Gaetano Ricotta sull’aspetto psicologico del Covid-19

Gaetano Ricotta sull’aspetto psicologico del Covid-19. La vita, talvolta, ci pone di fronte a tempeste a cui non siamo stati abituati o educati. Questa tempesta, al momento si chiama “PANDEMIA“. Goethe scriveva “Ricordati di te”. Ed è proprio in queste circostanze che bisogna prendersi cura di noi stessi ed anche degli altri, perchè non siamo egoisti. Stare bene con noi stessi, significa stare bene anche con gli altri. Dentro di noi, vige un qualcosa che si prende cura di noi stessi e questo qualcosa, è chiamato “SE“, definito come una guida interiore alla quale, in momenti come questi, dobbiamo dare maggiore ascolto. In una situazione nuova che la vita impone ad affrontare, viene da porsi una domanda che è la seguente: ” E adesso, con il marito, con la moglie, con il compagno o compagna, come si fa in casa?” E’ difficile rispondere ma è sopra tutto in queste circostanze che bisogna prendere il “timone del SE”. Il mio punto di vista, verte su una serie di esercizi mentali che bisogna escogitare, affinchè quel virus che si trova dietro la porta, non superi le difese immunitarie di qualsiasi individuo. La prima cosa da fare la mattina, è quello di farsi il programma della giornata, ponendosi degli obiettivi per occupare la mente. L’esempio per le donne, è quello di aprire l’armadio e provarsi i vestiti. La domanda che nasce è perchè in momenti d’emergenza globale che impone il coronavirus, si deve pensare a questo? La risposta al quesito è l’imperativo di distrarsi, immaginando, pensando e agendo in modo tale da creare dei momenti lieti, creando degli attimi di benessere psicologico. La parola attuale in questi momenti, è lANSIA. E’ uno stato che fa star male, dove si ci sente oppressi. Come combatterla? Non la si deve combattere, bensì la si deve verosimilmente accogliere. La culliamo dentro di noi, localizzandola in un punto del nostro corpo, chi al petto, chi allo stomaco o qualsiasi altro punto del nostro corpo. L’ansia deve essere accolta, dal momento che ad un elemento negativo, ne viene associato uno positivo. Ad esempio, si può pensare ad un animale, o ad una situazione vissuta in precedenza, come una vacanza felice o al profumo dei fiori e quant’altro di similare e positivo possa esserci. Jung diceva che “immaginare” è la parola chiave che, annessa alla nostra forza di volontà, può allontanare questi elementi negativi. Ogni qualvolta che l’ansia pervade il nostro pensiero, è d’obbligo pensare a qualcosa di piacevole, poichè la psiche ha bisogno di visualizzazioni positive. Cosa allora ci potrebbe fare stare bene? Semplicemente impegnare la nostra mente. Come? Ad esempio, ridipingere le mura della propria casa, poichè il tenersi impegnati nell’esecuzione di una qualsiasi forma di lavoro, allontana lo stress. Impegnarsi nel giardinaggio, piantare qualche seme, aspettare che venga fuori il germoglio, diventando portatori di nuove vite, è un pensiero e conseguentemente un modus operandi positivo per la mente. Ancora, leggere un libro, scrivere un romanzo o una poesia, (che magari non si farà leggere a nessuno ma lo si è fatto per se stessi), serve e servirà ad uscire fuori da questo grigiore infernale che la situazione coronavirus ci ha indotto a vivere. Sono questi, i momenti in cui abbiamo del tempo a disposizione per fare ciò che più e più volte abbiamo rimandato. Altro tema caldo è la propria convivenza con il proprio partner, che può diventare un problema. Qui dobbiamo far uscire tutte le nostre forze interiori che abbiamo a disposizione, utilizzando, perchè no, le alchimie suddette prima. La contingenza della forzatura della permanenza, fa scardinare a tutti i meccanismi che ci sono in noi, perchè cambiando le proprie abitudini, ci ritroviamo in uno stato di stress. Per quanto riguarda le MILF, è tassativo restare nel vostro focolare domestico. Chissà come sarete cambiate al ritorno alla normalità. Sono tempi in cui stare tranquilli è importante, e non farsi prendere dalla nostalgia è basilare e di sicuro verranno tempi migliori. Gaetano Ricotta sull’aspetto psicologico del Covid-19. Riappropriarsi della propria vita familiare può essere un toccasana per rinsaldare magari situazioni sopite da tempo. Insomma, sacrifici per tutti. Restiamo a casa e solo se lo vorremo, tutto questo finirà.

Questo articolo è stato scritto da Gaetano Ricotta e redatto da Carmelo Mulone.

Fotografia: Come creare l’effetto seta

Fotografia: Come creare l’effetto seta è un risultato  che si ottiene adottando tempi di scatto (o di esposizione) lunghi, attraverso i quali, il movimento non viene congelato, bensì “fluidificato”, assumendo un effetto morbido, come se fosse vellutato, rendendo l’immagine astratta, non percepibile dall’occhio umano. Nel caso specifico, l’effetto seta viene applicato principalmente sull’acqua, come i fiumi, il mare. Si definisce “seta” in quanto il movimento che assume l’acqua sembra rappresentare appunto questo tessuto pregiato. Ma come è possibile creare l’effetto seta? Come prima cosa, occorre specificare che l’effetto seta è molto più semplice da applicare di quanto si possa pensare perchè si presuppone che bisogna scattare con un tempo di esposizione lungo che varia a seconda del soggetto e della sua velocità. Prima di parlare però nel dettaglio del tempo di esposizione, occorre avere ben precisa l’idea dell’inquadratura poichè l’effetto seta è solo un dettaglio che rende particolare la foto. E’ da specificare inoltre che, applicando questo effetto nella fotografia paesaggistica, è consigliato scattare all’alba, mezz’ora prima del tramonto o di sera.

