Fotografia di moda: espressione di stile

Fotografia di moda: espressione di stile. Il mondo della moda ha sempre affascinato tutti i fotografi. Rappresenta stile, fascino, eleganza ed è espressione di tendenza. E’ un genere fotografico che ha la finalità di vendere un prodotto dove i “protagonisti” sono di vario genere, che possono essere un capo di abbigliamento, un profumo, un automobile e molto altro. La fotografia di moda è il connubio tra creatività, tecnica fotografica (annessa alla conoscenza delle attrezzature adeguate e all’uso di photoshop utile per la post-produzione) e passione, che evidenzia il senso estetico del prodotto fotografato.

Fotografia di moda: espressione di stile
Fotografia di HenK Veldhuizen.

A chi è destinata la fotografia di moda?

E’ un genere fotografico ambito sia dai professionisti che dai fotoamatori. Per chi vuole fare di questo genere fotografico una professione, è da precisare che esistono diverse sottocategorie di fotografia di moda come la campagna pubblicitaria, che esprime nel modo più diretto possibile il prodotto. Segue la fotografia editoriale di moda, che consiste nel produrre fotografie per riviste, magazine, con lo scopo di descrivere il prodotto attraverso una breve storia. Altro genere è lo Still Life. Ma la rivista di moda è quella più ambita da tutti i fotografi professionisti. In ogni caso, se lo scopo della fotografia fashion è sia professionale che amatoriale, non bisogna mai dimenticare che lo sguardo dell’osservatore non deve concentrarsi solo sulla bellezza della donna ma deve ricadere prevalentemente sugli oggetti di scena che ella sta indossando perchè il fine è quello di vendere il prodotto. Un genere fotografico nel quale il “regista” della scena deve essere abile a ricreare la perfetta armonia tra la fascia di mercato a cui è rivolto il prodotto e la presenza avvenente della donna attraverso l’uso del ritratto fotografico (diviso in primissimo piano, primo piano e figura intera). La bellezza della donna è da definirsi come “essere dolce ed elegante” con la quale si esprime l’essenza dell’oggetto da pubblicizzare. 

Fotografia di moda: espressione di stile
Fotografia di Filippo Passarello.

Fotografia di moda: espressione di stile. Che cosa richiede la fotografia di moda?

La fotografia fashion richiede autorevolezza e molta professionalità, caratteristiche che si ritrovano anche nel genere “glamour” ma totalmente diverso ( dove è il linguaggio del corpo a comunicare, esprimendo l’essenza della donna con una sensualità provocatoria in una sensibilità estetica, senza cadere nel volgare). Infatti molti fotografi, prima di dedicarsi alla fotografia di moda, si dedicano al glamour per fare pratica ed imparare ad approcciarsi con la modella. Il fotografo deve trasmettere sicurezza e fiducia ai propri soggetti, coinvolgendoli nei suoi scatti e metterli a proprio agio. Mostrare segni di ansia e stress, possono rovinare irrimediabilmente le composizioni, trasmettendo negatività ai modelli.

Ma come si organizza uno shooting fotografico di moda? Di seguito trovate qualche piccolo suggerimento.

  1. Ogni servizio deve essere organizzato con cura e se necessita, prepararlo anche qualche settimana prima. Deve essere tutto perfetto, a cominciare da una precisa pianificazione delle cose che serve procurarsi. 
  2. Occorre chiamare un parrucchiere ed un truccatore perchè principalmente la fotografia di moda si basa sulla bellezza del modello e sui vestiti pertanto bisogna accertarsi che il look, i vestiti da fotografare e il make up siano all’altezza della situazione e del set dare realizzare.
  3. La location idonea è uno studio fotografico attrezzato in modo da avere con sè tutte le attrezzature necessarie, con la possibilità di controllare e misurare la luce, evitando zone d’ombra indesiderate. Inoltre può capitare, di avere bisogno di un’altra sorgente di luce in condizioni di scarsa illuminazione, evitando di fotografare col flash tenendolo puntato sul viso del modello/a. Invece, se si decide di scattare all’esterno, occorre individuare la location, tenendo in mente di trovare la giusta ambientazione in funzione del tema dello shooting. Ad esempio, se il look della modella è provocante, la location idonea potrebbe essere il contesto urbano. Oppure, se il look è primaverile o estivo, la scelta migliore è quella di fotografare in un campo di grano, un campo fiorito, in riva al mare.
  4. Sono vari gli accessori da includere nella composizione fotografica tra cui uno in particolare: lo specchio. Un accessorio utile per prendere la giusta esposizione (senza riprendere voi stessi e le luci, che possono riflettersi) con il quale si può ritrarre il modello/a di fronte, di lato e di schiena. Un aiuto in più per sperimentare diverse pose.
  5. Cambiare inquadratura per dare un tocco diverso all’immagine.
  6. Si può decidere di fotografare da soli ma la presenza di un assistente, è sempre un vantaggio per variare le impostazioni delle luci, cambiare il set.
  7. Se siete alle prima esperienza, si può cercare un’aspirante modella con delle caratteristiche congrue alla situazione e trarre spunto anche sfogliando riviste.

Fotografia di moda: espressione di stile. Un genere fotografico che affina le proprie conoscenze fotografiche, dettata da stile, bellezza e creatività.

L’immagine di copertina è stata scattata Claudio Carpinato.

 

Fotografia di moda: espressione di stile
Fotografia di Heinric Habor.

Fattore tempo: percezione mutevole quotidiana

Fattore tempo: percezione mutevole quotidiana. “Mi chiede il tempo di mia vita il conto. Rispondo: il conto mio richiede il tempo, nè di tanto si può perduto tempo, senza tempo ed error render conto”. (Cit. Anonimo). Il tempo è un fattore misterioso e sfuggente che svolge la funzione di “regolatore della quotidianità“, in base al quale tutti gli uomini, appunto, regolano e trascorrono la propria giornata. Infatti, a volte, sembra che non trascorra mai, sopra tutto nei momenti in cui lo si impiega per svolgere qualche cosa di poco gradevole. Altre volte, invece, nei momenti di totale armonia e svago, si ha la percezione come il tempo sia fulmineo. Sembra ma non lo è perchè il tempo è sempre uguale in tutte le condizioni, belle o brutte che siano. Senza andare a fondo su quale sia la  definizione sul tempo che filosofi, scienziati, artisti e poeti che hanno interpretato e che si conoscono, il tempo stesso è fatto di ore, minuti e secondi e fa parte della vita quotidiana. Questo perchè il tempo, pur essendo sfuggente e mutevole, è la dimensione nella quale si concepiscono e contestualmente si misurano gli eventi. Anche gli eventi stessi cambiano, si evolvono, si succedono e a volte si ripetono per una serie di circostanze per i quali non esiste un perchè. Semplicemente accadono. Non è possibile toccare con mano il tempo ma lo si vive, tra i “meandri” dei ricordi più nascosti della propria intimità e quello dell’esperienza acquisita. Ma le fasi della vita che si susseguono, risultano essere anche dei fattori estremamente preziosi per la “loro capacità temporale” di cambiare, dove il tempo può rivelarsi più utile e produttivo da impiegare su qualcosa che possa risultare prosperoso e valido per il proprio presente e per un futuro prossimo. Con ciò, non significa che il tempo che è stato, sia da rimuovere. E’ passato, è maturato tale da divenire esperienza da cui trarre solo vantaggio, oltre che essere una serie di ricordi. 

