Il glamour di Gaia Lo Celso al Palazzo Ducale

Il glamour di Gaia Lo Celso al Palazzo Ducale. Venerdì 11/10/2019, si è concluso il 4° dei 5 workshop presenti nel programma didattico di “Fotografo 2019”, il progetto ideato da Livio Facciponte. Questa volta, il genere scelto per la prova fotografica è stato il ritratto, creato dalla Make Up Artist Gaia Lo Celso e sapientemente diretto dalla maestria del docente Francesco Signorino che ha accompagnato ogni singolo alunno verso la riuscita dell’impresa. Lo shooting è stato ambientato nella location del Palazzo Ducale di Palma di Montechiaro. La giovane truccatrice dalla “matita” talentuosa, ha collaborato altre volte con il team dell’associazione Cineworldcorporation, proponendo per i vari gruppi fotografici, idee e trucchi degne di nota. Se pur molto ambito da tutti i fotografi, il ritratto è un genere fotografico complesso ma non impossibile da realizzare, in quanto il soggetto è la modella, ruolo interpretato nuovamente dalla professionista Alessia Guttadauro La Blasca, ricoprendo la figura della donna del XIX secolo. In questo contesto storico la figura femminile ricopre il ruolo di moglie e madre, ritrovando un ruolo sociale secondario a causa alla subordinazione all’uomo. Tuttavia in questo periodo qualcosa sta cambiando. Nello specifico, la scelta del tema del glamour nel workshop è un modo provocatorio per raccontare il movimento del “Femminismo, indicando il  punto di rottura con un’epoca nella quale la figura femminile è ancora sottomessa dall’uomo e la nascita di un periodo dove nascono i primi movimenti verso la lotta agli ideali di libertà e di rispetto della dama. L’intreccio tra il “Femminismo” e l’immagine intima della donna è il modo artistico per esprimere il senso di libertà che per anni è stato oppresso alla donna, ricoprendo a sua volta un ruolo marginale nella società.

Partendo da sinistra, in alto, Claudio Piraneo, Alfio Abbodino, Francesco Signorino, Alessia Guttadauro La Blasca, Gaia Lo Celso, Livio Faccipone e Denise Ricotta

Nel ritratto, la nota basilare è quello di evitare di realizzare una foto tessera. Pertanto, il compito dei protagonisti di Fotografo 2019, come degli abili registi, è stato quello di riuscire a trovare la giusta empatia con la posatrice, mettendo a fuoco sugli occhi di ella stessa, cercando di risaltare il contesto storico culturale, lavorando sulla vis mimica e sulla gestualità. I corsisti, guidati dall’assistente Emilia Lupo e dalla relatrice Concetta Monteleone, a gruppi di due prima e poi interagendo in un assolo con la modella, hanno potuto sperimentare diverse tecniche di scatto come il Bokeh, lavorando sulla tipologia del ritratto, dividendosi in primissimo piano, primo piano e figura intera. Altresì hanno lavorato sul gioco delle luci. Il tutto è avvenuto sotto la guida del direttore tecnico Carmelo Mulone (che con Claudio Piraneo, hanno curato il backstage). Il traguardo si avvicina e in attesa delle prossime news di Fotografo 2019, vi salutiamo con un pensiero della Make Up Artist Gaia Lo Celso:

Gaia Lo Celso

La mia passione per il bello è da qualche anno al servizio di questa bella realtà che è la Cineworldcorporation. Contestualizzata al progetto dell’associazione, riesco ad esprimere la mia passione e arte attraverso il make up e la valorizzazione dei volti. La fotografia come forma di arte e di espressione, è il principale strumento che esalta un volto e una personalità. Ogni volta è una sfida centrare una personalità in un progetto artistico in un lasso di tempo così breve. ringrazio sempre la sudetta associazione per darmi questa bella opportunità di crescita.

Gaia Lo Celso

Lillo Locastello trasforma Palazzo Ducale in un set

Lillo Locastello trasforma Palazzo Ducale in un set. Ancora una volta, il Palazzo Ducale, sito nella città di Palma di Montechiaro, si è trasformato in un set fotografico e ieri, 06/10/2019, si è concluso il 3° workshop del progetto “Fotografo 2019”, ideato da Livio Facciponte. La creatività del sopracitato Lillo Locastello, con la collaborazione del fratello Giovanni Locastello, è stata la chiave di questa importante prova fotografica, ambientata tra le antiche mura della famosa residenza della famiglia Tomasi di Lampedusa. Data la valenza di questo contesto storico, si è deciso di creare un workshop dal nome  “Un salto nel passato”, dove per l’occasione è stata ricostruita un’atmosfera ottocentesca, dall’abbigliamento all’arredamento, richiamando tratti del celebre film di Luchino Visconti chiamato “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Lillo Locastello

