l’evento, fino alla scrittura e alla pubblicizzazione dell’articolo che state leggendo. Durante la manifestazione, è stato spiegato il motivo per il quale si è deciso di realizzare questo nuovo progetto, infatti, oltre ai workshop realizzati dagli over 65 e dai fotografi, per la cui realizzazione dei set fotografici, vi è stata la supervisione dello scenografo Lillo Locastello, al fine di promuovere la storia locale. 

Doniamoci con un click 2020 concluso con un gran finale
Da sinistra Francesca Lo Destro, Il Sindaco Ettore Di Ventura, Livio Facciponte, Luisiana Conti, Gaetano Ricotta e Giovanna Salamone.

Sono stati redatti degli articoli illustrativi sull’etimologia del nome della città di Canicattì e su alcune festività locali come: “La Scinnenza, La Spartenza”, “Li Tri RE” e la festa di “Lu Tri di Maju”. Sono stati trattati anche argomenti politico/commerciale come: l’ Uva Italia, (definito come il prodotto simbolo di Canicattì), e diversi temi legati alla cultura locale del “Parnaso”. Sono stati citati alcuni personaggi illustri come le figure del Dott. Antonino Sciascia e del Prof. Angelo La Vecchia, rappresentato dal figlio Gero La Vecchia. In aggiunta, sono stati realizzati degli articoli su alcune strutture storiche come la torre di “Cuccavecchia” e sulla figura di Don Benito Di Naro che per anni si è battuto per la realizzazione della “Chiesa della Madonna Dell’Aiuto“. Infine, sono stati pubblicati articoli di informazione fotografica, realizzati con il contributo dei fotografi: Giò Amico, Franco Di Caro ed Alfonso Failla. Inoltre, sono stati realizzati altri due servizi, uno sul noto volto Rino Bancheri (che è stata la voce narrante, presentando la prima parte del progetto) ed una sul giornalista Davide DiFazio, mettendo a confronto due forme di comunicazione tanto diversi quanto efficaci. A fine serata, è stato organizzato dal docente Enrico Callari un rinfresco.

Chi ha partecipato a “Doniamoci con un click”? Gli over 65, sono stati scelti mediante una lunga selezione e sono: il Sig.Vincenzo Asaro, lo storico macellaio Sig. Diego Lavalle, il Sig. Enzo Mongitore, il decoratore Gioachino Casucci, il Sig. Luigi La Morella, la Sig.ra Vincenza Di Naro, il Cav. Giuseppe Tardino, l’attore Antonio Sanfilippo, il Prof. Salvatore Gruttadauria, dall’accademia teatrale di Canicattì Antonio Curto, il presidente del Gad Salvatore Castellano, la Prof.ssa Rosalba Fiduccia, la Sig.ra Giovanna Salamone, la Prof.ssa Rosaria Alletto, il commerciante Calogero La Greca, lo scrittore Salvatore la Valle, il Sig. Vincenzo Pansica e il Sig. Ignazio Giglia. Invece, i fotografi che hanno intrapreso questa nuova sfida sono stati: Marika Ferlisi, Giuseppe Lo Brutto, Alfio Abbodino e Gabriele Di Vincenzo di Canicattì; Francesca Lo DestroLuisiana Conti, Emilia Lupo e Daniela Palermo, provenienti dalla Città di palma Di Montechiaro; Cristiano Agozzino e Claudio Piraneo di Agrigento. 

Doniamoci con un click 2020 concluso con un gran finale

Perchè “Doniamoci con un click” è definito un progetto a carattere socio-culturale? Sociale perchè il linguaggio della fotografia, ha permesso di collegare la generazione degli over 65 con le moderne forme di comunicazione come i social, dando contestualmente la possibilità ai fotografi, di ricreare e ripercorrere modi di vivere e scenari antichi. Non a caso, “Doniamoci con un click”, è anche un progetto di stampo culturale, poichè nella rivista, sono stati realizzati anche dei servizi illustrativi sulla città di Canicattì, con l’intento di valorizzare e promuovere la storia della città dell’Uva Italia, di cui di seguito, potete trovare una breve descrizione delle singole pagine della rivista. Ancora una volta, lo staff della Cinewolrd, con la realizzazione del progetto “Doniamoci con un click”, ha portato a termine l’ennesimo obiettivo, confermando il loro impegno nella realizzazione di progetti socio-culturali, con lo scopo di valorizzare il proprio territorio. Sicuramente, in un prossimo futuro, sentiremo parlare di altri progetti marchiati Cineworldcorporation. Sotto potete vedere il video introduttivo del progetto “Doniamoci con un click”. Buona visione.

Doniamoci con un click 2020 concluso con un gran finale

Doniamoci con un click 2020: arriva il gran finale!

Doniamoci con un click giunge alla fine! Il progetto della Cineworldcorporation di Canicattì, lanciato a dicembre 2019 e successivamente sospeso a causa dell’emergenza Covid, ha ripreso i lavori di allestimento grafico, giungendo al tanto atteso traguardo. La serata conclusiva si terrà giorno 18 luglio presso i locali del Centro Culturale San Domenico alle ore 18:00 e si potrà accedere solo con invito riservato. Durante quest’ultimo appuntamento verrà ufficialmente presentata la rivista contenente tutti i servizi fotografici dei fotografi in cooperazione con i protagonisti del progetto: gli over 65 di Canicattì. Questo lungo progetto è stato voluto dal Sindaco Ettore Di Ventura ed è stato messo in atto dagli assessori Antonio Giardina e Angelo Cuva. La stilatura del percorso e la progettazione grafica sono state curate da Livio Facciponte e la direzione artistica è stata affidata a Gaetano Ricotta.