Come è possibile classificare il tempo?

Il fattore tempo è uguale per tutti ma è estremamente soggettivo per come lo si impiega, tanto da poter essere definito come una “percezione mutevole quotidiana”.

  1. E’ una percezione poichè si percepisce che il tempo stia trascorrendo in funzione, ad esempio, di scadenze dovuto a lavori da consegnare che si avvicinano o per il semplice motivo per come passano le giornate, se osservate durante le sue fasi (alba, ore centrali, pomeriggio, tramonto, notte).
  2. Mutevole, dal punto di vista introspettivo ed emotivo, se lo si analizza negli aspetti più intimi, in funzione di ciò che ogni individuo ha vissuto nel proprio passato, recente e remoto, “segnandolo” con emozioni positive ma anche negative.
  3. Quotidiana perchè accompagna ogni momento della giornata. 

Contestualmente, in funzione delle esperienze vissute e che si vivono, il tempo stesso si divide in fasi che si alternano secondo il percorso passato, presente e futuro. Il passato identifica e rappresenta l’insieme degli eventi già accaduti e vissuti. Ad esso, segue il presente che è l’attimo successivo a ciò che è appena trascorso, con gli eventi che si stanno susseguendo in questo preciso momento. Mentre il futuro, altro non è che una serie di avvenimenti che devono accadere. Da ciò ne consegue che il tempo è il fattore attraverso il quale si ha vissuto, si vive e si vivrà.

Il tempo e l’adesso del qui ed ora

Per quanto difficile possa essere, non bisogna “fossilizzarsi” a pensare su ciò che è stato e su ciò che sarà. Tuttavia, a volte, forse spesso, succede di focalizzare il tempo solo ed esclusivamente sui propri ricordi, rifugiandosi esclusivamente tra i propri pensieri ( e probabilmente anche tra i propri sogni) ma totalmente inutili nel momento in cui questi prendono il sopravvento, sprecando del tempo, appunto. Se mai, a volte, impiegare il tempo a pensare al passato, può servire per spezzare momentaneamente la routine quotidiana ed in piccola parte a capire ciò che nella vita di ognuno sia accaduto ma senza andare a fondo perchè ormai, appunto è successo. Può essere utile per fare un pò di introspezione che non guasta mai, perchè l’uomo non è perfetto ed è fallibile, impiegando più tempo del dovuto a guardare gli effetti e gli altri che non se stessi.  Tutti sbagliano, rimanendo spesso nella presunzione di avere ragione ma non è mai così. Come è sbagliato soffermarsi a pensare solo ad un futuro angosciante o comunque diverso da ciò che si può proiettare perchè appunto ancora deve avvenire. Bisogna cercare di avere la consapevolezza e concentrarsi sul presente che si è trasformato come “frutto dell’esperienza acquisita” e dell’adesso del qui ed ora, perchè l’unica cosa a non essere cambiato è proprio il tempo perchè è trascorso. Spesso e volentieri, il tempo viene tralasciato al suo “percorso” in virtù del fatto che si pensa di averne a sufficienza. Il tempo è assolutamente prezioso ed oggi, più che mai.  E’ da identificare nel “qui ed ora“, l’adesso che sta accadendo. Concentrarsi sul “qui ed ora” significa non identificarsi con la propria mente, perchè il  pensare troppo, comporta a causare e ad ampliare i problemi. Significa attualmente accettare la situazione per quella che è, senza vivere alla giornata ma programmando e pianificare per ciò che avverrà. Nonostante possa essere difficile perchè tutti gli eventi che si sono vissuti sono accaduti in un presente che oggi è passato e quelli futuri accadranno in un momento che non è adesso.

Fattore tempo: percezione mutevole quotidiana. Il tempo oggi

Il tempo trascorre inesorabilmente e a volte, come un fiume in piena, arriva travolgendo ogni cosa che incontra durante il suo cammino. E’ un istante e il silenzio irrompe tra le vie delle città. E’ il mondo di oggi. Attualmente, si vive in una condizione di quarantena come prevenzione necessaria per combattere il Covid-19, che con la sua marcia invisibile, drasticamente, ha cambiato la vita e le abitudini di tutto il mondo. Il tempo continua a scorrere come se nulla fosse, rendendo i giorni uguali agli altri, evidenziato dal tic-tac delle lancette dell’orologio che rompono il silenzio circostante, dove al suo cospetto, tutti gli uomini si propongono a vivere una quotidianità anomala presentandosi tutti uguali davanti al suo cospetto, che come un giudice imparziale presenta il conto. Il tempo è prezioso e con la consapevolezza di averne molto più oggi rispetto a prima, sfruttatelo per dedicarlo a voi stessi. Sfruttatelo per riscoprire l’importanza dei valori, principi sani sostituiti dall’era del digitale trasformandola nell’era dell’apparire. Sfruttatelo, utilizzandolo alla ricerca di qualcosa di costruttivo per un futuro che si preannuncia completamente diverso dal quale siamo stati abituati. 

Fotografia d’autore: l’alba

Fotografia d’autore: l’alba, che come il tramonto, è uno dei momenti più affascinanti da osservare. Il sorgere del sole è un insieme di colori caldi e soffusi che illuminano le prime ore di un nuovo giorno. Si innalza nel cielo, nel passaggio tra la notte ed il giorno, creando atmosfere particolarmente suggestive. E’ un momento della fotografia paesaggistica che si desidera fotografare perchè riesce a regalare agli occhi dell’osservatore grandi emozioni. Tuttavia, fotografare l’alba non è semplice come si possa pensare, in virtù del fatto che bisogna tenere conto della sua cromaticità che, caratterizzata da una predominanza di rosso e arancione, deve essere equilibrata con la luminosità dell’ambiente circostante. Di seguito trovate i consigli per realizzare la vostra fotografia d’autore. 

Fotografia d'autore: l'alba
Fotografia realizzata da Lefteris Arslanoglou.