Protagonista di questa prova fotografica, è stata la modella Alessia Guttadauro La Blasca, che con grazia ed eleganza, è riuscita ad interpretare la nobiltà del XIX secolo, ricoprendo il ruolo di Angelica Sedara. Il co-protagonista è stato Gaetano Ricotta che ha interpretato la figura del Principe Fabrizio di Salina. Il trucco, professionale e preciso, è stato curato dalla giovane Make Up Artist Gaia Lo Celso. Per i giovani corsisti, protagonisti indiscussi di Fotografo 2019, questa prova fotografica  è stata tutt’altro che semplice, in quanto hanno dovuto effettuare delle fotografie utilizzando varie tecniche specifiche a ritrarre dei soggetti in movimento, cambiando continuamente il tempo di scatto.

Partendo da sinistra, in alto, Giovanni Locastello, Emilia Lupo, Concetta Monteleone,Alessandro Strazzanti, Cristiano Agozzino, Diego Lo Verme, Davide Iacono,GAetano Ricotta, Sandra Ficarra, Daniela Palermo, Jessica Cacciato, Francesca Lo Destro, Lillo Locastello, Francesco Signorino, Alfio Abbodino, Gaia Lo Celso, Alessandra Guttadauro La Blasca, Enzo Mongitore, Luisiana Conti, Claudio Piraneo, Salvatore Caico, Fatima Sciarrotta, CArmelo Mulone e Livio Facciponte.

Infatti, nei workshop dal tema ambientato, un’altra difficoltà di non poco conto è la cooperazione che si deve creare con la posatrice, dove il fotografo deve essere il regista della scena, cercando di trasmettere agli occhi dell’osservatore il proprio estro artistico attraverso la mimica facciale della modella, risaltando anche la scenografia. Per raggiungere quest’obiettivo, gli aspiranti fotografi sono stati divisi in cinque gruppi di due. A turno, guidati dalla relatrice Concetta Monteleone e dall’assistente Emilia Lupo, attraverso la sincronia con Salvatore Caico e Alfio Abbodino, sono stati fatti accomodare nelle fastose stanze del Palazzo Ducale, dove sotto l’occhio esperto del docente Francesco Signorino, hanno potuto effettuare i loro scatti, prendendo confidenza con la scenografia e con i modelli, dando libero sfogo alla propria fantasia. Per poter trovare la giusta armonia con la giovane modella, i “cacciatori di luce” hanno avuto anche la possibilità di effettuare un assolo, per esprimere al meglio il proprio estro artistico, mettendo in pratica le nozioni acquisite durante il master, senza l’ausilio di nessuno.

Giovanni Locastello

Anche in questo workshop, la sinergia dello staff tecnico della Cineworldcorporation è stata perfetta per la riuscita di questa importante tappa fotografica, con la presenza dell’amico Enzo Mongitore. Altra nota da non dimenticare è che il backstage è stato curato dal direttore tecnico Carmelo Mulone con la collaborazione di Claudio Piraneo. Con questa ennesima scenografia diretta dal maestro Lillo Locastello e ambientata nel Palazzo del Gattopardo trasformato in un set cinematografico, Fotografo 2019 giunge a metà del percorso didattico. Un cammino magico, caratterizzato da sogni che diventano realtà espressi attraverso l’arte comunicativa delle immagini correlate alla valorizzazione del territorio siculo, ricco di tradizione e storia.

L’assessore Roberto Onolfo, Lillo Locastello e Alessia Guttadauro La Blasca

E’ da ricordare che lo scopo della rivalutazione del proprio paese è stata resa dalla collaborazione dell’amministrazione comunale, che per la seconda volta ha voluto “abbracciare” importanti iniziative marchiate Cineworld. La giunta comunale , rappresentata per l’occasione dalle figure dell’assessore ai beni culturali Roberto Onolfo e dall’assessore al turismo e spettacolo Giuseppe D’orsi, sono rimasti più che entusiasti di come stà proseguendo il master.

Conclude la modella Alessia Guttadauro La Blasca dalla sua recente permanenza presso la Cineworldcorporation di Canicattì:

Ho avuto modo di conoscere il presidente Facciponte e il tesoriere Mulone durante un model sharing, tenutosi un anno fa a Pietraperzia. Il feeling che si è creato, è stato sin da subito palpabile e grazie alla possibilità concessami, di poter collaborare in questo master, ho avuto modo di conoscere l’intero team della CwC e devo ammettere di essere rimasta molto soddisfatta sia al livello professionale che rapportuale. Non mi ero mai confrontata con una realtà organizzativa simile e spero di poter lavorare nuovamente con loro.