Cosa è “Doniamoci con un click”? E’ un progetto sperimentale di stampo sociale. Sono stati scelti 20 soggetti con un’età minima di 65 anni. A seguire è stato formato uno staff di 10 fotografi. Ad ogni fotografo sono stati assegnati 2 soggetti da fotografare, insieme a cui, sono state scritte delle storie, utili alla realizzazione dei servizi fotografici. I servizi, hanno avuto come soggetti, gli stessi personaggi, che sono stati gli autori delle loro storie.

Qual’è lo scopo di questo progetto? I racconti dei soggetti hanno trasportato i fotografi in un viaggio nel passato. I fotografi, lo dice lo stesso appellativo, hanno avuto il compito di rendere visibile questo viaggio mediante la costruzione di set fotografici. Lo scopo sta nel far rivivere alle nuove generazioni situazioni antiche, modi di vivere, usi e consuetudini che ormai sono entrati nell’oblio. Anche i soggetti hanno fatto un viaggio nel tempo, entrando a contatto con le nuove tecnologie fotografiche e scenografiche. Non a caso, durante la fase di creazione, sono stati aggiornati dai fotografi su tutte le tecniche utili alla realizzazione di una buona sessione fotografica. Possiamo chiamarla Partnership? Ebbene si, infatti i fotografi hanno assaporato il gusto della narrazione, mentre i soggetti sono stati dei modelli per un giorno. Il risultato sarà la realizzazione di questa rivista che è il frutto della loro collaborazione. Due fasce di età estremamente diverse, direttamente proporzionali, a due diversi modi di concepire la comunicazione.

Chi ha partecipato a “Doniamoci con un click”? Gli over 65, sono stati scelti mediante una lunga selezione e sono: il Sig.Vincenzo Asaro, lo storico macellaio Sig. Diego Lavalle, il Sig. Enzo Mongitore, il decoratore Gioachino Casucci, il Sig. Luigi La Morella, la Sig.ra Vincenza Di Naro, il Cav. Giuseppe Tardino, l’attore Antonio Sanfilippo, il Prof. Salvatore Gruttadauria, dall’accademia teatrale di Canicattì Antonio Curto, il presidente del Gad Salvatore Castellano, la Prof.ssa Rosalba Fiduccia, la Sig.ra Giovanna Salamone, la Prof.ssa Rosaria Alletto, il commerciante Calogero La Greca, lo scrittore Salvatore la Valle, il Sig. Vincenzo Pansica e il Sig. Ignazio Giglia. Invece, i fotografi che hanno intrapreso questa nuova sfida sono stati: Marika Ferlisi, Giuseppe Lo Brutto, Alfio Abbodino e Gabriele Di Vincenzo di Canicattì; Francesca Lo Destro, Luisiana Conti, Emilia Lupo e Daniela Palermo, provenienti dalla Città di palma Di Montechiaro; Cristiano Agozzino e Claudio Piraneo di Agrigento.

Da chi è stato composto lo staff tecnico?  Il presidente della Cineworld Livio Facciponte è il direttore del progetto ed il tecnico grafico che ha curato le riprese video del backstage e la realizzazione della rivista. Il direttore artistico è il vice presidente Gaetano Ricotta che ricoprirà anche la figura di relatore dell’ultima serata. Carmelo Mulone, ha curato il servizio stampa e durante l’evento conclusivo, si occuperà del backstage fotografico. Lo scenografo Lillo Locastello, ha assistito i fotografi negli allestimenti dei vari set, cooperando nella realizzazione delle riprese video. Salvatore Caico ha curato la segreteria del progetto. Concetta Monteleone ha gestito la scrittura delle storie degli over 65 e la gestione logistica dell’evento. Nella realizzazione di questo progetto, ha anche partecipato il noto volto canicattinese Rino Bancheri, che ha presentato la prima fase del progetto, diventando la voce narrante del video introduttivo di “Doniamoci con un click”.

La cineworldcorporation di Canicattì è un’associazione che opera ininterrottamente da più di 10 anni, proponendo alle istituzioni dei progetti di stampo sperimentale e innovativo. Questo è un ulteriore dimostrazione del modo in cui la nostra associazione tiene alla storia della propria città. Ricordatevi sempre che il trucco della riuscita di qualsiasi progetto è l’unione della squadra che lo mette in atto. I prossimi aggiornamenti verranno pubblicati alla fine della manifestazione.

Lino Moretti ritorna a Canicattì per una nuova esperienza verbale!

Dopo due anni, esattamente dal Novembre del 2018, l’associazione Cineworldcorporation di Canicattì, lancia un nuovo progetto inerente alla comunicazione, diretto dal maestro Lino Moretti di Roma. “Dizione incisiva 2020” è il nome della nuova esperienza verbale che porterà gli aspiranti oratori e gli amanti della buona comunicazione, a parlare in pubblico con una dizione corretta ed efficace. Il progetto lanciato dal presidente Livio Facciponte e dal vice presidente Gaetano Ricotta è stato proposto per la prima volta nel 2014 e da allora ad oggi, sono state realizzate ben 7 edizioni, inclusa quest’ultima. Possiamo liberamente definirla una vera e propria esclusiva territoriale, poichè nella provincia di Agrigento, mai nessuno in questo arco di tempo ha mai intrapreso un percorso didattico inerente alle tecniche del perfezionamento linguistico.  

Quale è la missione di questo nuovo progetto? Da un’attenta analisi del nostro ambiente, sia professionale che sociale, si evince che lo scopo primario di molte persone è quello di riuscire a parlare in pubblico con una dizione pulita dalle inflessioni del nostro dialetto. Parlare bene significa riuscire a diventare influenti e ad avere il consenso della gente che ci ascolta. L’obiettivo del master sta nel diffondere le tecniche di tali discipline, al fine di portare la propria persona ad avere padronanza del proprio linguaggio e riuscire a diventare più efficace ed influente. Un altro risultato che indirettamente si ottiene da un simile percorso è quello di potenziare la propria autostima, ottenendo maggiore sicurezza quando si parla. Attenzione: partecipare ad un simile percorso non significa riuscire a raggiungere in poco tempo un obiettivo così grande, poichè solo i santi fanno i miracoli, ma significherebbe intraprendere la giusta strada per la propria trasformazione linguistica. 