Cosa bisogna fare per effettuare scatti d’autore come l’alba?

Come prima cosa da fare, è opportuno effettuare un sopralluogo del posto da cui si vuole scattare, possibilmente all’alba. Tenendo conto da dove sorge il sole, occorre valutare i punti luce per studiarne gli effetti che si desiderano riprodurre nella fotografia. Inoltre, è importante pianificare e provare le inquadrature, studiando gli elementi da introdurre nella composizione. Un altro fattore da non sottovalutare sono le previsioni del tempo, evitando di scattare con un cielo eccessivamente nuvoloso. Il cielo parzialmente nuvoloso o totalmente limpido, sono un’ottima tela bianca su cui poter lavorare.

Fotografia d'autore: l'alba
Fotografia di Antonio Treccarichi.

Che tipo di attrezzatura occorre usare e quali sono le modalità per fotografare l’alba?

Prima di tutto, per qualsiasi genere fotografico, un consiglio fondamentale è sempre quello di scattare in formato RAW, al fine di avere una buona qualità dell’immagine e agevolare le modifiche da apporre in fase di post-produzione. In questo genere fotografico. la composizione è rilevante perciò che si vuole comunicare attraverso l’immagine. Pertanto è da considerare come integrare l’alba all’interno della fotografia, se inserendola come scenografia o come soggetto principale. Se si decide di utilizzare il sole come elemento da sfondo della scenografia, occorre usare un grandangolo. In caso contrario, si può optare per un teleobiettivo come un 18/200mm o un 18/300mm per le mezze formato o APS-C ed obiettivi 70/200 per le full frame. Tuttavia, la scena  da riprodurre può essere varia, in base anche all’uso dell’apertura del diaframma, che ponendola tra f/9 ed f/11 ad esempio,  si ottiene un’inquadratura omogenea dell’intera immagine. Al contrario, se si opta per un’apertura focale  pari a f/5,6, l’alba risulta essere lo sfondo, evidenziando gli elementi più vicini. Come modalità di scatto, è possibile utilizzare sia la priorità di diaframmi (che in funzione dell’apertura del diaframma regolata manualmente, consente l’impostazione automatica del tempo di apertura dell’otturatore calcolata dall’esposimetro) che la priorità dei tempi ( che a sua volta, consente  l’impostazione automatica del valore di apertura del diaframma calcolata dall’esposimetro in relazione al tempo di scatto impostato manualmente). Ma la migliore modalità di scatto è quella in modalità manuale, che consente di avere il pieno controllo di tutte le impostazioni fotografiche e giostrarle a proprio piacimento in funzione del risultato da raggiungere. Una regola fotografica, valida per tutti i generi fotografici ma estremamente utile in questo caso è la regola dei terzi ( che consiste nel dividere l’immagine in terzi e pone il soggetto in un punto dove si intersecano le linee).

Fotografia d'autore: l'alba
Fotografia di Salvo Di Vento.

Come bisogna impostare la reflex?

Poichè è necessario scattare nelle primissime ore del mattino, è consigliato di regolare l’ISO con valori compresi tra 100 e 200 per evitare di creare del rumore nella vostra immagine. Altresì, l’uso di ISO bassi consente di creare sfumature vivaci dovuto alla presenza di colori vivaci). Essendoci poca luce e per “catturare” al meglio le sfumature del cielo, occorre scattare tempi di scatto lunghi, con valori da 1s a salire (creando anche gli effetti Seta o il Light Trails) con il supporto di un treppiede che evita il micromosso. Altro fattore da non sottovalutare è l’esposizione dove la presenza di vari colori, può rendere la foto in alcune parti sottoesposta e in altre, sovraesposta. Fotografando l’alba non si trova la giusta esposizione e per far ciò, è consigliato di utilizzare la funzione SPOT (che consiste nel trovare una media delle esposizioni effettuate sul cielo. Tra le varie esposizioni effettuate, quella più idonea è quella con un punto luminoso medio, vicino alla luce del sole, escludendolo dall’esposizione stessa). Sicuramente verranno effettuate diverse prove e tra queste, con l’alba, è possibile ricreare anche la Silhouette (per la cui realizzazione, occorre misurare l’esposizione vicina al sole, per cui il soggetto in primo piano tende a risultare come una macchia nera). Infine, l’ultima fase del tanto ricercato scatto è l’uso di photoshop, utile ai fini della post-produzione

Fotografia d'autore: l'alba
Fotografia di Pal Rune Lien.

Fotografia d’autore: l’alba. In conclusione non resta che fare tanta pratica e bisogna ricordare che l’alba, nelle sfumature dei suoi colori, è fonte di ispirazione per la propria creatività, che non pone limiti alla propria fantasia attraverso la quale, è possibile fotografarla in diversi modi, sfruttando i suoi giochi di luce ed ombre. Alba: un’istante magico dove tutto può succedere tra le sue sfumature di luce sospesa. 

L’immagine di copertina è stata realizzata da Jose Pedrero.

Fiore di loto: il simbolo della purezza

Fiore di loto: il simbolo della purezza è una pianta acquatica che cresce nel fango e appartiene alla famiglia delle Nelumbonaceae. E’ usata come pianta ornamentale dei laghetti artificiali e degli stagni ed è caratterizzato da foglie molto decorative, oltre che commestibili e possono raggiungere il diametro di oltre un metro. I fiori sono estremamente colorati, costituiti da una ventina di petali multicolore, che possono essere il rosa, il rosso, il giallo e il bianco e sono molto profumati. Sbocciano nel periodo estivo tra Giugno e Settembre. Esistono due varietà di questo incantevole fiore:

  1. Nelumbo lutea ( o loto americano) che cresce nell’America centro meridionale (ma nell’America del nord, è diffuso come prodotto alimentare).
  2. Nelumbo nucifera, ( o loto indiano) che invece è diffusa sia in Asia che in Australia.

Il fiore della purezza, vanta una storia millenaria e nonostante nasca dal fango, rimane sempre pulito. E’ un simbolo molto religioso, legato al buddismo, secondo cui una leggenda narra che la sacralità dei fiori di loto derivassero dal fatto che cominciassero a sbocciare lungo i cammini percorsi dal piccolo Budda. Ma risulta essere legato anche all’induismo come concetto di benessere, dove la postura tipica dello Yoga, (posizione a gambe incrociate con le mani sulle ginocchia) indica appunto la meditazione. Per questo, il simbolo della purezza multicolore, viene considerato come oggetto della ricostruzione spirituale. Per queste culture, regalare ad una persona il “simbolo della purezza”, è segno di stima e di ammirazione per aver raggiunto i suoi obiettivi di vita. Simbolo così apprezzato da essere riprodotto anche tra i tatuaggi, sopra tutto nel corpo femminile, come segno della forza con la quale si è in grado di superare qualsiasi avversità della vita. Secondo alcuni studiosi, il loto è in grado di regolare la temperatura dei propri fiori, in grado di attirare gli insetti impollinatori anche nei climi più freddi. Il fiore di loto è totalmente commestibile ma solo quello Indiano contiene diverse proprietà benefiche, utilizzate secondo tradizione nella medicina popolare ( a quanto pare, pur avendo delle proprietà benefiche, non è utilizzabile a scopo terapeutico). Vediamo quali sarebbero queste proprietà benefiche.