Alessia Guttadauro La Blasca
DA sinistra, Giovanni Locastello, L’assessore Giuseppe D’orsi, Lillo Locastello, Alessia Guttadauro La Blasca, Gaetano Ricotta, Francesco Signorino, Concetta MOnteleone, Salvatore Caico, Carmelo Mulone, Livio Facciponte. Enzo Mongitore e Claudio Piraneo.

Fotografo 2019: dentro il Castello di Palma di Montechiaro

Fotografo 2019 nel Castello di Palma di Montechiaro è stato il secondo workshop del su detto master conclusosi ieri 29/09/2019. In questa giornata, i giovani fotografi si sono cimentati in un programma avente come tema il paesaggio, ambientato tra le antiche cinta del castello chiaramontano costruito sulla “Baia delle Sirene” a metà del trecento, per volere di Federico III Chiaramonte, ereditato dalla famiglia Tomasi di Lampedusa, diventato successivamente celebre con il romanzo “Il Gattopardo“. Il set fotografico è stato aperto dal vice presidente Gaetano Ricotta che, grazie alla sua arte nel narrare, ha trasportato gli allievi nella storia che ha dato i natali a quest’antica struttura. Se pur la fotografia paesaggistica possa sembrare semplice nella sua realizzazione, in realtà risulta essere complessa. Questo perchè occorre mettere a fuoco tutto il contesto in quanto nel paesaggio possono esservi oggetti vicini contornati da un orizzonte molto lontano. A rendere onore alle fatiche di questo gruppo di lavoro è stata la presenza dell’assessore ai beni culturali Roberto Onolfo

L’ assessore Roberto Onolfo e il Vice Presidente Gaetano Ricotta

La voce narrante del  tour storico è stata la guida Salvatore Tannorella, presidente dell’Associazione dei Castellani di Maria. Nello specifico, gli allievi, guidati dal docente Francesco Signorino e divisi in squadre, “avventurandosi” in un percorso storiografo, hanno dovuto raccogliere tutte le informazioni storiche del sito, evidenziando le caratteristiche strutturali tipicamente medievali che costituiscono la fortezza chiaramontana. Parlando della tecnica fotografica, gli allievi hanno dovuto confrontarsi con la profondità di campo (peculiarità della fotografia paesaggistica) cercando la migliore messa a fuoco per rendere la foto più realistica, offrendo la nitidezza più conveniente del soggetto con l’ausilio di diaframmi chiusi, il tutto senza tralasciare la caratteristica di mantenere l’orizzonte dritto.

Salvatore Tannorella e Livio Facciponte

Durante la giornata gli allievi sono stati divisi in cinque squadre di due persone poste nei punti strategici per lo scatto fissati dall’Associazione Cineworldcorporation. Ogni 15 minuti le squadre, cambiavano la loro posizione con il turno successivo in maniera tale da riuscire a percorrere tutte le tappe della struttura. Le squadre sono state gestite da Gaetano Ricotta, Enzo Mongitore, Emilia Lupo e Concetta Monteleone che magistralmente hanno guidato i neofiti nell’impresa documentaristica. 

Gaetano Ricotta, Cristiano Agozzino, Francesco Signorino, Davide Iacono, Jessica Cacciato e Fatima Sciarrotta

E’ doveroso ricordare che ancora una volta, la riuscita di questo tour fotografico è stata resa possibile dalla coesione del team della Cineworldcorporation presieduta da Livio Facciponte, che con devozione ha organizzato l’intera giornata grazie anche al supporto dell’amministrazione comunale. E’ stata una giornata molto stancante, poichè il percorso del sito è alquanto irregolare, vista la sua predisposizione geografica, ma a tirata delle somme la giornata è stata proficua per l’obiettivo da raggiungere. Conclude il direttore tecnico Carmelo Mulone

Ambientare Fotografo 2019 tra le mura del Castello di Palma di Montechiaro, è stato come un ritorno nel passato, con lo scopo di valorizzare la storia e l’arte con il linguaggio delle immagini ai giorni nostri. Un percorso fotografico non facile da realizzare ma che è stato reso possibile dalla voglia di mettersi in gioco di tutti. Siamo a metà del nostro cammino e per quanto difficile possa essere, sono sicuro che riusciremo a portare a termine quest’altro progetto culturale. Prossimamente vi aggiorneremo con le altre news di Fotografo 2019. 