Da sinistra Gaetano ricotta, Lino Moretti e Livio Facciponte.

A chi è indirizzato questo percorso? E’ indirizzato a persone di tutte le età che operano in svariati settori lavorativi in cui si richiede un continuo uso del parlare in pubblico. E’ fortemente indicato per gli oratori televisivi, per i liberi professionisti, per gli insegnanti, per coloro i quali intendono proseguire per una carriera politica, per gli assicuratori, per i consulenti di vendita appartenenti a tutti i settori, per i commercianti, per gli studenti, per i personal trainer, per gli operatori del settore sanitario e per tutti quelli a cui non piace il proprio modo di esporsi. 

Diamo qualche accenno del programma? Gli argomenti sui quali si lavorerà saranno i seguenti: accenti tonici e fonici, uso delle vocali aperte e chiuse, il colore della parola, la rimozione delle inflessioni, svolgimento di simulazioni pratiche, l’articolazione della bocca, la respirazione diaframmatica, l’uso dei toni, sonorità percepite, vocali e consonanti dolci e sonore, conoscenza di tecniche per sciogliere la lingua, ginnastica facciale, esercizi di fonetica, lettura interpretativa e monotonica, timbrica e uso del microfono. Infine verranno realizzate delle riprese che dimostreranno ai partecipanti la loro evoluzione lungo il percorso didattico, dall’inizio alla fine, mediante l’apporto di una regia di analisi dell’audio, per vedere il risultato del proprio parlare al microfono.

Da chi sarà composto lo staff tecnico? Lino Moretti sarà il docente, che durante tutto il percorso didattico, seguirà tutti i partecipanti, insegnando loro tutte le tecniche per migliorare la propria dizione e la propria capacità ad interloquire con il pubblico. Il responsabile del master sarà Gaetano Ricotta, che oltre a fiancheggiare il docente per tutta la durata del progetto, con due incontri preparatori, introdurrà gli iscritti al mondo della comunicazione verbale. La figura del direttore amministrativo sarà ricoperta da Livio Facciponte. La relatrice e la coordinatrice del corso sarà Concetta Monteleone. Carmelo Mulone si occuperà della realizzazione del backstage e della realizzazione di uno speciale redazionale sull’intero progetto. Salvatore Caico si occuperà della gestione della segreteria e delle riprese video dello speciale. 

Come iscriversi? Il progetto sarà a numero chiuso, accettando un numero massimo di 15 iscritti e avrà una durata di 15 lezioni, di cui le prime 2 saranno degli incontri preparatori. Questi sono i recapiti a cui chiedere tutte le informazioni: 3807852624; 3922964488. Di seguito il link ufficiale del master: CLICCA QUI PER VEDERE IL PROGRAMMA e dell’evento facebook: CLICCA QUI PER ISCRIVERTI ALL’EVENTO. Così conclude il presidente Livio Facciponte: “ L’associazione Cineworldcorporation non ha più bisogno di presentarsi ne di fornire le proprie credenziali fiduciarie. Per chi non ci conosce sappia che a noi non piacciono le parole ma i fatti, dimostrabili dalla nostra storia e dalle persone che hanno lavorato con noi”.

Carmelo Mulone.

La composizione fotografica della regola dei terzi

La composizione fotografica della regola dei terzi è la fase successiva all’inquadratura e consente di rendere più interessanti le fotografie. E’ una regola compositiva molto semplice, caratterizzata da un’area suddivisa da due linee orizzontali e due verticali immaginarie. Dall’immagine qui sotto, la congiunzione delle linee delimitano 9 quadrati uguali, dove gli angoli costituiscono i punti di forza (o fuochi oppure punti di interesse), mentre le linee, si chiamano linee di forza. I punti indicano le aree sulle quali si concentra l’occhio dell’osservatore, rispetto al centro della fotografia. Le linee, invece indicano i “percorsi di esplorazione” che servono all’occhio per osservare l’intera immagine. La regola dei terzi è applicabile sia ad una foto orizzontale che verticale.

La composizione fotografica della regola dei terzi

Ma perchè si sceglie di applicare questa regola? E’ consigliato usare questa tecnica solo agli inizi, per velocizzare la ripresa, affinando la propria tecnica di scatto, consentendo al fotografo di mettersi alla prova. L’uso della regola dei terzi è una delle regole basilari della composizione. Di norma, il soggetto, viene posto al centro dell’immagine, creando staticità e armonia alla fotografia (anche se a volte può risultare banale). La scelta di decentrare il soggetto, contribuisce a dare alla foto più dinamicità perchè chi osserverà lo scatto, sarà “costretto” a guardare non solo il soggetto ma anche tutto il resto del paesaggio.

Ma dove è possibile applicare la regola dei terzi? Questa tecnica viene utilizzata nei ritratti, nelle foto Still life e nei paesaggi. Di seguito, analizziamo ad uno ad uno, le modalità del suo utilizzo. 

La regola dei terzi nei ritratti. 

E’ da precisare che la regola dei terzi non è applicabile a tutti i ritratti, perchè dipende dal contesto e dal genere fotografico. E’ da precisare che, insieme alla regola dei terzi, è possibile applicare un’altra tecnica fotografica, come ad esempio, quella del Bokeh. Nel ritratto in cui è applicata la regola dei terzi,, gli occhi del soggetto, corrispondono ai punti di forza, consente di dare alla fotografia la dinamicità ricercata.

La composizione fotografica della regola dei terzi
Fotografia di Henk Veldhuizen.

La regola dei terzi nello Still Life. 