Fotografia: Come creare l'effetto seta

Tuttavia, qualora si decidesse di scattare nelle ore centrali della giornata, è possibile realizzare “l’effetto seta” mediante l’uso di un Filtro ND (o a densità neutra, per evitare che le immagini risultino essere sovra esposte o bruciate). Il filtro ND consente di ridurre la quantità di luce che può arrivare al sensore nelle ore centrali della giornata, grazie alla frapposizione di una pellicola neutra che agisce in egual maniera su tutte le lunghezze d’onda dello spettro visibile. Sono diversi i filtri che si trovano in commercio e possono essere circolari, direttamente da avvitare all’obiettivo, o a lastra da applicare su un porta filtro. Dove si può applicare l’effetto seta? Viene applicato al mare ma è possibile applicarlo sui fiumi, sulle cascate, sui torrenti. Quale ISO e quale diaframma occorre usare? Successivamente, dopo aver immaginato nella mente la scena, occorre passare alla pratica.  Come ISO, è consigliato impostare la propria reflex tra i valori 100/200. Invece, come diaframma, valori compresi tra f/16 e f/22, per avere una migliore profondità di campo. E’ ovvio che con questi valori, onde evitare il micro-mosso, utilizzando dei tempi di scatto da un 1 s a salire, è vivamente consigliato l’uso di un treppiede e di uno scatto remoto. In ultima analisi, per ottenere il miglior effetto seta, le caratteristiche da tenere in considerazione, sono la velocità dell’acqua dal quale dipende l’effetto che si vuole realizzare. Infatti più l’acqua scorre lentamente e più lento deve essere il tempo di esposizione, poichè diminuendo il tempo di esposizione, conseguentemente aumenta l’omogeneità del flusso d’acqua e viceversa. Effetto seta: ricreare una morbidezza vellutata fluidificando il movimento della sorgente d’acqua.

L’immagine di copertina è stata realizzata da Lefteris Arslanoglou.

Arancino, la palla di riso dalle diverse origini

Arancino, la palla di riso dalle diverse origini è per eccellenza un tipico cibo della tradizione culinaria siciliana. Per il nome conferitogli e per l’aspetto, prende spunto dalle arance. Tuttavia, a parte la chiara somiglianza con gli agrumi, gli arancini in base agli ingredienti usati nel tempo per la loro realizzazione, posseggono influenze di vari popoli. Ad esempio, la presenza della “mano araba” è dovuta dalla presenza del riso e dello zafferano. La presenza del ragù è da associare al popolo francese. Ancora, il pomodoro dipende dal popolo spagnolo. Nonostante le diverse varianti degli ingredienti, si attesta che le origini vere e proprie dell’arancino siano da attribuire al periodo della dominazione araba. In questo periodo era abitudine predisporre al centro della tavola, un ricco vassoio di riso allo zafferano, condito da verdure e carne. I commensali, successivamente lo accartocciavano nel pugno e lo mangiavano. La storia tramanda anche che la panatura dell’arancino e la sua forma tondeggiante, è da attribuire alla volontà del re Federico II, goloso di questo piatto. “La palla di riso dalle diverse origini” è diverso nelle forme, nei condimenti e nella pronuncia del suo nome. Se gli arancini vengono prodotti nella Sicilia occidentale, utilizzando il riso giallo perchè aromatizzato allo zafferano, assumono una forma sferica, rendendoli appunto simili ad una piccola arancia, da cui appunto il nome di “arancina”. Se invece, la palla di riso panata, viene prodotta lungo la costa siciliana orientale, la forma che assume è conica (si dice per simboleggiare il vulcano Etna, dove tagliando la punta, esce il vapore ricordando il fumo del vulcano, mentre la superficie croccante e il rosso del condimento, ricordano la lava), utilizzando il riso bianco, senza aroma allo zafferano, attribuendogli il nome maschile di “arancino”. Proprio la pronuncia del suo nome è stato oggetto di una diatriba secolare fino a che è stato reso necessario l’intervento dell’Accademia della Crusca. Se pure storicamente, ” la palla al riso” faccia richiamo alla suddetta arancia, altro prodotto tipico della sicilia, morfologicamente parlando, è una pietanza femminile in quanto gli arabi erano noti chiamare i vari tipi di polpette con un chiaro un riferimento ai frutti a cui somigliavano. In base a queste informazioni, il femminile “arancina”, è usato nella lingua scritta, mentre la forma dialettale maschile “arancinu”, è più comune nel parlato. Questo perchè è tipico per la lingua italiana differenziare con una terminologia femminile il frutto dall’albero (ad esempio pesca/pesco). A confermare ciò, esistono alcuni testi storici che dimostrano che al tempo del Regno delle Due Sicilie, il dialetto siculo chiamasse la palla al riso, “aranciu”, termine che tradotto nella lingua italiana, diventa arancio. A conclusione di ciò, oggi è riconosciuto l’uso di entrambi i termini, confermando corretto il termine “arancino” per la Sicilia orientale e “arancina” per quella orientale.  Oggi, “la palla di riso dalle diverse origini” è considerata come uno dei piatti tipici dello Street Food siciliano. Però, essendo principalmente fritto (ma esistono varianti cucinate al forno, usando uno strato di pasta sfoglia) e considerando che i grassi fritti non sono salutari, è consigliato  consumare questa prelibatezza sicula in occasioni particolari, come feste o ricorrenze varie. Arancino, la palla di riso dalle diverse origini, prodotto tipicamente siciliano, variegato nelle forme, diffuso in tutta l’Italia. 