Carmelo Mulone

Fotografo 2019: concluso il workshop sullo still life

Fotografo 2019: concluso il workshop sullo still life. Giorno 25 settembre corrente mese, si è concluso il primo dei 5 workshop inserito nel programma didattico di “Fotografo 2019”. Il gruppo di lavoro fotografico, guidato dall’associazione culturale Cineworldcorporation di Canicattì presieduta da Livio Facciponte, ha avuto come compito quello di cimentarsi nella realizzazione della fotografia “Still Life. Il suddetto workshop o “Fotografia di prodotto”, a sua volta , ha avuto come soggetto le opere di ceramica nuovamente offerte dall’atelier “Terranova Collezioni D’arredo” del Sig. Luigi Terranova di Canicattì. Gli aspiranti fotografi hanno dovuto mettersi alla prova con un genere fotografico apparentemente facile, poichè gli oggetti statici non sono così semplici da immortalare come si possa di pensare. Questo perchè gli oggetti, nonostante la loro staticità, sono caratterizzati da un gioco di luci ed ombre, con contrasti chiaro scuro attraverso i quali bisogna “ritrarre” il prodotto” con lo scopo della vendita. Ma l’obiettivo del workshop è anche quello di esprimere il proprio estro artistico attraverso la ricerca del dettaglio, enfatizzando la storia della scultura siciliana, dai tempi più antichi ad oggi, attraverso la preziosa manifattura e la comunicazione dell’arte visiva espressa attraverso la fotografia. 

Questa è lazienda che ha fornito le sculture per il workshop sullo Still Life

Gli scatti illustrativi, inoltre, verranno introdotti nella rivista atta a contribuire la valorizzazione del territorio siculo nel mondo, suolo dal grande potenziale ma purtroppo poco rivalutato. Gli allievi, guidati sotto la mano esperta del docente Francesco Signorino e degli assistenti Emilia Lupo e Claudio Piraneo (che ha contribuito alla realizzazione del backstage) seguiti dal direttore tecnico Carmelo Mulone, sono stati divisi in quattro squadre, dove nella prima tappa, i fotografi hanno imparato ad usare l’ISO (sensibilità della luce della reflex), i tempi di scatto e l’apertura focale del diaframma, tecniche fondamentali per poter operare nel magico mondo della fotografia. Il tutto è avvenuto in un set scenografico, ambientato nelle storiche mura del “Palazzo Ducale“, fulcro della Città del Gattopardo. Prossimamente, i giovani fotografi, saranno protagonisti di nuovi workshop ambientanti nel paese di Palma di Montechiaro, con lo scopo di divulgare la storia di questa storica cittadina. In attesa delle prossime news di Fotografo 2019, la redazione pone un cortese saluto a tutti i suoi lettori. Conclude il direttore Livio Facciponte: 

Mentre andiamo avanti con la nostra missione, mi rendo conto di aver formato una classe di gente molto attiva e ricca di idee. Sono convinto che con questo team si potranno fare dei bellissimi lavori, inoltre penso che la fotografia per tutti loro non finirà con la chiusura di Fotografo 2019. Questa è gente che andrà avanti e che racconterà il mondo con la propria arte. Sono orgoglioso per tutto quello che sta succedendo e per come stanno andando i lavori e come si dice nel mondo della cinematografia “BUONA LA PRIMA”.

Livio Facciponte

Palma di Montechiaro: ieri è iniziato Fotografo 2019

Palma di Montechiaro: ieri è iniziato Fotografo 2019 tenutosi presso la sala convegni della biblioteca di Palazzo Ducale. Il progetto fotografico, realizzato da Livio Facciponte, porta per la seconda volta nel comune della città del Gattopardo l’associazione culturale Cineworldcopration di Canicattì. L’amministrazione comunale, presieduta dal vice sindaco Anna Maria Sanfilippo, assieme all’assessore al turismo e spettacolo Giuseppe D’orsi, hanno dato nuovamente fiducia a questo gruppo di fotografi intraprendenti affinchè realizzino per il comune di Palma di Montechiaro la rivista fotografica che abbia come obiettivo la divulgazione della storia e delle tradizioni dei palmesi.  La scelta della rivista è la continuazione di un progetto analogo intrapreso nell’edizione precedente di Fotografo con l’intento alla valorizzazione del territorio. La serata è stata magistralmente diretta dal presidente Livio Facciponte e dalla relatrice Concetta Monteleone che ha dato il benvenuto ai nuovi protagonisti della sesta edizione di Fotografo 2019.