Nello Still Life (che è un genere fotografico usato prettamente per fini commerciali), lo studio dei giochi di luce ed ombre (requisiti fondamentali) correlato alla composizione della regola dei terzi, consentono di evidenziare ancora di più il prodotto da vendere, dando dinamicità all’immagine. Inoltre, l’osservatore, potrà porre la sua attenzione non solo sull’oggetto ma anche sull’immagine stessa.

La composizione fotografica della regola dei terzi
Fotografia di Demaio Luciano.

La regola dei terzi nel paesaggio.

In questo caso, si sfrutteranno le linee. Occorre immaginare di dividere la fotografia in due parti, una contenente una parte di terra e l’altra una porzione di cielo, abbassando o alzando la linea dell’orizzonte. Ovviamente, dipende dal fotografo cosa mettere in evidenza. Ad esempio, se interessa mettere in primo piano il cielo, il punto focale sarà posto sulla seconda linea e viceversa. 

In ultima analisi, occorre specificare che, la regola dei terzi non è sempre la composizione giusta da applicare. Inoltre, la regola dei terzi non è idonea da applicare nella fotografia architettonica, (genere in cui, il fotografo ha il compito di trovare la chiave di lettura mettendo in risalto i cenni storici, contemporanei e artistici, osservando attentamente la struttura e le linee geometriche con le quali sono state costruite). La composizione fotografica della regola dei terzi richiede studio e pratica, da applicare quando, dove e come, la fotografia lo richiede, dando dinamicità all’immagine.

L’immagine di copertina è stata realizzata da Livio Facciponte.

La composizione fotografica della regola dei terzi
Fotografia di Alessandro Tringali.

Comunicare con le mani: cosa rivelano?

Comunicare con le mani: cosa rivelano? Durante un dialogo, i gesti sono in grado di fornire delle informazioni sullo stato emotivo degli interlocutori. Ciò avviene, perchè il cervello ha un legame nervoso con tutte le parti del corpo. Tuttavia, nella comunicazione non verbale, esistono altre parti corporee che consentono di comunicare in maniera più efficace, lasciando la propria “impronta”, rivelando gli stati emotivi di chi parla. Queste parti, sono le mani, considerate come”oggetti esterni al nostro corpo“. Ma come fanno le mani ad esprimere il pensiero che la mente immagina? Le mani, gesticolando, attirano l’attenzione di chi ascolta, aiutando a capire meglio il messaggio, fornendo un’interpretazione sia sociale che culturale. Di seguito, vediamo qualche esempio comune di ciò che vogliono comunicare le mani.

  1. Il gesto più comune è la stretta di mano che indica il saluto.  E’ un gesto sociale, che serve per presentarsi a qualcuno. Avviene sia con una stretta decisa (indicando un carattere forte) che con una stretta debole (indicando a sua volta un carattere mite e poco sicuro).  Ma la stretta mano riserva anche un gesto nobile con il quale serve a stipulare un accordo o a mettere pace tra due persone.
  2. Mani giunte. Sembrano  indicare sicurezza ma spesso indicano un atteggiamento controllato, ansioso o negativo. Più le mani sono sollevate e maggiore è il livello di frustrazione, maggiore sarà la difficoltà a parlare con la persona in questione. Un modo per fare interagire con questa tipologia di interlocutore potrebbe essere quello di offrire qualcosa da bere o fargli prendere un oggetto, in modo da distanziare le mani dal corpo. Esistono tre varianti di mani giunte che l’interlocutore può assumere e sono: le mani giunte davanti il viso, quelle giunte in grembo e le quelle giunte all’altezza dell’inguine.

 3. Mani intrecciate. Se poste vicino al volto, denotano un segno di chiusura. Diversamente, se queste sono vengono allontanate dal volto, per esempio, appoggiandole sul tavolo o sulla pancia, indicano che il malumore sta diminuendo.

 4.Mani dietro la schiena. Comunicano diversi messaggi. A prima vista, inducono a pensare che l’individuo nasconda un aspetto minaccioso o sospettoso. Un altro messaggio che trasmettono, è la sicurezza di sè stessi. Infine, avere le mani dietro la schiena indicano sia un gesto di sottomissione ( quando l’individuo viene rimproverato) che di rispetto ai diretti superiori (si pensi ai militari che assumono la posizione del petto in fuori e schiena dritta).

5.Mani in tasca. Nella maggior parte dei casi, indicano un chiaro segnale di timidezza, ma anche di menzogna. Se però alle mani, è associato il capo chino, serve a trapelare un senso di colpa o di vergogna. Tuttavia, le mani in tasca, possono comunicare l’esatto contrario, ovvero di comunicare qualcosa senza niente da nascondere. 

Comunicare con le mani: cosa rivelano? Nella comunicazione non verbale, oltre alle mani, occorre considerare anche i gesti prodotti dalle dita. Il pollice e l’indice sono le dita che comunicano di più.

  1. Il pollice indica la superiorità, il predominio oltre che l’ego, quando l’interlocutore parla con autocompiacimento, mettendo in questo caso, in mostra il dito. Un senso di sicurezza viene trasmesso quando le mani vengono messe nelle tasche anteriori dei pantaloni, con i pollici in bella vista. O ancora il pollice che esce dalla tasca posteriore, indica il desiderio di dominare la situazione.
  2. L’indice rappresenta il potere, implicando degli ordini, ma il modo di impartire un ordine varia da come viene posto il dito indice. Ad esempio, se il dito viene teso con il palmo della mano in basso, indica una forma di autorità e di ammonizione. Sulla base di ciò, sono stati effettuati degli studi dai quali è emerso che durante un discorso pronunciato davanti alla platea, il dito puntato con il palmo teso verso l’alto, oltre ad essere  un gesto poco gradito allo spettatore, è un “indice”di distrazione dagli argomenti trattati, poichè alimenta sentimenti negativi. L’oratore in questo caso risulta aggressivo. Al contrario, con la mano verso alto, l’ordine impartito dall’oratore, verrà accolto dall’altro interlocutore in maniera più ricettiva, da sembrare meno approfittatore.
  3. Le dita comunque nascondono anche le bugie. Un esempio? Le dita sulla bocca, che durante una conversazione indicano che si vuole omettere la verità.   