#Andràtuttobene, l’hastag per combattere insieme il coronavirus

#Andràtuttobene, l’hastag per combattere insieme il coronavirus. Questo è uno dei tanti slogan che in questi giorni di emergenza, i media e i social stanno divulgando come campagna di sensibilizzazione per la prevenzione al COVID-19. In questo momento così difficile, anche il mondo della fotografia vuole essere vicino ai cittadini, lanciando un messaggio di speranza. Ed è così che il sindaco della Città di Canicattì, Ettore Di Ventura, ha deciso di unirsi alle iniziative degli altri comuni, lanciando una manifestazione che invita tutti i cittadini a partecipare, in modo da “accorciare” le distanze che l’emergenza coronavirus ha obbligato a ridurre. La foto che vedete di seguito è stata realizzata a sostegno di questa importante iniziativa, solo ed esclusivamente atte a sponsorizzarla. Gli scatti sono stati realizzati dai fotografi Livio Facciponte con la collaborazione di Carmelo Mulone, sotto la direzione artistica di Alfio Abbodino appartenenti all’Associazione culturale Cineworldcorporation, sottolineando il loro attaccamento al proprio territorio e al desiderio di portare un messaggio positivo. Ovviamente, è da ribadire e precisare che questi scatti sono stati realizzati, seguendo le norme igienico sanitarie vigenti. Di sotto una citazione del sindaco  Ettore Di Ventura:

Da qualche giorno circola in rete questa bellissima iniziativa. Cambiare le abitudini non è facile, ma è nostro dovere civico e morale farlo, per combattere insieme e sconfiggere il coronavirus e tornare alla normalità. Non perdere la speranza, per noi tutti, è la chiave affinchè in un futuro prossimo, potremo tornare nuovamente ad abbracciarci. #andratuttobene.

#Andràtuttobene, l'hastag per combattere insieme il coronavirus
Nella foto il sindaco Ettore Di Ventura.

#Andràtuttobene, l’hastag per combattere insieme il coronavirus. Questa maglietta che ho deciso di indossare e socializzarla con tutti voi, è stata realizzata dai miei due figli, evidenziandola come un messaggio di solidarietà ed unione. In questi giorni così, abbiamo bisogno di positività per la nostra Canicattì ed è per questo che vi chiedo di darmi una mano. Partecipare  è semplicissimo: 

  1. Realizza un disegno, un manifesto, un cartellone o qualsiasi altra cosa. 
  2. Postalo sui social con scritto #andràtuttobenecanicattì.
  3. Se è possibile, affiggete il vostro lavoro nel vostro balcone.
  4. Invia il tuo lavoro all’indirizzo e-mail andratuttobene.canicattì@gmail.com oppure alla pagina @andratuttobenecanicatti.

Alla fine della manifestazione verrà realizzato un piccolo video con le foto dei vostri progetti che invierete. 

#Andràtuttobene, l’hastag per combattere insieme il coronavirus. Ringrazio l’associazione Cineworldcorporation per aver sposato questa iniziativa, grazie di cuore. Restare necessariamente a casa, è un obbligo di ogni singolo cittadino secondo il decreto recentemente emanato dal Governo, al fine di contenere ed annientare quanto prima possibile il COVID-19. Siate positivi, perchè restare a casa, è un modo per ritrovare, percepire e condividere dello stare insieme. 

L’articolo è stato scritto da Carmelo Mulone, dietro iniziativa del sindaco Ettore Di Ventura e dell’assessore Angelo Cuva.

Droga: nasce nociva o l’hanno resa tale?