Giuseppe DOrsi, Livio Facciponte e Francesco Signorino

Durante il ricevimento sono stati presentati il docente Francesco Signorino e i componenti dello staff tecnico guidate dal technical director Carmelo Mulone e gli assistenti nelle figure di Emilia Lupo e Claudio Piraneo, illustrando il programma e la conseguente pianificazione del lavoro suddividendo gli allievi in squadre aventi ciascuno un diverso obiettivo da raggiungere. Il master, guidato dal team della Cineworld, è l’occasione giusta attraverso la quale ogni corsista può cimentarsi in varie prove acquisendo le tecniche di scatto dei vari generi fotografici, esprimendo la propria creatività annessa alla narrazione delle proprie tradizioni. Fotografo 2019 è un traguardo importante per la Cineworld in quanto è il simbolo della coesione di un gruppo di amici che lavorano per sè stessi e per la crescita culturale del proprio territorio. Ma la riuscita di questo intenso progetto è anche il modo per ricordare il giovane Zakaria Elkerraoui, modello di origine marocchina che avrebbe dovuto posare in 3 dei 5 workshop presenti nel programma didattico, scomparso prematuramente un paio di mesi fà. Adesso non resta che augurare un grande in bocca al lupo ai corsisti, unici veri protagonisti del magico mondo della fotografia. Prossimamente vi aggiorneremo per gli sviluppi ma ufficialmente possiamo permetterci di dire che a Palma di Montechiaro: ieri è iniziato Fotografo 2019 .

Anche l’inganno ci univa dice Alfonso Burgio

DESIDERIO E FURBIZIA. Tra i ricordi della mia infanzia, primissimi anni ’60, occupa un posto rilevante quello che riguarda l’occasione della festa di un matrimonio, appunto, di quei tempi. Per noi ragazzini di allora che eravamo residenti in un determinato quartiere, la festa del ricevimento, a seguito di un matrimonio, era un’ottima occasione per potere gustare “furtivamente” tutto quello che di buono veniva offerto agli invitati. Durante la mattinata, quando ormai eravamo sicuri che in quel giorno e in quel locale doveva tenersi la festa dell’intrattenimento, noi tutti piccoli amici, ci organizzavamo per essere puntuali sin dall’ inizio. Una lustrata di scarpe, un pò di brillantina nei capelli e via. Eravamo già pronti per andare a prendere posto nei tavoli degli invitati, noi che invitati non eravamo. Per fortuna c’erano alcuni posti liberi tra i 500 e più invitati, i quali si andavano a sistemare senza un ordine prestabilito. Così facendo, riuscivamo ad assaporare tutta quella grazia di Dio. Oltretutto ci si divertiva anche perché l’intrattenimento era allietato da un complesso musicale, per cui la festa era ancora più gradita. A volte, però, succedeva che la “nostra” festa veniva rovinata in quanto entravamo nel mirino dei familiari degli sposi che facevano la ronda e, quindi, non essendo tra gli invitati ci cacciavano fuori. Ma noi non potevamo rinunciare ad una occasione del genere e così, cercammo di rimediare a questo inaspettato inconveniente una buona volte per tutte. Difatti, quando una volta successe che i familiari degli sposi che controllavano vennero da noi per spingerci fuori dal locale, noi mettemmo in atto la nostra strategia e gli dicemmo: “ E’ vero che non siamo invitati, ma noi siamo qui perché facciamo parte del complesso musicale!!!” I parenti un po’ attoniti e per niente appagati della nostra giustificazione, andavano ad ascoltare i componenti del gruppo musicale, i quali prima di rispondergli ci guardavano in faccia e con molta sincerità gli dicevano: “Si è vero sono con noi e ci danno una mano di aiuto!!!!!” Ebbene, i familiari degli sposi erano soddisfatti del chiarimento fornito dai membri del complesso musicale, ma noi lo eravamo ancora di più poiché avevamo raggiunto il nostro DOLCE SCOPO..!!

Alfonso Burgio
Alfonso Burgio: Pure con l'inganno si stava insieme negli anni 60
Alfonso Burgio

Anche in questo caso, tra le righe del nostro Burgio, si evidenzia la spensieratezza della sua infanzia e dei suoi coetanei, dove con poco, attraverso la loro complicità, riuscivano a trarre da un inganno, un modo per stare insieme. Nella loro connivenza rimarcavano i valori di amicizia concreta e tangibile, se pur davanti a un banchetto prelibato. Alfonso Burgio: Pure con l’inganno si stava insieme, così, racconta che ogni occasiona era quella giusta.