Comunicare con le mani: cosa rivelano? Questi sono alcuni esempi in cui la gestualità sottolinea un concetto fortemente espresso dalla comunicazione verbale. Sono tanti i gesti con i quali è possibile comunicare e sono gli unici che non riescono a nascondere niente agli occhi di chi li osserva. 

L’immagine di copertina è stata realizzata dalla fotografa Catia Bonello

Fiori: Come fotografarli?

Fiori: Come fotografarli? Creature affascinanti da osservare, così piccole nelle loro dimensioni ma così “grandi” nel trasmettere profonde emozioni a chi li osserva. Attraverso i loro colori e i loro dettagli, comunicano più di quanto possano esprimere le parole. E con l’arrivo della bella stagione, i fiori risplendono nel loro massimo vigore, donando vivacità e colore all’ambiente. Proprio per i suoi particolari e per ciò che è in grado di esprimere, il bocciolo è un soggetto che viene fotografato dagli amanti della fotografia naturalistica e quindi dai fotoamatori della macro-fotografia. In questa tipologia di scatti, il fiore viene scelto o come soggetto principale dello scenario naturale o come sfondo. Di seguito, qualche consiglio per fotografarli.

Fiori: perchè e come fotografarli?
Fotografia di Manketiani VM.
  1. Inquadratura.

In questo genere di fotografia la prima cosa da considerare è l’inquadratura, attraverso la quale il fotografo deve cercare di “catturare” i particolari del fiore, creando una composizione degna di nota. Come avviene per altri generi fotografici quali la Pet Photograpy ( fotografia degli amici a quattro zampe) e la NewBorn Photograpy (fotografia dei bambini), la giusta ripresa è quella di porsi sullo stesso piano del soggetto, distendendosi anche per terra se il caso lo ritiene. E’ ovvio che si può fotografare il fiore anche dall’alto verso il basso, prospettiva solitamente adatta per ritrarre i primi piani molto dettagliati. Tuttavia, quest’inquadratura risulta essere meno adatta se si vuole inquadrare tutto ciò che circonda il bocciolo, con il rischio di rendere noiosa e poco creativa la fotografia. Invece, scattando dalla stessa altezza del bocciolo o dal basso verso l’alto, mantenendo sempre “l’occhio meccanico della reflex” sul fiore, è possibile ritrarre il suo profilo, creando una composizione spettacolare. Da non sottovalutare nella composizione anche la presenza delle gocce d’acqua della rugiada, ad esempio o anche la presenza di altre fantastiche creature. “Per fotografare i fiori, come per gli insetti, è necessario ritagliarsi il giusto tempo, perchè è un mondo caratterizzato da particolari affascinanti e surreali, invisibili all’occhio umano che si possono cogliere solo entrando a stretto contatto con la natura”.

Fiori: perchè e come fotografarli?
Fotografia di Giuseppe Seggio.

      2.Luce e messa a fuoco. 

In questo set fotografico naturale, il momento migliore per fotografare è durante le prime ore del mattino o nel pomeriggio tardi, quando la luce è meno intensa, risultando tenue e calda, con la possibilità di poter realizzare scatti pieni di particolari. Questa scelta serve ad evitare che la forte luminosità delle ore centrali crei delle ombre più dure e macchie di luce sulla foto. Altro fattore da considerare,  è la messa a fuoco. Per mettere in maggior risalto il fiore, magari ponendolo come soggetto principale, rispetto ad altri fiori, è possibile sfocare l’ambiente intorno al fiore utilizzando la tecnica del Bokeh. Questa tecnica è utile per dare più profondità alla foto. Più si apre il diaframma, con valori pari a f/4 a scendere, più la profondità di campo diminuisce e di conseguenza, lavorando con una messa a fuoco puntata sul soggetto, i suoi dettagli vengono evidenziati. 

     3. Attrezzatura e tecniche di scatto.

Per mettere in risalto i dettagli dei fiori, occorre avere gli obiettivi macro. Esistono lenti con focale corta e lunga che variano da 50mm a 20mm. Con la prima focale bisogna avvicinarsi molto al soggetto per “colpirlo” ma si può usare più a mano libera.  La seconda focale consente di allontanarsi dal soggetto perdendo a sua volta un pò di tridimensionalità. Per le mezze formato o (APS-C), va bene già un 40mm o un 85mm. Per le full frame, la disponibilità è più ampia e si va da un 55mm fino ad 200mm. Considerando che bisogna scattare ad una distanza molto ravvicinata,  bisogna usare l’ISO in relazione sia con la luce naturale che con “l’apertura focale”, impostando dei valori compresi tra f/8 a f/16. In questo modo, il soggetto sarà più nitido. I fiori sono dei soggetti prevalentemente statici, per i quali il tempo di scatto idoneo può essere compreso tra 1/80 e 1/100. In presenza di vento, i tempi di scatto dovranno essere brevi con valori da 1/250 a salire. E’ sempre consigliato scattare con il formato RAW. In ultima analisi, dopo le infinite prove effettuate per “beccare” lo scatto perfetto, Photoshop è un valido aiuto per i lavori di post-produzione, lavorando sulla vividezza e sulla cromaticità. Il micro mondo del macro è un mondo quasi magico per quello che può offrire con i suoi dettagli, a prescindere dall’angolatura dalla quale si scatta.

Fiori: perchè e come fotografarli?
Fotografia di Tamer Adel.

Fiori: perchè e come fotografarli?