Droga e derivati: svago o tormento? C’è stata recapitata nella nostra redazione un plico contenente una disquisizione su un tema molto attuale, la droga. E’ da premettere che tutto quello che si leggerà, è un’attenta analisi su questo annoso problema dove la discordanza di opinioni è d’obbligo. Lo pseudonimo del nostro autore è il “lupo”. Si tratta di un professore laureato in biologia che parla come la sostanza denominata THC, che è la molecola attiva nella cannabis sativa, cioè la marijuana, agisca in maniera molto approssimativa sul cervello dell’individuo, lo stesso come gli allucinogeni. La droga è una sostanza, naturale o sintetica che produce dei cambiamenti, i quali possono essere fisiologici, biochimici, umorali e così via. In Italia, il termine droga, si riferisce ad una sostanza illegale che crea dipendenza e che se assunte in dosi  massicce può condurre alla morte. Ma non tutte le droghe che si assumono, creano dipendenza e non tutte sono mortali. Per esempio la marijuana non crea dipendenza e il rischio di assumere una dose massiccia non è mortale. La cannabis  può causare una dipendenza psicologica, ma ciò non dipende dalla marijuana ma dalla psicologia nevrotica di chi la usa. La suddetta dipendenza non è frequente e non provoca nessuno dei danni causati dall’uso di queste sostanze. Bensì sono gli oppiacei a creare dipendenza. Ne è l’esempio l’eroina che agisce sull’ipofisi (ghiandola che produce delle sostanze simili in composizione chimica alla morfina), infatti sono chiamate endorfine le quali agiscono sulla percezione del dolore. Quando un oppiaceo viene assunto in forma abituale, le cellule che producono le endorfine, si atrofizzano e il corpo dipende interamente sulla droga esterna. Quando si arriva a questo stadio, la dipendenza è completa. Essa è molto pericolosa e può causare delle convulsioni a causa dell’astinenza. Molte droghe sono legali, come per esempio l’alcool etilico, l’etanolo dei liquori, la morfina, e ancora derivati dell’oppio nonchè l’amfetamina. Tuttavia bisogna specificare che l’etanolo ha delle conseguenze devastanti sugli organi del corpo umano come il fegato che è soggetto alla cirrosi epatica. La scoperta dell’etanolo viene attribuita a Noè nella bibbia, per le sue proprietà inebrianti come bevanda da tavola. Inoltre può essere usato come disinfettante per le ferite superficiali. Oggi l’uso e il possesso di molte droghe è considerato illegale e si è soggetti a condanna penale e detenzione. Occorre precisare che la droga è stata sempre usata sin dalla preistoria ma in passato essa aveva altre funzioni. Ad esempio gli Sciamani la usavano per facilitare uno stato di coscienza alterato o di stupore, che gli permettesse a mettersi in contatto con il divino, i defunti o per raggiungere un effetto come la guarigione. Il tipo di droga usato in questi casi era l’allucinogeno che si trova in alcune piante come cactus, funghi e muffe.

Droga: nasce nociva o l'hanno resa tale?

Ma da dove ha origine l’oppio? Dall’uso di alcune piante come il papavero, dal cui fiore viene estratto l’oppio, da dove, a sua volta si ricava l’eroina e anche la morfina. Tempo fa, dal papavero rosso si preparavano degli infusi che servivano a lenire il dolore delle gengive dei bambini a cui stavano spuntando i primi denti. Da un punto di vista sociale, l’uso della droga è causa di una serie di situazioni nefaste come gli incidenti stradali quando appunto il conducente è sotto l’effetto di uno stupefacente. A questa lista manca una classificazione di altre droghe: gli stimolanti che includono la cocaina e le amfetamine.

  1. La coca viene estratta da una pianta presente nel Sud-America che cresce lungo i pendii delle Ande e le popolazioni di questa regione, ne masticano le foglie. Agli inizi del 1900, la coca era addirittura usata nella Coca Cola ma una successiva legge, regolamentando le droghe, annovera la cocaina tra le sostanze illegali e verrà sostituita dalla caffeina nella produzione della Coca Cola. Anche la caffeina e la teina possono essere considerati degli stupefacenti perchè creano dipendenza ma poichè sono leggere, non subiscono l’accezione di droga. L’assuefazione e l’uso della coca e delle droghe di nuova sintesi, è una vera e propria piaga sociale e la successiva riabilitazione è lunga e difficile. La cocaina fa sentire più svegli, più consapevoli e più capaci. E’ la droga del comando, della popolarità e della ricchezza. Con l’assuefazione, una persona necessita di dosi più massicce per poter mantenere un livello di sballo soddisfacente. I danni da essa causati sono molteplici, tra cui la bruciatura dellla mucosa delle pareti delle narici.
  2. L‘amfetamina, invece provoca sensazioni simili alla cocaina ma dura molto di più. Sotto l’effetto di questa sostanza si può rimanere insonni per 24 ore ed è principalmente una droga sintetica, vale a dire sintetizzata in laboratorio. Dopo l’assunzione, nel quale si entra nel periodo esilarante, arriva subito il crollo. Ne consegue un periodo di grande depressione psico-fisica, infatti costringe il corpo ad usare molta più energia del normale ma quando il suo effetto si esaurisce, il fisico si trova depauperato dell’energia necessaria per il suo funzionamento normale. 

Ritornando all’uso delle droghe, esso non verrà mai debellato. Le droghe sembrano anacronistiche per l’uso nei tempi odierni ma paradossalmente la usiamo in medicina e psichiatria, oltre che per scopi sociali. La droga è un mezzo che ci conduce in altri mondi e lo fa facilmente ed efficacemente. La droga ci ha accompagnati da sempre e pure, suscita mistero, una nebbia che attrae e intrappola, una nebbia che nasconde dei tesori, un viaggio in una selva oscura, un canto di sirena che incanta, che attira per poi predare su di noi…come tante altre cose. Pensiamo, progettiamo e poi agiamo e la vita ci presenta situazioni diverse da quanto immaginate, nuotiamo in un mare tempestoso senza orizzonte e senza luce… Se restiamo vivi, torna il sereno. 