  1. Consente di curare la diarrea con la presenza della nuciferina, della ramerina e dei tannini, utilizzando i semi.
  2. I fiori, invece assumono un effetto astringente contro le emorragie. Inoltre è usato per i disturbi gastrointestinali ed è impiegato nel trattamento contro il colera e le infestazioni da vermi.
  3. La nuciferina, a sua volta, ha delle caratteristiche simile alla clorpromazina, usato per disturbi ansiosi, psicosi e dolori vari.
  4. La presenza della quercetina contiene proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. 
  5. Favorisce il dimagrimento.
  6. I suoi estratti sono in grado di esercitare una funzione antitumorale per il cancro al colon.

Ma attualmente è usato sia nella cosmesi (come potente anti-cellulite, per le proprietà astringenti e rinfrescanti) che nella cucina. In questo caso, vengono adoperati i fiori, i semi e le foglie piccole. Quelle grandi, invece vengono usate per avvolgere gli alimenti oltre che essere usate per la preparazione del thè e di infusi. In ultima analisi, il loto americano, definito come loto giallo (per via dei petali dal colore giallo pallido), è usato essenzialmente per scopo ornamentale e alimentare, essendo anche commestibile. Fiore di loto: il simbolo della purezza, delicato nel suo profumo, forte nei suoi colori, come invito ad una vita piena sana e prosperosa. 

Nuvole: consigli per fotografarle

Nuvole: consigli per fotografarle. Le nubi sono un insieme di micro particelle di vapore acqueo e cristalli di ghiaccio, che assumono diverse forme e colori. A volte, sono candide come la neve, dall’aspetto morbido e soffice, come se fossero dei pezzi di cotone sospesi nel cielo. A volte, sono evanescenti come il fumo. Figure astratte, che disegnano, colorano il cielo e contornano il paesaggio su cui fluttuano. Osservate all’alba, al tramonto e a qualsiasi ora del giorno, trasmettono infinite emozioni, poichè consentono di ripercorrere i desideri più intimi, nascosti tra i propri sogni (non a caso, si dice di avere la testa tra le nuvole). Proprio per questo, le nuvole sono fonte di ispirazione per molti fotoamatori. 

Ma come si fotografano le nuvole?

Come prima cosa , occorre sapere che questa tipologia di scatto è soggetta a diverse variabili atmosferiche e di luce. Possono essere sia il soggetto della fotografia che incluse nel paesaggio che si vuole fotografare e questo genere è un buon campo di prova per dare sfoggio alla propria creatività. Se si desidera fotografare “da vicino” le nuvole e averle in primo piano nella vostra fotografia, è consigliato utilizzare un grandangolare o un teleobiettivo, come il 18/200mm o il 18/300mm per le mezze formato e 70/200 per le full frame. Invece, se si decide di porre le nuvole in fondo al paesaggio, va benissimo un 18/140mm o anche un 18/105 per le mezze formato o APS-C (70/120mm per le full frame).  Caratteristiche per questo genere di scatti, sono le fotografie effettuate all’alba o al tramonto, che garantiscono effetti di luce davvero emozionanti, ricchi di cromaticità, dove per queste fotografie, per ottenere la migliore nitidezza, è consigliato impostare i valori dell’ISO fino a 800. Altro componente da impostare è il diaframma. L’impostazione del diaframma sarà uguale a f5/6, se il cielo è nuvoloso. Invece, se la giornata è molto soleggiata, occorre chiudere il diaframma con un valore pari da f/9 in su, in funzione dell’immagine da realizzare, impostando i valori dell’ISO tra 100 e 200, per evitare il “rumore” e la sgranatura dei pixel dell’immagine. Contestualmente con il calare della luce, lo scenario che sia crea è particolarmente suggestivo e  non è più possibile poter scattare a mano libera e in tali situazioni occorre usare il treppiede. L’uso di questo utile attrezzo è importante, in quanto evita qualsiasi forma di micromosso, sopra tutto nei tempi di scatto a lunga esposizione, ricreando l’effetto seta.

Nuvole: consigli per fotografarle
Fotografia di Antonio Treccarichi.

Per ricreare degli effetti unici, si consiglia l’uso di un filtro polarizzatore per eliminare i riflessi. Un consiglio fondamentale, è quello di stare attenti alla sovraesposizione, perchè si rischia di bruciare la foto. In ultima analisi, come in ogni fotografia, è sempre consigliato effettuare lo scatto in formato RAW in modo da avere una buona qualità dell’immagine per poterla lavorare tranquillamente a Photoshop, nella fase di post-produzione, in quanto è utile per sistemare il contrasto ed il dettaglio, interagendo su ombre e luci (ovviamente sta al fotografo, decidere come realizzare a proprio piacimento la foto).

Nuvole: consigli per fotografarle. La fotografia è il potente mezzo della comunicazione non verbale, dove attraverso una semplice immagine, esprime pensieri ed emozioni, anche quelle più intense. Non pone limiti alla propria creatività, superando i confini della propria fantasia, liberandola. Così come le nuvole, sono figure che si librano nel cielo, dipingendolo, scorrendo libere, trasportate dal vento da essere la musa della propria intimità. 

L’ immagine di copertina è stata realizzata da Kaleelur Rahuman Kaleelur Raheem.

Nuvole: consigli per fotografarle
Fotografia di Antonella Oddo.