I fiori sono così delicati nelle loro forme, nei loro colori e nei loro profumi. Esseri così colmi di fascino che vivono in un paesaggio totalmente incontaminato e per realizzare questi scatti comporta avere grande pazienza e spirito di grande adattamento al “micro mondo” che la natura offre, in grado di trasmettere grandi emozioni, enfatizzando pura e vera armonia in uno stato di quiete, avvolti dal caldo abbraccio della natura.

L’immagine di copertina è stata realizzata da Cristiano Biagioni.

Fiori: perchè e come fotografarli?
Fotografia di Galla Jakadamar.

Cosa spinge una coppia verso lo scambismo?

Gaetano Ricotta si chiede: Cosa spinge una coppia verso lo scambismo? C’è un fenomeno che, per ovvi motivi, viene sottaciuto e questo è il mondo degli swingers. Sono un vero e proprio esercito ma essendo un tabù, se ne parla poco, anche perchè effettivamente non si tratta di una virtù. Sembrerebbe a prima vista un motivo di deviazione sessuale, ma se andiamo ad indagare a fondo, ci sono delle motivazioni oggettive che, se vengono ben approcciate non portano a conclusioni così orribili. Da qualche intervista dai vari blog della rete, si evince che, di solito sono gli uomini a proporre lo scambio e solo se la donna accetta, si può arrivare al dunque. Inoltre, lo scambio funziona qualora ci sia armonia nella coppia, appunto perchè deve essere semplicemente un gioco. Entrati nel luogo destinato a tale scopo, la coppia comincia a cercare l’altra coppia ideale. Ci sono delle stanze con dei letti e quando la coppia si avvicina, è la donna di solito che prende l’iniziativa accarezzando l’altra donna distesa sul letto, la quale, se acconsente, può iniziare il gioco erotico nello scambio reciproco. Qualora invece nella coppia non vi sia un rapporto stabile, lo scambismo potrebbe provocare traumi all’interno della coppia stessa, fino ad arrivare ad estreme conseguenze, quali la separazione. Pertanto ci si chiede se la monogamia sia la priorità ai tempi odierni. Eppure, ci sono tante coppie che nonostante abbiano una solida unione, cercano nuove esperienze al di fuori della coppia stessa, fino ad arrivare a questa forma di tradimento condiviso. Considerando che la monotonia della vita quotidiana porta a ad un appiattimento della vita coniugale, ne potrebbe conseguire la ricerca di un rapporto extraconiugale, ragion per cui,  potrebbero di comune accordo cercare lo scambio con altre coppie. Si direbbe quindi che questo passo rafforzi il rapporto perchè si è in simbiosi: quello che vuole l’uno, lo vuole anche l’altro.

Cosa spinge una coppia verso lo scambismo?

Per poter concepire lo scambismo, bisogna ragionare da un’altra prospettiva: il nostro partner sta con noi ma è nel contempo  portatore di fantasie che vorrebbe soddisfare al di fuori della coppia. Ma quando si arriverà a concepire il pensiero dello scambismo, si apriranno le porte di una sessualità appagante e fuori dagli stereotipi moralistici. Lo scambismo è sopra tutto condivisione e ha diverse sfaccettature come quello di fare amicizia. Infatti deve avere una sessualità aperta e condivisa. Si deve considerare inoltre che possono nascere pur sempre dei mugugni, si può ferire l’orgoglio, possono nascere competizioni che possono portare gelosie. Ci sono parecchie varianti nel mondo degli Swingers, a cominciare da:

  1. Voyeurismo (eccitazione del guardare).
  2. Candaulismo o Candaulesimo (l’uomo si eccita nel guardare la propria donna in contatto con un altro o altri uomini).
  3. Melangisme (eccitazione solo con carezze, escludendo i rapporti completi).
  4. Feticismo (quando gli indumenti, sopra tutto intimi, diventano motivo di eccitazione).
  5. Threesome (rapporto a tre).
  6. Gang bang (rapporto della donna con altri soggetti).
  7. Sesso in gruppo.

Ci si chiede se questa pratica abbia qualcosa di patologico. Secondo gli esperti non si tratterebbe di una parafilia, ma una sorta di anomalia nella ricerca del piacere, a meno che non divenga l’unica strada perseguibile per raggiungere il piacere sessuale. In Italia sono più di 500 i comuni in cui lo scambismo ha una pratica regolare. Al primo posto si trova la Lombardia, seguita dalla Puglia e dalla Sicilia. Gli swingers (ovvero gli scambisti) hanno di solito un’età compresa tra i 30 e i 50 anni, trattandosi di persone con un’elevata istruzione (alta percentuale di laureati, uomini e donne in carriera) che non esternano la loro trasgressione. Adesso vi chiedo se nel vostro menage va tutto bene. Avete pensato se le vostre fantasie abbiano portato a concepire una pratica come quella dello scambismo? La ricerca del piacere porterebbe di comune accordo a volere scoprire i desideri più reconditi di questa trasgressione? A voi l’ardua sentenza.  

L’articolo è stato redatto da Carmelo Mulone e scritto ed argomentato nel video che segue da Gaetano Ricotta

L. Facciponte sull’auto incendiata: Vendetta personale? Ma chi li conosce!

L. Facciponte sull’auto incendiata: Vendetta personale? Ma chi li conosce! Il presidente della nostra Associazione, ha richiesto di scrivere questo articolo per smentire tutto quello che è stato comunicato dai media in merito alle cause dell’incendio della sua macchina nella notte del 29/04/2020. Nella stessa notte sono state incendiate altre vetture, parcheggiate in varie zone della città. Da ciò che hanno comunicato le autorità, si evince che i criminali siano stati assicurati alla giustizia. Adesso facciamo una breve analisi di ciò che è stato comunicato e quello che ha dichiarato, Livio Facciponte, ad alcune domande che gli abbiamo posto:

  1. Cosa è stato comunicato dalla stampa in merito ai motivi per i quali abbiano commesso tale reato? “Alcune testate giornalistiche hanno scritto che i malfamati abbiano bruciato le autovetture per motivi di vendetta personale. Questo preclude il fatto che precedentemente, gente come Livio Facciponte abbia avuto dei rapporti con tali individui, questa dichiarazione è  stata quella che è stata rilasciata dai malviventi alle autorità”;
  2. Livio Facciponte, hai mai avuto rapporti con queste persone? “NO, assolutamente no! Non ho mai conosciuto questa gente, neanche per un semplice saluto. Pensate che quando ho visto le foto, che avete pubblicato, non sono neanche stato in grado di conoscere visivamente i malviventi. Considerate che la mia passione è quella della fotografia e difficilmente dimenticherei un volto, anche dopo averlo visto per un secondo”;
  3. Livio Facciponte, quale è il tuo pensiero in merito ad alcune testate, che affermano, che si tratti di vendetta personale? “Vendetta personale preclude il fatto che io abbia avuto rapporti con queste persone. Secondo voi, in base a quanto abbia affermato precedentemente e in base al fatto che siano state bruciate diverse macchine, come può essere veritiero? Io la chiamerei follia personale. Aggiungo inoltre che quella era la macchina che utilizzava mia madre, una signora che non ha mai avuto alcun problema con nessuno poichè da più di vent’anni esercita il ruolo di casalinga e di Mater Familias”.

Questo è quello che consigliamo ai navigatori della rete: quando condividete articoli sui social o informazioni di qualsiasi altra natura, accertatevi delle fonti da cui provengono le notizie. Adesso ve la comunichiamo noi la vera notizia e com’è veramente andata. Quella notte, dei criminali, in preda alla follia, si sono muniti di materiale infiammabile e hanno incendiato una serie di macchine prese di mira a caso. Ciò lo dimostra il fatto che si trattava della zona centrale di Canicattì, piena di telecamere di ogni genere. Chi commette un reato in forma intenzionale, per un calcolo logico, tende sempre a nascondersi ed a sfuggire dagli occhi della gente. Questa è la dimostrazione che quello che è stato fatto, è stato il risultato di un’azione scaturita da un semplice delirio mentale colmo di leggerezza e pura stupidaggine. La nostra Associazione è vicina a tutte le famiglie a cui è stata incendiata la propria auto, consigliando loro di non intraprendere alcuna azione personale verso i delinquenti che hanno causato tutto ciò, lasciando spazio all’azione delle forze dell’ordine. Sotto potete vedere il video dell’accaduto

Fotografia faunistica: il ritratto animale

Fotografia faunistica: il ritratto animale e fa parte della fotografia naturalistica. Questo genere di fotografia emula il senso di libertà e trasmette l’amore verso la natura e verso la fauna che la coabita, instaurando un rapporto diretto con la natura stessa. Nello specifico, nella fotografia faunistica bisogna cercare di trovare l’empatia con un soggetto imprevedibile ed indubbiamente poco collaborativo, dove sono richieste anche una propria interpretazione e personalizzazione. Occorre avere anche una conoscenza del paesaggio in cui vive la fauna e conoscere le sue abitudini, quasi a prevederlo, “cogliendolo sul fatto”. Un genere fotografico di certo non facile ma estremamente bello e affascinante perchè ancora una volta, come accade nella macrofotografia e nella paesaggistica, il fotografo naturalista, entra a far parte di un mondo nuovo, che non gli appartiene, con le sue regole e le sue abitudini e che deve essere in grado di cogliere e rispettare, in silenzio. Ritrarre gli animali faunistici significa essere il “cacciatore del particolare”, evitando di essere per loro, un pericolo. Anche in questo caso, può succedere che sia l’attimo a richiamare il fotoamatore cogliendone lo scatto perfetto.

Fotografia faunistica: il ritratto animale
Fotografia di Dani Gonzalez Gonzalez.

Ma cosa occorre per effettuare la fotografia faunistica?

La fotografia faunistica, richiede attrezzature specifiche e la conoscenza delle tecniche fotografiche, oltre che la conoscenza del territorio e quella delle abitudini dell’animale da ritrarre. Ma andiamo con ordine cominciando dall’attrezzatura. In questo contesto fotografico, per cominciare,  è consigliato l’uso del teleobiettivo, se si è in possesso di una mezzo formato ( o APS-C) può andare bene un 18/300 ed il 28/300 per le full frame. E’ da precisare che esistono sia i teleobiettivi zoom che fissi. Con i primi, data la loro versatilità, è possibile puntare su un soggetto lontano, isolandolo dallo sfondo. Con quelli fissi, se pur è vero che donano all’immagine una qualità superiore, rappresentano un limite nella composizione e può comportare la perdita di alcuni scatti che possono rivelarsi belli, particolari e irripetibili, considerando il fatto che la fotografia faunistica è una fotografia d’azione. Un valido aiuto in questo genere fotografico è l’uso di un un robusto treppiede. E’ sempre consigliato scattare in modalità RAW per avere sempre una buona qualità e per essere agevolati nella fase conclusiva della post-produzione tramite l’uso di photoshop.

Fotografia faunistica: il ritratto animale
Fotografia di RajaniR Photography.

Inquadratura, luce e composizione

Come avviene nella fotografia domestica o Pet photograpy (fotografia degli amici a quattro zampe), per ottenere una foto d’autore, è consigliato fotografando dallo stesso “punto di vista” dell’animale, anteponendosi in corrispondenza del suo muso e dei loro occhi. Questo tipo di inquadratura consente di mettere meglio a fuoco il soggetto ed avere contestualmente, uno scatto nettamente migliore. In questo modo, la fotografia risulterà più dinamica. Trattandosi di fotografia naturalistica, occorre ricordare che la luce non è da trascurare in quanto è assolutamente consigliato scattare o nelle prime luci della mattinata oppure verso il tramonto, impostando l’ISO della vostra fotocamera con valori compresi tra 100 e 200. Così facendo si evita che con la luce del sole troppo alta, vi sia una sovraesposizione e che le ombre predominino sul soggetto. Fotografare utilizzando la giusta posizione, consente di avere anche una buona composizione. La regola dei terzi può essere una valida tecnica ma non sempre la si può applicare perchè la fotografia faunistica impone la capacità di saper cogliere l’attimo. Pertanto occorre cercare di prevedere l’azione dell’animale, mantenendo l’obiettivo fermo nel punto che si è scelto, in attesa che esso faccia la sua mossa. Tuttavia è consigliato anche cambiare la posizione da cui scattare, per evitare fotografie monotone e simili.