Questo articolo è stato redatto da Carmelo Mulone e Gaetano Ricotta, tratto da uno scritto del nostro lettore firmato con lo pseudonimo di “Lupo”.

Fotografia: le scie luminose del Light Trails

Fotografia: le scie luminose del Light Trails sono un altro effetto fotografico che si può realizzare scattando con tempi di esposizione lunghi. E’ un effetto che si applica nella foto notturna sfruttando le scie luminose dei fari delle automobili, dando all’immagine una certa dinamicità. In questo modo, i fari che al buio illuminano la notte, con il loro movimento creano una traccia luminosa, dando origine ad un vero e proprio sentiero. Realizzare il “Light Trails”, non è difficile in quanto lo scenario sul quale applicare questo effetto è un paesaggio notturno, che può essere una strada di montagna o un paesaggio urbano, ovviamente avendo come soggetto i fari delle auto in movimento. Una foto suggestiva può essere come quella scelta dell’immagine di copertina scattata dal fotografo Stefano Lazzeretti che nella foto, oltre ad evidenziare “le scie luminose dei fari delle auto”, ha utilizzato come sfondo le stelle nella via lattea.

Fotografia: le scie luminose del Light Trails
Fotografia scattata da Lazzeretti Stefano

Tuttavia, è opinabile la scelta di ricreare il Light Trails, sfruttando gli effetti della luce naturale del tramonto, dando alla fotografia un tocco suggestivo. Ma cosa occorre per realizzare il Light Trails? Trattandosi di tempi scatto lunghi, ovvero da 1 s a salire, per evitare che nella foto risulti il micro mosso, occorre prima di tutto avere con sè, un monopiede o un treppiede. Un valido aiuto per questo genere di fotografia, risulta essere il pulsante a scatto remoto (che consente di evitare la presenza di vibrazioni  sulla fotocamera al momento dello scatto), in alternativa alla funzione autoscatto. L’uso di un paraluce consente di bloccare la luce naturale. Ma quali sono le modalità di scatto? Per evitare che nell’immagine possa esservi del rumore, occorre impostare gli ISO con valori compresi tra 100 e 200. Successivamente, bisogna impostare il diaframma tra f/8 e f/10 e cominciare a scattare. 

Dalle prime fotografie, si può facilmente percepire quale sia tra queste la giusta impostazione, per dare all’immagine la giusta esposizione. Comunque l’uso del formato RAW, agevola tutte le regolazioni da effettuare nella successiva fase di post-produzione. Una cosa da non sottovalutare nel Light Trails è l’inquadratura. Il motivo è semplice. Ad esempio per ottenere scatti di grandi effetto, si può optare per un’inquadratura dall’alto, consente di riprendere nell’immagine le intersecazioni delle scie luminose creante dalle fonti luminose in movimento. Quindi all’inquadratura ne consegue la posizione, in base alla quale cambia l’effetto. Fotografia: le scie luminose del Light Trails che consentono di sperimentare nuovi effetti fotografici.

Fotografia di Lefteris Arslanoglou.

Go sleeping: Gaetano Ricotta e la lussuria Giapponese

Go sleeping: Gaetano Ricotta e la lussuria Giapponese. E’ un luogo dove ci sono incontri di uomini con donne senza avere alcun rapporto, facendosi semplicemente accarezzare la testa: si paga senza che ci sia alcuna parvenza di sesso. Questa è la storia di un individuo che ha fatto codesta esperienza in Giappone, dove esistono appunto quei luoghi dove si va a dormire con una ragazza e dove l’avventore ha pagato un extra solo per toccarla. Così riporta la testata anglosassone Harper’s magazine. “Il tempo a disposizione è di mezz’ora, si sceglie la ragazza e si va a dormire in una alcova”. Lei si chiama Aikito, studentessa e le è stato offerto questo lavoro che lei ha accettato. E’ il suo secondo incontro durante il quale si è presentato questo cliente di origini inglesi. Il copione è sempre lo stesso: dormire accanto ad una persona, avendo anche la possibilità di interloquire. L’extra è invece costituito dalle carezze, si perchè ai tempi moderni, sembra mancare questo gesto ancestrale che si rifà ai primordi dell’infanzia, come la carezza da parte della madre nei confronti del  proprio figlio. L’incontro termine con un allarme di orologio, annunciando che la mezz’ora è finita. Aikito si alza e va via. Lui aveva prenotato per un’ora e stava aspettando la prossima. Al successivo incontro si ripresenta nuovamente lei: Aikito. L’imbarazzo che c’era stato nella prima parte dell’incontro, si era dissolto anche perchè lei parlava un discreto inglese. Con nonchalance, lui mise il braccio sotto la sua testa. Lei, che all’inizio sembrò accettare, pochi secondi dopo gli fece capire che quel gesto era un’extra. Tolse il braccio da sotto la testa e quasi se ne vergognò, ma era stato un semplice gesto amicale. Passando la mezz’ora, tutto finì e questo è il riepilogo del tempo della lussuria”. La lussuria: uno dei sette peccati capitali. Nell’accezione più negativa, sarebbe l’abbandono ai sensi, nonchè il desiderio più smodato della ricerca del sesso. Il lussurioso di solito tende a concentrasi solo su alcuni aspetti del partner che diventa il polo di attrazione erotico. Può essere una conseguenza  delle proprie paure, tra cui quella del confronto con un altro individuo. La lussuria è anche una dimostrazione del disagio della nostra società, dove si vanno a cercare nuove esperienze e nuove emozioni.