Pomodoro: ortaggio per tutto l’anno

Pomodoro: ortaggio per tutto l’anno, ha origini nell’America del Sud, in Perù e in Cile. E’ una pianta che appartiene alla famiglia delle Solanaceae comprendente diverse tipi di specie, sia commestibili che tossiche. Grazie al clima tropicale, il pomodoro è una pianta selvatica che produce frutti tutto l’anno. Inizialmente il tomato fu usato come oggetto di decorazione a causa di un elevato tasso di solanina, sostanza considerata nociva per l’organismo umano. Tuttavia non è reso noto come sia diventato oggi un ortaggio commestibile largamente distribuito e consumato in tutto il mondo. La diffusione in Europa avvenne nel XVI secolo con gli Spagnoli. La storia narra anche che quest’arbusto fosse usato come gesto d’amore, dedicandolo alle donne francesi. L’uso in cucina del tomato avvenne dapprima come cibo fritto. Successivamente, venne usato per la preparazione di salse. Occorre specificare che tecnicamente il pomodoro è il frutto della pianta anche se appartiene alla famiglia degli ortaggi nei pasti è stato servito come . Il pomodoro, che contiene per lo più acqua (stimolando la diuresi, riducendo la ritenzione di liquidi e la cellulite) e un numero basso di grassi, è variegato nelle forme e nei colori è un ortaggio caratterizzato da molte proprietà benefiche di seguito vediamo quali. E’ ricco di:

  • Potassio: la sua presenza consente di ridurre la pressione arteriosa, intervendo nella contrazione muscolare oltre che nella regolazione del battito cardiaco. 
  • Fosforo che regola il pH e diversi processi dell’organsmo.
  • Vitamina C: che combatte i radicali liberi, stimolando il funzionamento del sistema immunitario. E’ essenziale per la produzione di collagene.
  • Vitamina K che è utile alla coagulazione del sangue, con la funzione di emostatico nella protezione delle ossa.
  • Folati.
  • Licopene che è un carotenoide che si trova nella buccia con la funzione di antiossidante che dona il colore rosso al tomato  e protegge gli occhi dalla degenerazione dovuta all’età. Previene l’invecchiamento cellulare e tumorale con un consumo regolare.
  • Luteina e zeaxantina: che sono presenti all’interno della retina che proteggono gli occhi causati dalle radiazionni luminore. 
  • Favorisce la digestione grazie alla presenza di fibre.

Ovviamente, oltre alle proprietà benefiche, vi sono delle controindicazioni a cui bisogna fare attenzione. Infatti il consumo del tomato è sconsigliato a chi è soggetto ad allergie specifiche e al nichel dato che è presente nell’ortaggio. Inoltre è sconsigliato a chi soffre di acidità, gastrite e reflusso poichè può peggiorare i sintomi. Pomodoro: ortaggio per tutto l’anno, vario nelle forme e nel colore dalle origini lontane ma apprezzato in tutto il mondo.

 

 

 



 

 

Fotografia di Giuseppe Scalisi

Scassinatori a Canicattì: Ricomincia lo show (FOTO)

Scassinatori a Canicattì: Ricomincia lo show (FOTO) Ieri notte, 27 Agosto, alle ore 22.30 circa, Canicattì è stata nuovamente il bersaglio di una gang di scassinatori. Il luogo del delitto è stato un appartamento sito in Via Vittorio Emanuele n. 229, con l’ingresso a piano terra.

Cosa è successo nello specifico? I soliti ignoti hanno puntato un appartamento, disabitato in una via principale cioè Via Vittorio Emanuele. Chiaramente saranno stati agevolati da qualcuno che controllava la situazione sulla strada principale, pronto a dare il famoso “via libera”. I delinquenti si sono recati davanti alla porta, che da come si vede nelle foto, avranno sicuramente usato un piede di porco per forzare la serratura. Una volta dentro avranno notato che l’appartamento era vuoto e non avendo nulla da prendere, hanno puntato ai componenti elettrici. Questi sono stati asportati e con estrema violenza anche i motori dell’acqua che erano attaccati alle vasche. La brutalità con cui hanno effettuato l’azione ha causato lo scoppio della valvola di mantenimento inondando tutta la strada di acqua. 

Foto della serratura forzata di una casa in Via Vittorio Emanuele a Canicattì
La foto della serratura forzata.

Come se ne sono accorti i residenti? La stranezza dell’accaduto consiste nel fatto che questa via è molto trafficata da automobili ed è una zona molto abitata. Due residenti della parte più bassa hanno percorso le tracce del fiume di acqua e si sono recati fino alla sorgente cioè lo scenario del disastro. Una volta giunti sul luogo hanno telefonato al 112 che in maniera tempestiva ha inviato una pattuglia di agenti, avviando l’indagine dell’accaduto, rintracciando il proprietario del locale che con estrema velocità ha nuovamente messo in sicurezza l’intera abitazione.

Scassinatori a Canicattì: Ricomincia lo show!
La scala e il vano delle vasche con gli impianti distrutti.

Quali sono le nostre considerazioni?