Sogni: il viaggio verso l’intimità

Sogni: il viaggio verso l’intimità. Cala la notte e arriva il momento di dormire, fase nella quale i sogni prendono “vita”. A volte risultano essere confusi, a volte sono così chiari da ricreare uno shock al proprio risveglio poichè dopo un attimo di confusione si ci rende conto che quell’immagine è stato appunto un sogno. Nella fase del sonno, queste immagini proiettate dalla mente diventano una realtà parallela inconscia, ricreata dalle emozioni, dai pensieri e dai ricordi che ogni singolo individuo vive durante il giorno. A volte succede di ricordare poco o nulla di ciò che si è sognato, apparendo l’immagine confusa. Talvolta succede di ricordare perfettamente ciò che la “realtà parallela ricreata dal sogno” ha riprodotto, rendendola così vera, in grado di regalare infinite emozioni, negative o positive. Qualche volta prende il sopravvento la paura e la proiezione di immagini negative generato dai cattivi pensieri e dalle preoccupazioni della quotidianità. Altre volte, i sogni sono riprodotti da ricordi sopiti, emozioni represse che ritornano nella mente, riproducendo la realtà dei pensieri desiderati. L’atto del dormire, come l’analisi dei sogni, sono delle funzioni umane oggetto di profondi studi, scientifici e psicologici, per le quali esistono diverse risposte. In ogni caso, qualsiasi sia la risposta, il dormire è una funzione di fondamentale importanza, in quanto consente all’organismo umano di riposare e recuperare energia fisica e mentale per affrontare al meglio l’alba che verrà. Chiusa questa piccola parentesi sull’attività del dormire, i sogni sono una conseguenza dell’atto pratico dell’appisolarsi.

Sogni: il viaggio verso l'intimità
Fotografia di Marinella Cor.

Cosa sono i sogni?

Queste visioni oniriche proiettate dalla mente, hanno alimentato sin dai tempi antichi la curiosità umana. Gli antichi, interpretavano il sogno come il mezzo usato dagli dei per entrare in contatto con l’uomo. Ma diverse sono le teorie su cosa sia un sogno e diversi ne sono i significati. Raramente il sogno viene ricordato ma la mente proietta le immagini di questa “vita parallela” creata dal desiderio e dall’immaginazione. Una condizione nella quale, idee, affetti, ricordi dettati dal conscio (tutto ciò che si conosce), vengono trasformati dall’inconscio (parte sommersa e sconosciuta da noi stessi) in qualcosa che sembra reale. 

Come avvengono i sogni?

Durante la fase del dolce riposo, il corpo riposa mentre il cervello produce onde elettromagnetiche specifiche che riproducono delle immagini (dette effervescenze o visioni iperagogiche). Durante il sonno, queste immagini “cullano” l’individuo, trasportandolo verso quella realtà parallela definita meglio come “viaggio interiore“. Un passaggio delicato, in cui l’uomo abbandona il controllo del proprio corpo per entrare in uno stato di paralisi dei muscoli attraverso la fase REM (acronimo di Rapid Eye Movement, ovvero movimento rapido degli occhi) indispensabile per dormire bene. Avviene successivamente alla fase del così detto “sonno leggero”, chiamata fase NREM. Durante la notte, il sonno è caratterizzato da una struttura ciclica costituita a sua volta da 4/6 cicli della durata di circa 60/90 minuti ciascuno. La fase NREM (sonno lento), dura più di quella REM. Con il passare delle ore, la fase Rem (che ha una durata del 20/25% del tempo che si passa a dormire), definita come fase di “sonno paradossale“, i muscoli si rilassano mentre il cervello è in piena attività. A sua volta, la fase REM si divide in :

  1. Fase tonica dove i muscoli risultano poco tonici;
  2. Fase fisica che si sovrappone a quella precedente ed è caratterizzata da una serie di scariche oculari, dove gli occhi, la lingua e i muscoli del corpo si muovono rapidamente; il battito cardiaco diventa irregolare e la pressione sanguigna è variabile. 

In questo stato di sonno, l’individuo perde coscienza, non avendo più nessun tipo di appoggio sul mondo esterno, sia sensoriale che psicologico. Ad un conseguente brusco risveglio, il soggetto vive la fase della “paralisi del sonno“, rompendo il legame tra sogno e realtà, accusando contestualmente attimi di confusione e disorientamento. I sogni, sono a volte un vago ricordo e a volte sono chiari come se fossero vissuti realmente, da essere ricordati. A tal proposito, in base a degli studi effettuati negli anni 50 dagli studiosi Aserinsky e Kleitam, è stata ipotizzata una correlazione tra i sogni e la fase REM. Secondo gli studiosi, chi veniva svegliato durante questa fase, nell’80% dei casi, un sogno veniva ricordato. Percentuale notevolmente ridotta al 20%, per chi invece veniva svegliato durante la frase NREM. Altri studi avvenuti successivamente, concentrati per lo più sulla fase del sonno lento (fase NREM), i sogni sono stati interpretati come fatti di vita quotidiana espressi dall’attività cerebrale durante il sonno. Altri studi, hanno confermato che la possibilità di ricordare un sogno, dipenda proprio dal risveglio dell’individuo avvenuto nella fase del sonno. Se è brusco, le possibilità di ricordare sono maggiori rispetto a quello di un lento risveglio.

A cosa servono i sogni?

Mediamente, una persona sogna per circa due ore a notte e non esiste certezza che indichi a cosa servano. Alcuni ricercatori sostengono che queste immagini fantastiche non portino a nulla ed altri il contrario. Il sogno, qualsiasi sia il suo scopo, è un’esperienza emotiva nata dal profondo del proprio animo. Nei sogni, spesso e volentieri, vengono “raccontati” sia situazioni inimmaginabili che proiezioni di un io diverso, dettato dal puro e semplice desiderio di avere qualcosa che non si ha. Esprimono la propria intimità, facendo rivivere le proprie emozioni. Citando una frase di Freud, “i sogni sono adempimenti camuffati di desideri repressi“. Non è certamente provato ma i sogni contribuiscono ad attenuare stress e traumi, perchè consentono di trovare equilibrio psichico. Infatti, le paure e i problemi, ma anche i desideri più nascosti e tutte le emozioni, vengono rappresentati da immagini oniriche. Sono dei pensieri e degli stati d’animo che si evolvono appunto in una realtà nettamente parallela e profonda, ma non vera. Non è vera in quanto il sogno rimane solo una proiezione di “vita alternativa” dove non vi è possibilità alcuna di poter mangiare, riprodursi (anche se stimola l’eccitazione, sia nell’uomo che nella donna) o svolgere a qualsiasi attività concreta della vita quotidiana, rimanendo appunto solo un sogno. A merito, esistono delle teorie, come quelle di Jung, dove i sogni:

  1. Svolgerebbero la pulizia del sistema nervoso.
  2. Stimolerebbero la corteccia cerebrale, essenziale per lo sviluppo del bambino.
  3. Riorganizzerebbero gli schemi del sistema nervoso centrale.
  4. Produrrebbero la scarica di impulsi fisiologici nei bambini, mentre istintuali negli adulti.
  5. Dovrebbero selezionare le informazioni accumulate durante il giorno e memorizzar solo ciò che è necessario.
  6. Procurerebbero  soddisfazioni ai desideri.
  7. Fornirebbero delle soluzioni ai problemi emotivi, per un miglior rendimento nella quotidianità.