Go sleeping Gaetano Ricotta e la lussuria Giapponese
Le carezze in testa stimolano l’eccitazione

Nel linguaggio comune, la lussuria è associata all’erotismo poichè la persona si fa travolgere dalle proprie passioni perdendo il controllo delle proprie azioni. Ma ci sono delle situazioni completamente opposte e cioè quando gli individui controllando esageratamente le proprie pulsioni interne, vanno incontro a delle frustrazioni diventando in questo caso bigotti, freddi e calcolatori, inaridendo i propri sentimenti. Questa forma di repressione, quando si protrae nel tempo, può portare in casi estremi a diventare bipolari con sdoppiamento della personalità. In ultima analisi l’istinto alla sessualità non deve essere represso ma non deve essere neanche smodato. Occorre trovare l’equilibrio della mente con la normale espressione delle passioni. In conclusione con l’emancipazione femminile, l’uomo si trova destabilizzato e quasi in imbarazzo di fronte ad una donna che porta avanti delle battaglie che riesce a vincere. Si riappropria della sua sessualità mettendo alle corde l’uomo, costretto a subire questo nuovo atteggiamento femminile predominante, come nel caso del fenomeno Milf, in un capovolgimento di vecchi ruoli, sovvertendo il ruolo dominante che era appannaggio del sesso forte. Go sleeping: Gaetano Ricotta e la lussuria Giapponese

L’articolo è stato scritto da Gaetano Ricotta e redatto da Carmelo Mulone.

Canicattì: notte di fuoco per un’auto rubata (VIDEO)

Canicattì: notte di fuoco per un’auto rubata (VIDEO). Nella notte tra il 28 ed il 29/01/2020, verso le ore 23:30, si è verificato l’ennesimo incendio, distruggendo un’ altra vettura. Il fatto è avvenuto nelle campagne site tra le cooperative Santa Rita di Canicattì e la tenuta di Villa Grazia, direzione Delia. In pochissimo tempo, le fiamme hanno avvolto l’intera automobile, riducendola ad un ammasso di ferraglia. Nonostante l’immediata segnalazione del rogo da parte di un passante, il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco ha evitato che le fiamme potessero propagarsi nel terreno circostante. Infatti, la vettura è stata trovata, già avvolta dalle fiamme, con le luci accese e abbandonata in prossimità di una residenza estiva. Dalle prime indagini, si presume che, la vettura Fiat Uno, risulterebbe essere rubata e che sia stata incendiata dagli stessi malviventi. Naturalmente ci riserviamo di fare dichiarazioni ufficiali prima dell’esito delle indagini delle forze dell’ordine. Di certo Canicattì negli ultimi anni si sta trasformando in un teatro le cui scenografie comprendono sempre le fiamme. A breve riceveremo nuove informazioni sull’accaduto, intanto vi lasciamo il video che ci ha concesso un passante, amico e lettore del nostro blog.  

Fotoart Sicilia si espande in Italia

Fotoart Sicilia si espande in Italia. Il cambiamento del nome del gruppo fotografico siciliano, è solo l’inizio di una serie di novità che ci saranno all’interno di questo gruppo di fotoamatori. Nonostante le origini del gruppo siano siciliane, in due anni, ha raggiunto il ragguardevole numero di circa 7000 iscritti e la scelta di cambiare il nome del gruppo in “Fotoart Italia”, risiede nel fatto di voler marcare la propria presenza su un territorio più ampio con nuove iniziative che pubblicizzino i lavori di molti amanti dell’immagine fotografica. E’ da ricordare che, Fotoart Sicilia è stato rilevato, dall’associazione culturale Cineworldcorporation di Canicattì, nel Gennaio del 2018, per volere del presidente Livio Facciponte, spinto dalla sua passione per la fotografia. QUAL’E’ LO SCOPO DI QUESTO PROGETTO CHE ADESSO SI CHIAMERA’ FOTOART ITALIA? Lo scopo di Fotoart è quello di favorire la condivisione dei lavori fotografici di artisti provenienti da tutte le parti del mondo. Lo scambio di informazioni tecniche è il cuore pulsante del progetto, che serve a incentivare le nuove figure di fotografi nascenti e ad unire in gruppi in lavoro, i veterani che da tanto tempo hanno fatto della fotografia un vero e proprio modus vivendi. I gestori del gruppo fino ad adesso sono stati 5:

Fotoart Sicilia si espande in Italia
Questo è il logo ufficiale di Fotoart Italia.
  1. Francesco Signorino è un docente di fotografia ed un fotoamatore che si è sempre occupato di Glamour e di Nude Art. Signorino si è occupato del conferimento dei riconoscimenti ai fotografi, selezionando le foto in base alla tecnica e allo stile, oltre che alle segnalazioni da parte degli altri fotografi. 
  2. Carmelo Mulone è un fotoamatore del genere Macro e Naturalismo. Il suo compito è stato quello di segnalare mediante logo, i possibili premi da attribuire ai concorrenti. Inoltre, si è occupato della scrittura di vari articoli di giornale inerenti alla didattica fotografica.
  3. Enzo Mongitore è un fotoamatore paesaggistico. Il suo ruolo è quello di indicare mediante l’attribuzione di un riconoscimento, le possibili foto candidate al raggiungimento di un conferimento di stima.
  4. Gio Amico è un fotoamatore che si occupa di Macro e di Street photography. Il suo ruolo è quello dell’attribuzione di vari riconoscimenti mediante il conferimento di riconoscimenti utili alla segnalazione delle foto da premiare.
  5. Livio Facciponte si occupa di management inerente ad eventi culturali e fotografici, sia pubblici che privati. E’ un fotoamatore che predilige lo street. Il suo ruolo è quello di elaborare le strategie di pubblicizzazione della piattaforma, curandone la grafica e di gestire la rivista FOTOART ITALIA MAGAZINE contenente le foto premiate durante le selezioni. 
Fotoart Sicilia si espande in Italia
Da sinistra, Francesco Signorino, Carmelo Mulone, Enzo Mongitore, Gio Amico e Livio Facciponte.

Come vengono dati i riconoscimenti a tutti i fotoamatori? Quando la Fotografia viene pubblicata sul gruppo, viene sottoposta ad un’attenta selezione da parte degli amministratori e successivamente viene approvata. I moderatori possono dare due tipi di riconoscimenti:

  1. CONGRATULATIONS  che indica l’apprezzamento base della fotografia che viene conferito in base al punto di vista artistico soggettivo di ogni amministratore.
  2. GOLD AWARD che indica l’apprezzamento massimo che un’amministratore può dare. Al raggiungimento di tre GOLD AWARD, la foto viene selezionata per essere eletta come foto del giorno. Viene prelevata e viene incorniciata con la grafica dei premi di Fotoart Italia e viene ripubblicata da un’amministratore.
  3. FOTOART ITALIA MAGAZINE che indica la selezione della fotografia per essere pubblicata sulla rivista che si trova sul sito internet della Cineworld. A differenza di Facebook, le foto inserite sulla rivista non scadono mai di indicizzazione e rimangono per sempre sui motori di ricerca online con gli attributi del proprietario. Per visitare la nostra MAGAZINE cliccate su questo link: FOTOART ITALIA MAGAZINE
  4. GOOD WORK è un riconoscimento che gli amministratori si attribuiscono tra di loro per il fatto che essendo i responsabili dl gruppo, in caso di pubblicazione delle loro opere fotografiche, non possono partecipare all’interno delle selezioni destinate ad i premi.
Fotoart Sicilia si espande in Italia

Oggi FOTOART ITALIA è al suo primo passo verso un’espansione mondiale, che da anni cerca di raggiungere. Ci sono molti progetti in programma che hanno come minimo comun denominatore l’incontro e la creazione di eventi tali da unire persone provenienti da tutto il mondo, che hanno come unico scopo la valorizzazione dell’arte fotografica e lo scambio culturale. Cliccate l’immagine sottostante e iscrivetevi a Fotoart Italia iniziando la vostra esperienza fotografica e condividete le vostre foto.

Fotoart Sicilia si espande in Italia

Gran finale per Doniamoci con un click 2020: Si aspetta la rivista

Gran finale per Doniamoci con un click 2020: Si aspetta la rivista. Ieri, 19/01/2020 presso i locali dell’Associazione culturale Cineworldcorporation, è avvenuto l’ultimo incontro del progetto socio culturale Doniamoci con un click 2020. In questa fase del progetto marchiato Cineworld, sono stati presentati i lavori svolti dagli over 65 e dai 10 fotografi. Dando piena libertà alla loro creatività, i fotografi hanno ricostruito dei veri e propri set cinematografici, ispirandosi alle storie narrate dai loro soggetti, gli over 65 appunto. Infatti, i personaggi, a loro volta sono stati abilmente ritratti come attori protagonisti delle loro stesse storie narrate. Il tema principale di questa nuova missione fotografica è stato quello di volere raccontare le esperienze di vita dei nostri protagonisti congiungendo in un unico percorso, il passato ed il futuro, narrando le tradizioni locali attraverso le nuove forme di comunicazione digitale come la fotografia. I personaggi e i fotografi sono stati impegnati in un lavoro molto intenso ma sicuramente carico di professionalità e perchè no, di sano divertimento, mettendosi in gioco con un click.

Gran finale per Doniamoci con un click 2020: Si aspetta la rivista
Da sinistra Gaetano Ricotta e Livio Facciponte.

A dare un tocco quasi magico alla conclusione dei lavori del progetto “Doniamoci con un click 2020”, è stato il lancio delle lanterne di carta, poste alla base della Torre dell’Orologio di Canicattì, costruita da uno dei fratelli Bonanno. Per il lancio delle lanterne si è scelto l”Orologiu” in quanto, per molti anni, è stato identificato come il segna tempo della crescita e dell’evoluzione della città. Un augurio insomma, affinchè il progresso della nostra città, possa ritrovare gli antichi splendori, grazie anche alla realizzazione di progetti socio culturali come quello suddetto. Le fasi di scatto sono state riprese dal responsabile del progetto Livio Facciponte, dall’ art director Gaetano Ricotta, dallo scenografo Lillo Locastello e dal direttore tecnico Carmelo Mulone, per la realizzazione del backstage video-fotografico che prossimamente verrà pubblicato. Un sentito ringraziamento per aver dato voce ai video di introduzione del progetto, va all’inviato speciale Rino Bancheri.