Poichè siamo stati sul luogo a fare le fotografie, abbiamo avuto modo di visionare l’intera situazione. Vedendo che questa via è molto trafficata, la prima cosa che abbiamo pensato è quella che questi scalmanati non hanno avuto una minima forma di timore e hanno agito tranquillamente come se la zona fosse disabitata. Questo cosa significa?Di certo è gente che non ha paura e che commette queste azioni con la stessa tranquillità che si ha entrando in un supermercato a fare la spesa. Il resto lo lasciamo pensare a voi… Scassinatori a Canicattì: Ricomincia lo show (FOTO)

Scassinatori a Canicattì: Ricomincia lo show!
La foto degli alloggi in cui erano attaccati i motori delle vasche con alcuni utensili usati per lo scasso degli impianti.

Fotografare automobili: non solo meccanica

Fotografare automobili: non solo meccanica. La fotografia automobilistica è un genere di scatto molto in voga. Che siano delle auto storiche, dal valore inestimabile e dalle linee sinuose che hanno fatto la scuola del design, che siano auto sportive o dei semplici rottami, sono fonte di ispirazione per molti fotografi. Trattandosi di oggetti sia statici che dinamici, sono dei soggetti ambiti dai fotoamatori, dai fotografi commerciali e dai fotografi sportivi. E’ giusto precisare che le auto, nate come mezzo di trasporto, sin da subito sono state e sono tutt’ora degli elementi distintivi sociali. Sono anche elemento di fascino, di moda e tendenza che non hanno eguali con nessun altro oggetto in produzione. Fotografare le automobili significa poter rievocare i ricordi della propria infanzia, correlati a momenti unici. Al contempo, sono un mezzo attraverso il quale è possibile ritrarre tradizioni e cenni storici. Tuttavia, fotografare la macchina non è facile. Di seguito vi spieghiamo il perchè. Ogni singola auto ha un proprio stile e una propria collocazione tematica, quindi la scelta del set è fondamentale. Ad esempio, se si ha intenzione di fotografare una vettura storica, con l’intento di rievocare cenni tradizionali, la scenografia idonea può essere la città.

Fotografia di Giuseppe Lo Brutto

La luce è fondamentale e la sua presenza  può più o meno rendere sinuose il design della carrozzeria, quindi occorre fare attenzione ai riflessi che la luce artificiale e naturale possono creare sulla scocca. Altro elemento da prendere in considerazione è l’angolazione dello scatto. Se interessa rappresentare l’imponenza e la forza della vettura attraverso le sue linee, scattare dal basso è un modo più idoneo. L’inquadratura frontale, laterale e da dietro, offrono una visione diversa della vettura. La vista di tre quarti, consente di evidenziare il frontale  e la parte laterale della vettura. Un elemento da aggiungere sullo sfondo potrebbe essere un casolare, un prato. Spesso questo sfondo è punto di ispirazione se si ci trova davanti a delle auto trovate in aperta campagna.

Fotografia di Alessandro Valenti

 

La vettura, come già detto è un soggetto ambito sia da chi fa la fotografia per passione sia da chi fa la fotografia per professione. Analizziamo i seguenti casi.

Se la vettura è statica e se la fotografia è a scopo commerciale, la tecnica più adatta da usare è lo “Still life“, dove deve esservi una perfetta armonia nel gioco di luci e ombre, sia che si scatti l’esterno che l’interno dell’automobile. Se lo scatto avviene in un ambiente aperto (ricordiamo che questi consigli valgono per tutti i tipi di fotografia), è consigliato scattare o nelle prime ore del mattino o al tramonto, tenendo conto che in questi momenti, l’illuminazione cambia di continuo. In queste condizioni di luce occorre fare attenzione ai colori scuri poichè i riflessi stessi possono essere sproporzionati ed è utile valutare anche i riflessi di altri elementi che possono esservi nella scenografia. 

Fotografia di Domenico Romano

Un modo per evitare i suddetti riflessi, è l’uso del polarizzatore. Questo, avvitato sull’obiettivo, ruotandolo a destra o a sinistra, consente di regolare la quantità di riflessi e la collocazione dei riflessi, soprattutto se si ha a che fare con una vernice lucida. L’automobile può essere fotografata anche in movimento e in questo caso, la vettura può essere inserita nella cerchia della fotografia sportiva. L’auto immortalata in questo caso potrebbe essere la vettura da rally o le vetture dei campionati di turismo. L’effetto dello sfondo mosso è un aspetto molto interessante che si può ricreare in questo ambito fotografico e la tecnica più conforme è il panning dove sfruttando il mosso, si dà dinamicità alla fotografia.