Modalità di scatto

Per quanto concerne le modalità di scatto, in generale occorre utilizzare tempi di scatto brevi come ad esempio 1/200 a salire. L’apertura del diaframma può essere più o meno chiusa e ritrovandosi in uno scenario all’aperto, può risultare gradevole la realizzazione del bokeh (mettendo in risalto il soggetto, sfocando lo sfondo). Ma le variabili sono sono diverse e quindi le regolazioni cambieranno in funzione della luce e dell’ambiente. Fotografia faunistica: il ritratto animale. Un genere fotografico adatto a chi ama la natura, che consente di stare a stretto contatto con la fauna, creando la giusta “familiarità” con il soggetto per portare a casa il tanto ricercato scatto, osservando l’animale con rispettoso silenzio.

L’immagine di copertina è stata scattata da Marco Vancini.

La convivenza con il Covid-19 secondo Gaetano Ricotta

La convivenza con il Covid-19 secondo Gaetano Ricotta . Miei amati lettori vi siete chiesti che significa stare a casa, convivendo con la presenza invisibile del corona virus? Lo sapete quanto benessere sta guadagnando il pianeta con queste restrizioni? Ebbene, prima tra tutte, la diminuzione dello smog, sarebbe a dire un impressionante riduzione delle polveri sottili che hanno causato morti silenti non paragonabili ai morti dello stesso Covid-19 e quindi la possibilità di respirare aria più pulita. Si vedono  scorrazzare gli animali selvatici che escono dai boschi e vanno nelle strade deserte e silenziose. L’igiene sarà migliorata del 300%, non a caso abbiamo imparato a lavarci più spesso le mani. Non si parla più di guerre, non abbiamo più la percezione del terrorismo, il consumismo sfrenato ce lo siamo lasciati alle spalle. Ci siamo digitalizzati, abbiamo compreso che il lavoro in casa si può fare e questo porterà ad utilizzare la rete facendo smart working. Ciò significa che le aziende, finita la pandemia, valorizzeranno meglio questo strumento. Fino a questo punto abbiamo raccontato solo note positive, tuttavia, queste restrizioni imposte alla propria “libera uscita” hanno profondamente rivoluzionato la vita quotidiana. Che cosa ha trasmesso nella psiche di ciascuno di noi, questo castigo divino chiamato pandemia?
La convivenza con il Covid-19 secondo Gaetano Ricotta
Si sente parlare spesso di paura ma è un termine non adatto alla situazione attuale. La paura è un meccanismo di difesa molto efficace, perché ci si difende da qualcosa. Un esempio? “Se vedo un leone che mi attacca corro e mi nascondo in un riparo, quindi mi difendo“. Nella paura c’è sempre qualcosa di determinato, un fattore oggettivamente tangibile da cui proteggersi. Il corona virus invece è qualcosa di intangibile, che non si vede. E’ un qualcosa di indefinito, un entità invisibile che può contagiare chiunque. Da ciò ne può conseguire che la paura si trasforma in un altro stadio che si chiama angoscia, che è un profondo stato di malessere psicofisico che viene portato in essere dalla percezione irrazionale della presenza di un pericolo. Il pericolo aleggia come un fantasma che non si riesce a decifrare e si avverte anche la notte quando si va a dormire. Da una ricerca condotta da alcuni psicanalisti, è emerso che il disturbo del sonno è aumentato del 24%. Dalla clausura, che il virus ci ha imposto, emerge la costante del sogno catastrofico nell’inconscio collettivo, irreale e a volte anche fantastico come se si fosse proiettati  in un’altra dimensione. La teoria della continuità dei sogni ipotizza che gli individui sognano ciò che pensano, di conseguenza se si ha la psicosi della pandemia è inevitabile che sfocia nei propri sogni. In tempi non sospetti, la mente sviluppa i classici problemi quotidiani, quando invece succede qualcosa di straordinario, la mente elabora l’esperienza attraverso il sogno.
 
La convivenza con il Covid-19 secondo Gaetano Ricotta
Il virus, inoltre, ha modificato attraverso le nostre paure la regia amorosa delle vite, facendole precipitare nell’ansia che diventa fobia. Siamo diventati sospettosi di tutti coloro che ci circondano e quello che è un semplice gesto, come un’abbraccio, fondamentale per la nostra serenità, adesso, lo vediamo con sospetto. Le ricadute depressive, in campo sessuale, sono davvero disastrose perchè hanno scardinato le angosce più recondite del nostro essere. Tutto questo avrà una fine! Tornerà di nuovo il sole dell’amore, irromperà con violenza nel nostro quotidiano, metteremo da parte angosce e privazioni e il nostro corpo si libererà dalle angherie subite da un essere, così subdolo, come il virus, reclamando quella dose di sensi positivi e benefici, per tornare a vivere una vita piena e soddisfacente. Tornerà il tempo dell’amore. Gaetano Ricotta e le riflessioni sulla convivenza con il Covid-19. A proposito di quarantena, invece, cosa è successo nel mondo delle MILF? Cosa è successo nel mondo delle infedeltà? Cosa succede a causa della costrizione di una convivenza obbligatoria? 
 
Questo articolo è stato scritto da Gaetano Ricotta