I sogni sono unici per ogni individuo e consentono di descrivere quello che si prova in quel preciso istante. Pertanto, psicologicamente, invece, avrebbero la funzione di:

  1. Il sogno è l’espressione del proprio io e serve a ricostruire la propria personalità nella sua unicità, riproducendo situazioni ben definite con dialoghi precisi.
  2. Il sogno, pur ricreandosi nella notte, spesso prosegue durante l’intera giornata, plasmandosi con la propria realtà, influenzandola.
  3. Interagisce con i propri elementi costitutivi e con le caratteristiche attive di quel momento, correlate alla propria intimità.

In ultima analisi, il sogno, anche se ricorrente, non è mai identico a quello precedente in quanto si ricrea in “momenti notturni” diversi, dovuto alle condizioni emotive diverse vissute dall’uomo. Ragion per cui, esistono tre tipologie di sogni, ovvero il sogno sognato, il sogno ricordato ed il sogno raccontato. Questo perchè è pressochè impossibile riuscire a raccontare o a ricordare in maniera precisa il sogno. Infatti, capita di raccontarlo, ricostruito in buona parte.

Sogni: rappresentazione delle proprie emozioni. Gli argomenti sui sogni sono innumerevoli. Sono unici, come le persone, che di notte, vivono una realtà parallela, quasi reale, da toccare con mano. I sogni sono l’emblema del proprio io, che riproducono le proprie emotività, più represse e più recondite. Un viaggio interiore, profondamente intimo, da vivere intensamente tra i propri ricordi, sopiti nel tempo. Noi siamo ciò che sogniamo perchè siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni (Cit. William Shakespeare)

L’immagine di copertina è stata realizzata dalla fotografa Marinella Cor.

 

Nebbia: suggestione nella fotografia

Nebbia: suggestione nella fotografia ma anche una condizione atmosferica particolare che rende la  fotografia teatrale e misteriosa. La presenza della nebbia modifica l’immagine, in quanto funge da correttore, alterando la luce, diffondendola in diverse direzioni. Una scena caratterizzata da poco contrasto ed immagini poco chiare ma che cela un effetto velato, in cui il soggetto (paesaggio, persona o animale che  sia) tende a risultare nascosto e misterioso. La luce graduale illumina tutta la scena, aumentando il senso di profondità e la prospettiva della fotografia, donandole anche un aspetto morbido e vellutato (effetto seta). Questo avviene in funzione di tempi scatto a lunga esposizione, rendendo la foschia più setosa ed uniforme. Inoltre, il senso della profondità dipende dalla distanza dei soggetti dall’obiettivo. Infatti, più aumenta la distanza tra gli oggetti e l’obiettivo, maggiore sarà la quantità di nebbia che si ottiene nel rapporto tra obiettivi e protagonisti della scena. Pertanto ne consegue che, più lontano è il soggetto, più la profondità risulta evidente. Contestualmente può succedere di creare un effetto poco intrigante, in quanto l’intensità della luce, a causa della ridotta visibilità derivata dalla presenza della nebbia, può rendere la foto piatta, perchè oscura i particolari. Più la nebbia è fitta e più la diffusione della luce, tende a diminuire. Quindi, l’elemento su cui lavorare in questo genere di fotografie, è la luce. 

Quale è la maggiore difficoltà in questo tipo di fotografie?

In questo scenario fantastico, la maggiore difficoltà risulta essere l’esposizione poichè per mettere correttamente a fuoco l’intera immagine, è opportuno scattare con tempi di esposizione lunghi, come da 1S a salire. Ma maggiore è il tempo di scatto, maggiore è la possibilità di creare nella fotografia a mano libera il micromosso. Pertanto è necessario l’uso di un treppiede e l’ausilio di uno scatto remoto, al fine di non alzare l’ISO, impostandolo con valori compresi tra 100 e 200. Poichè è possibile fotografare la nebbia sia da alture che ad altezza uomo, in quest’ultimo caso, in base alla luce naturale che l’ambiente propone, può succedere che il fascio luminoso, sia di fronte a voi. In questo modo, i soggetti che verranno fotografati, risulteranno scuri, in modo tale da riproporre il noto effetto silhouette.

 

Nebbia: suggestione nella fotografia
Fotografia di Enrico Raimondo.

Esistono precauzioni da prendere per realizzare le fotografie con la nebbia?

Nebbia: suggestione nella fotografia, dove la foschia risulta essere una scenografia surreale ma che può essere il soggetto dell’immagine. In ogni caso, trattandosi di fotografia paesaggistica e considerando che in queste condizioni climatiche l’aria è umida e bagnata, occorre prendere delle precauzioni per sè stessi e la propria attrezzatura. Stare a contatto con la natura significa anche dover stare per diverse ore fuori casa. Per cui, si consiglia di avere appresso una torcia, acqua, abbigliamento comodo e caldo e tutto ciò che concerne la sopravvivenza. La realizzazione della foto potrebbe impiegare diverso tempo percià sarebbe utile avere delle batterie di scorta e avere delle protezioni che non rovinino la vostra reflex (anche se tropicalizzata), per scongiurare l’effetto condensa. Inoltre, è consigliato di partire con l’obiettivo adatto già installato sulla fotocamera poichè il sensore, è sempre esposto all’umidità durante il cambio degli obiettivi in ambienti aperti.

Come si realizza questo genere di fotografie e che tipo di attrezzatura è consigliata?

Generalmente, la nebbia è presente durante le prime ore del mattino e verso la sera ma in alcuni casi, perdura durante tutto il giorno. In ogni caso, all’alba, al tramonto o in altre ore della giornata che siano, è possibile realizzare degli scatti molto suggestivi. Trattandosi prevalentemente di paesaggio, per questo genere fotografico, è possibile usare gli obiettivi grandangolari che i teleobiettivi come i 18/140, 18/200 e il 18/300 per le mezze formato o il 70/200 per le full frame. Per avere tutto lo scenario a fuoco, occorre chiudere il diaframma con valori compresi tra f/11 e f/22. Oppure si può decidere di lavorare con un diaframma compreso tra f/3,5 ed f/5,6, se si decide di accentuare l’effetto nebbia.

Nebbia: suggestione nella fotografia
Fotografia realizzata da Marco Photos Vancini.