Fotografia di Alfonso Failla

In questi scatti la vettura non potrà mai essere pulita come dovrà essere in una fotografia statica. In ultima analisi vediamo quale è l’attrezzatura più idonea e le modalità di scatto

  1. Obiettivi: per scattare una vettura ferma, va benissimo un 18/140 per le mezze formato e per le full frame un 24/120, con apertura focale f3,5-5,6. Per le vetture in movimento come nelle gare automobilistiche, è consigliato un 300mm.
  2. Tempi di scatto: per la fotografia statica va bene anche 1/80. Per quella dinamica sono consigliati  tempi di scatto non inferiore a 1/500 per avere una buona nitidezza, aumentando gli ISO ( perchè riducendo il tempo di scatto si riduce la luce del sensore, ottenendo un’immagine scura). All’esterno, gli ISO da impostare sono non superiori a 100. In ambienti scuri e con la luce artificiale dovuta, si consiglia di non superare gli 800 per evitare il rumore nell’immagine.
  3. Post-produzione: serve a sistemare il contrasto e la tonalità.

In conclusione, le automobili e la fotografia sono due passioni evolutesi parallelamente. Fotografare le auto trasmette profonde emozioni, in grado di far diventare un’opera d’arte un oggetto come espressione della creatività e dell’ingegno dell’uomo. Fotografare le automobili. Racconto di stile ed eleganza, in continua evoluzione con evocazioni del passato dalle linee seducenti e dalla dinamicità seduttrice, come può essere una donna.

L’immagine di copertina è stata scattata da Kenny Stappers Mezarina.

“Anche ai funerali c’era l’allegria” racconta Alfonso Burgio

“Anche ai funerali c’era l’allegria” racconta Alfonso Burgio. Le abitudini e gli stili di vita sono in continua evoluzione e niente può tornare come prima. Anche l’allegria è cambiata. Decenni fa si ci divertiva veramente con poco e quel poco, dava libero sfogo alla fantasia e anche allo spirito di collaborazione. Oggi invece succede che quel tanto che si ha mette tutti in disparte, in una lotta continua all’individualismo. Dietro a tutto ciò, una cosa certa che è in grado di trasmettere un forte impatto emotivo, è quello di poter mantenere vivo il ricordo del tempo passato, raccontando i tratti della propria adolescenza. Come? Con la narrazione delle proprie esperienze. Ed è così che il nostro Alfonso Burgio, nelle righe che seguono, ci racconta un pezzo della sua giovinezza, raccontando come un funerale poteva trasmettere attimi di gioia.

RIDERE, ETERNAMENTE RIDERE. Molte tradizioni ormai sono scomparse da tempo. Nella storia della nostra Canicattì, per un lungo periodo, ha resistito una tradizione che ricordo benissimo. Noi ragazzini di allora la vivevamo come un “divertimento”, anche se di allegro non c’era completamente nulla. Ebbene, a quei tempi (primi anni ’60) era una prassi che il defunto lo si accompagnava all’ultima dimora con un corteo che si snodava a piedi e che, a sua volta, seguiva il carro funebre trainato da un cavallo. Tutto il corteo funebre doveva seguire obbligatoriamente un tragitto con un’annessa fermata. La fermata, di cui trattasi, era prevista al giungere nella chiesa del “Purgatorio” dove la bara la si trasportava dentro per alcuni minuti, e cioè il tempo che il sacerdote desse la “Santa Benedizione” (allora la funzione funebre non prevedeva la santa messa come avviene oggi). Non ricordo come facevamo a sapere che in quel determinato giorno c’era un funerale, ma sta di fatto che quando la bara entrava nella chiesa del Purgatorio, noi ragazzini eravamo lì presenti ad ascoltare l’ultima benedizione del prete che la recitava rigorosamente in latino. Era proprio questo rito che ci dava tanto “interesse” perché non capivamo il significato delle parole, ma ci piaceva tanto il susseguirsi delle stesse al punto che storpiavamo, a modo nostro, tutto il contesto con l’ovvia conseguenza che questo nostro “artifizio” ci induceva a ridere da “morire”. Insomma, noi povere creature, eravamo capaci di trasformare un momento tragico in un innocente gioco. Ovviamente tutto questo era davvero grottesco, ma sinceramente vivevamo a modo nostro la tradizione. Nella foto allegata la “Chiesa del Purgatorio”, sede delle ingenue “malefatte”.

Alfonso Burgio

Nei racconti della sua gioventù, il Burgio tende ancora una volta a raccontare con enfasi, il modo semplice con i quali “i figli degli anni 50” riuscivano a divertirsi con poco, anche in momenti tristi e dolorosi come quello suddetto che non voleva essere un atto deplorevole nei confronti del defunto.  Anzi vuole marcare il fatto di come un attimo doloroso può essere il momento della “rinascita”, mantenendo acceso un ricordo nel tempo, evidenziato dalla goliardia dell’adolescenza. Si vuole cogliere l’occasione per ringraziare il nostro amico Alfonso Burgio per le sue preziose esperienze di vita.