Gran finale per Doniamoci con un click 2020: Si aspetta la rivista
Da sinistra verso destra, la relatrice Concetta Montelone, la fotografa Daniela Palermo e la Sig.ra Vincenza Di Naro

I workshop fotografici realizzati sono stati ben 17. Di seguito una piccola presentazione dei lavori svolti.

  1. La fotografa Marika Ferlisi ha ritratto il pensionato Luigi La Morella nelle vesti di un video maker degli anni 60 durante le riprese di una proposta di matrimonio. Ha anche scattato l‘attore teatrale Antonio Curto nelle vesti di uno psichiatra folle mentre effettua degli esperimenti su una cavia.
  2. La fotografa Francesca Lo Destro di Palma di Montechiaro ha fotografato il poliedrico Enzo Asaro in una scena intento a giocare con una trottola. Il messaggio è quello di evidenziare i modi di giocare creativi dei bambini degli anni 60.
  3. Il fotografo Gabriele Di Vincenzo, ha immortato lo scrittore Salvatore La Valle e l’attore Antonio Sanfilippo, riproponendo l’antica tradizione della sfida dei cavalli in salita.
  4. Il fotografo Giuseppe Lo Brutto, in arte LBG, ha fotografo il macellaio Diego La Valle, ritraendolo in abiti inusuali per il suo lavoro, come lo smoking, evidenziando un netto contrasto tra il soggetto ed il lavoro. Inoltre, LBG, ha fotografato il Prof. Salvatore Gruttadauria, che nell’occasione ha ricoperto il ruolo di tecnico cinematografico (vecchia passione del personaggio), ricordando i fasti del vecchio laboratorio cinematografico.
  5. La fotografa Emilia Lupo di Palma di Montechiaro, ha riproposto il vecchio mestiere del “lustra scarpe”, interpretato dal presidente del Gad Salvatore Castellano. L’altro soggetto scattato dalla fotografa Lupo è stata la Prof.ssa  Rosalba Fiduccia, ritratta nella figura dell’attrice Marta Abba che fù la musa ispiratrice di Luigi Pirandello.
  6. La neofita fotografa Luisiana Conti di Palma di Montechiaro, ha fotografato il cavaliere Giuseppe Tardino nella figura di uno scrittore intento a scrivere una lettera alla sua amata. Inoltre fotografando la Sig.ra Giovanna Salamone, ha illustrato l’antica arte sartoriale dell’epoca.
  7. Daniela Palermo, anche lei fotografa di Palma di Montechiaro, ha deciso di raccontare la cultura Hippie interpretata da Enzo Mongitore. Ha fotografato anche la signora Di Naro Vincenza, ispirandosi al film “Man in Black” per raccontare la festa del Carnevale pensata come un momento di divertimento.
  8. L’antica arte della manifattura in legno, è stata riprodotta dal giovane fotografo agrigentino Cristiano Agostino che ha ritratto nella figura di un abile falegname, il Sig. Gioachino Casucci. Mentre Salvatore Pansica, è stato ripreso nella “Roba di Cazzola” in un tema molto sensibile. 
  9. Il fotografo sperimentale Claudio Piraneo di Agrigento, ha ritratto il signor Ignazio Giglia nelle vesti di un chitarrista ispirato ai Rolling Stones. Ha anche fotografato il Sig. Calogero La Greca, storico orologiaio di Canicattì, nelle vesti simpatiche dell’orologiaio. Il messaggio di questa fotografia è stata ideata con lo scopo di voler evidenziare che nonostante il tempo trascorra velocemente, le tradizioni e i valori non devono essere smarriti.
  10. Alfio Abbodino, fotografo dallo stile glamour, ispirandosi allo stile hollywoodiano, ha voluto ritrarre la Prof.ssa Rosaria Alletto inseguendo lo stile classico del cinema americano ambientato ai giorni nostri.
Doniamoci con un click 2020 scaled 1
Doniamoci con un click 2020 scaled 1

Con il materiale fotografico realizzato in questi giorni, successivamente verrà realizzata la rivista illustrativa che a sua volta, verrà distribuita in tutta la città di Canicattì, anche nelle scuole. Il lancio della rivista e la pubblicazione di tutto il materiale fotografico si svolgerà il 22/03/2020 presso il Centro Culturale San Domenico, in cui verrà invitata a partecipare l’intera comunità e verranno premiati gli over 65 e i fotografi. Per la realizzazione di questo nuovo progetto socio culturale, è doveroso ringraziare la collaborazione del comune di Canicattì, rappresentate per l’occasione  dal sindaco Ettore di Ventura e dagli assessori Antonio Giardina e Angelo cuva, dando nuovamente fiducia al gruppo di cineasti della Cineworld. “Doniamoci con un click 2020”: il progetto socio culturale caratterizzato dalla fotografia sperimentale per raccontare tratti di storia e tradizione tramandata ai tempi moderni.

Gran finale per Doniamoci con un click 2020: Si aspetta la rivista
Livio Facciponte e lo scenografo Lillo Locastello