Un valido aiuto può risultare il filtro polarizzatore che attenua la foschia. Infine la post-produzione serve ad effettuare le dovute modifiche, in base a ciò che si vuole realizzare. Ma le foto con la nebbia, risultano spesso un pò grigie e pertanto si potrebbe osare trasformando la fotografia in bianco e nero. In caso di presenza di colori, molto probabilmente, si dovranno aumentare la vividezza o la saturazione dei colori, se ci sono elementi a cui bisogna ravvivarne il colore. Tutto in virtù ovviamente delle idee del fotografo. Nebbia: suggestione nella fotografia. Momenti surreali, dove il pittore della luce, dipinge attimi, caratterizzati dal silenzio che offusca la mente, predisponendola ai sogni.

L’immagine di copertina è stata realizzata dal fotografo Rajanir Photograpy.

Tatuaggio: analisi di un segno quasi indelebile

Tatuaggio: analisi di un segno quasi indelebile. Negli ultimi anni, la tattoo mania, si è diffusa in modo esponenziale. Infatti sono numerosi i corpi, sia maschili che femminili, appartenenti a tutte le fasce d’età che esibiscono queste decorazioni. Ogni tatuaggio è personale e diverso dall’altro. Si vedono incisi i propri nomi, frasi lunghe o brevi, in qualsiasi lingua, e disegni diversi, variopinti o monocromo. C’è chi decide di incidersi  gran parte del corpo e chi decide di tatuarsi parti piccole, come segno intimo e personale. Qualsiasi siano i tatuaggi espressi sul proprio corpo, hanno tuttavia origini lontane. Infatti la nobile arte di decorare la propria pelle, risale al tempo delle tribù, dove il tatuaggio era un chiaro segno distintivo, realizzato per riconoscersi e comunicare. Tutt’oggi, nell’era della comunicazione non verbale, dove a parlare sono le immagini, il tatuaggio è un chiaro segno di espressione, atto ad esprimere se stessi. Se l’abbigliamento, tende a marcare la propria identità, affinandola, i tatuaggi spesso e volentieri, tendono a raccontare l’essenza della persona, descrivendo ed evidenziando la propria intimità, oltre che la propria storia. 

Cosa si cela dietro la scelta di incidere sulla propria pelle un tatuaggio?

Le ragioni sono molteplici. Spesso si decide di tatuare una parte del proprio corpo, qualsiasi, in virtù del fatto di aver superato un dolore, o raccontare un evento della propria vita che è cambiata anche grazie ad un lieto evento, come ad esempio la scelta di incidere il nome del proprio figlio/a. Per alcuni, l’incisione del tatuaggio, ha anche  un significato sessuale ed erotico. Esibire un tatuaggio in parti “nascoste, esibendolo con il vedo e non vedo, per alcuni, ha un richiamo di natura selvaggia ed indomabile, tratto tipico dell’eros. Per altri, è anche un segno di virilità, che può essere sexy, dimostrando perchè no, una certa dose di coraggio a distinguersi dalla massa. Questi sono una piccolissima parte di motivi che spinge l’uomo o la donna che sia, a trasformare il proprio corpo in una tela bianca da adornare a proprio piacimento. Come in ogni cosa, esiste il rovescio della medaglia. Infatti succede che non a tutti possa piacere l’idea di vedere un tatuaggio “cucito” sulla pelle. Proprio per questo, non bisogna giudicare chi decide di farsi uno o più tatuaggi ma bisogna rispettare questa scelta, perchè il tatuaggio è una scelta strettamente personale. 

La scelta di incidersi un tatuaggio può condizionare la propria vita?

Tale scelta, oggi è considerata anche come una moda e per seguire la tendenza, si pensa e si decide di incidere un tatuaggio sulla propria pelle. Un atto coraggioso nel farlo, poichè è doloroso e perchè cambia il proprio aspetto fisico. E’ considerato anche autolesionistico (per coloro che non approvano questa decisione, andando quasi contro natura). Per molti, il tatuaggio è un chiaro segno distintivo per affermare il proprio “SE” ma per altri, sopra tutto tra i giovani, è una forma di ribellione, oltre che un modo per farsi accettare da un gruppo. A tal proposito, può succedere che alcuni genitori non condividano questa scelta presa dal proprio figlio. In questo caso, con la forza del dialogo, i genitori (ruolo molto difficile) devono cercare di apprendere se per il loro figlio, il tatuaggio sia una forma di aiuto oppure se sia una decisione presa secondo coscienza. In un buon dialogo, occorre trovare un punto d’incontro, senza imporre con forza un divieto in quanto potrebbe diventare una ragione di scontro generazionale. A volte succede anche che col tempo, l’individuo tatuato, possa pentirsi di essersi dipinto il proprio corpo. Questo avviene nel tempo, dove la crescita personale e la conseguente maturità acquisita, l’uomo assume la capacità di rivalutare le proprie idee e le proprie scelte. In questo caso, il tatuaggio diventa un elemento condannabile in quanto la scelta della sua incisione, sia ritenuta superflua. Infatti, a volte, se non spesso, l’elemento scatenante che comporta a tatuarsi, è dovuto ad un fattore di insicurezza, dove attraverso l’immagine, si comunica un qualcosa che non si riesce ad esprimere attraverso i pensieri e le parole. Nel momento in cui si decide di rimuovere il “disegno pitturato” dal proprio corpo, esistono diverse tecniche. Ad esempio, la natura chimica chiamata peeling o il tatuaggio di natura chirurgica come la dermoabrasione, l’escissione e il curattage. Di natura fisica, sono l’arioterapia, il laser, l’elettrofolgorazione e la coagulazione con infrarossi.

Possono esserci conseguenze per la salute?

Per chiunque decida di incidersi sulla propria pelle un qualsiasi tipo di tatuaggio, (scelta comunque assolutamente rispettabile, essendo ognuno padrone della propria vita), è consigliabile non sottovalutare i rischi dal punto di vista salutare. Altresì, è opportuno rivolgersi a centri che offrano la massima sicurezza dal punto di vista igienico e sanitario. Questo perchè, in caso contrario, si incorre nel rischio di prendere alcune patologie come l’Epatite B, l’Epatice C, il tetano e l’AIDS. Un altro aspetto da considerare è il fatto che l’incisione di un tatuaggio, possa causare la reazione allergica alla pelle, per via di alcuni colori usati, come il rosso e il verde, creando gonfiore e pus. Pertanto è consigliato di effettuare prima un test allergico. Inoltre, le varie punture a cui è soggetta la cute, possono aumentare la presenza di vari virus e batteri, causando nel tempo delle malattie. In conclusione, il tatuaggio è un segno indelebile, sia apprezzato che criticato, ma in ogni caso deve essere una scelta effettuata con coscienza, presa per stare bene con se stessi.

 

Gocce d’acqua: come fotografarle?

Gocce d’acqua: come fotografarle? Piccoli volumi, quasi impercettibili all’occhio umano ma che quando si scontrano con lo specchio dell’acqua, creano delle vere e proprie sculture in movimento. L’impatto che avviene tra le gocce e la superficie d’acqua, avviene in pochissimi istanti e fotografare questo fulmineo movimento non è per niente impossibile, nonostante le dimensioni ridotte. Pertanto sovviene una domanda: come fotografarle? Di seguito trovate una serie di consigli affinchè possiate ottenere degli scatti spettacolari di queste piccole sculture d’acqua. Per cominciare, dovete avere una specifica attrezzatura. Trattandosi di elementi molto piccoli da immortalare, una lente idonea per riprodurre al meglio le sculture d’acqua in miniatura, è quella macro. Vi sono obiettivi sia per le mezze  formato (o APS-C) come il 40mm macro ed obiettivi macro adatte sia alle mezze formato che alle full frame come il 60mm, il 105mm. Una volta scelto l’obiettivo più adatto, un altro componente fondamentale da usare, è il treppiede, evitando così delle possibili vibrazioni che possono crearsi in fase di scatto. Fase nella quale può risultare molto utile sia l’autoscatto della vostra reflex che il telecomando a distanza ( o scatto remoto), evitando qualsiasi forma di vibrazione. Quali sono le impostazioni da applicare alla fotocamera? Innanzitutto è consigliato scattare con il formato RAW, in modo tale da ottenere una migliore resa della fotografia (e agevolare alla fine, le migliorie da apporre in fase di post-produzione). Impostata la vostra reflex con il suddetto formato, occorre sapere che, le gocce d’acqua, trattandosi di elementi piccolissimi e veloci da fotografare, è necessario come prima cosa chiudere il diaframma, con misure che vadano da f/11 a f/18, in modo da ottenere la migliore profondità di campo adeguata, consentendo di mettere il soggetto perfettamente a fuoco. Conseguentemente, la sensibilità del sensore dovrà essere impostata tra ISO 100 e 200, compatibilmente con la luce presente sulla scena, al fine di evitare la creazione di rumore nella foto. Contestualmente, per ottenere un’immagine perfettamente nitida, il tempo di scatto da usare è più o meno breve, ad esempio, partendo da 1/250s a salire, in base alla presenza della luce presente sullo sfondo. Ma utilizzando il flash della reflex come punto luce, non è consentito andare oltre questo parametro.

 

Gocce d'acqua: come fotografarle?
Fotografia di Lorenzo Tal.

Per questo genere di fotografie, l’uso del flash è importante perchè blocca il movimento della goccia d’acqua, purchè non lo si punti su di essa, essendo la goccia una superficie riflettente. Anzi, occorre illuminare ciò che viene riflesso dalla superficie della goccia. Quindi è consigliato usare dei flash esterni. Uno di questi potrebbe essere il flash a slitta più potente di quello statico della reflex, con la possibilità di essere usato con un telecomando a distanza. Un sistema di illuminazione da usare per rendere la luce più morbida è il softbox. Altresì, l’ausilio di non uno ma due flash esterni, possibilmente puntato uno sullo sfondo del set fotografico e l’altro, lateralmente, consente di offrire all’immagine una certa tridimensionalità. Una volta impostati i vari parametri adatti, occorre fare qualche prova pratica. Per immortalare le gocce d’acqua, è possibile ricreare dei semplici set fotografici. Ad esempio, per riprodurre lo scontro tra la goccia e lo specchio d’acqua, si può appendere alla parete un sacchetto, bucarlo con un ago e porlo al di sopra di un recipiente, possibilmente basso e trasparente, nel quale cadrà la goccia. Anche in questo caso, la fantasia è d’obbligo, pertanto si può decidere di lasciare lo sfondo trasparente e in fase di post-produzione, ritoccarla come meglio si crede. Un tocco di bianco e nero può essere un ‘idea. Ma inserire degli sfondi colorati è un’idea in quanto il colore stesso, ravviva l’immagine. Fatto ciò, non resta che mettersi all’opera, “armandosi” di pazienza, senza porre limiti alla propria creatività. Fotografare le gocce  significa cogliere il momento del suo impatto con la superficie d’acqua e la scultura che si crea dopo il loro scontro, saranno sempre diverse. Gocce d’acqua: piccole e veloci nel loro movimento, imprevedibili nello scontro con l’acqua ma suggestive per le sculture in movimento che creano. 

L’immagine di copertina è stata realizzata dal fotografo Tommaso Latina.

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Covid 19 Bollette in calo: Luce -18% e gas -13% E’ abbastanza?

Covid-19 Bollette in calo: Luce -18,3% e gas -13,5% E’ abbastanza? L’emergenza coronavirus e il conseguente calo dei consumi da parte degli italiani, comporterà nel secondo trimestre del 2020 una riduzione sostanziale delle bollette della luce e del gas. Secondo i dati forniti dall’Arera (Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente), le bollette della luce e del gas di Aprile, gioveranno di una riduzione rispettivamente del 18,3% e del 13,5%, mentre restano invariati gli oneri generali e le tariffe regolate di rete, ovvero trasmissione, distribuzione e misura, a garanzia di un risparmio sulla spesa della famiglia. Questo è dovuto dalle basse quotazioni  di cui godono le materie prime in commercio, rallentando l’economia globale, per garantire una stabilità al fabbisogno degli obblighi generali del sistema. Scelte opportune da prendere in un periodo di forte emergenza globale, a cui gli enti ed il governo, devono far fronte affinché sia garantita la continuità dei servizi., a sostegno dei cittadini che sono costretti ad un cambio “violento”della propria quotidianità. 

Queste riduzioni sono corrette?

Considerando il fatto che una grande fetta di Italiani non ha lavoro e di conseguenza introiti, ci si aspettava una maggiore tutela da parte dello stato. Altro dato da considerare è quello che rimanendo a casa, la maggior parte delle persone, ha incrementato i propri consumi di elettricità. Da queste nostre considerazioni, deduciamo che queste riduzioni che sono state messe in atto non cambieranno la situazione inerente ai pagamenti per forniture elettriche. Pensate al fatto che ci hanno tolto il 18% dalle bollette dopo che il nostro consumo attuale è aumentato del 35% circa. Le domande che ci poniamo sono: Come verranno pagate le bollette da coloro che non hanno fondi? Se non pagheremo le bollette, a cosa andremo incontro? Da queste brevi considerazioni si nota l’infelice situazione economica nazionale. Di certo chi non lavora dovrà mangiare e chi non paga dovrà ugualmente ricevere la fornitura elettrica. Il problema, non sta in come reagiranno le istituzioni ma in come reagirà il popolo. Staremo a vedere come si imposteranno questi equilibri finanziari.