Notte infuocata a Canicattì (VIDEO)

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Notte infuocata a Canicattì (VIDEO) Ieri 05/08/2019, verso le ore 23.45, Canicattì è ritornata ad essere invasa da un brutale incendio. Le fiamme questa volta hanno colpito un terreno colmo di alberi di olivo, adiacente alla nuova zona residenziale sita in Via Santuario Padre Gioacchino, esattamente sopra Via Pirandello. 

Cosa è successo nello specifico? Da quello che abbiamo potuto vedere, trovandoci casualmente di passaggio, il terreno era pieno di erba secca che ha favorito il propagarsi delle fiamme, logorando gli alberi di olivo che erano collocati all’interno dell’appezzamento. Consideriamo che i suddetti alberi sono carichi di olio che favorisce notevolmente la combustione. Inoltre le fiamme hanno minacciato il perimetro delle vicine abitazioni in cui vi erano macchine parcheggiate all’esterno che per fortuna non sono state coinvolte al mega barbecue.

Quali potrebbero essere state le cause? Consideriamo che quel posto è molto trafficato ma non sosta nessuno, quindi si potrebbe dedurre che qualcuno passando abbia buttato qualcosa di infiammabile dal finestrino della propria auto. Potremmo anche pensare che l’incendio possa essere stato appiccato volutamente poichè a quell’ora della notte non c’è una temperatura tale da favorire facilmente le fiamme. Le nostre sono solo supposizioni poichè non siamo a conoscenza della verità dei fatti, ma sappiamo che sarebbe potuto accadere l’inimmaginabile qualora le fiamme avessero invaso i terreni limitrofi. 

Cosa vi consigliamo? Intervenite sui terreni di proprietà o invitate i proprietari a rimuovere le sterpaglie presenti poichè potrebbero diventare vere e proprie micce favorevoli a catastrofi ecologiche e ambientali. Qualora non si riescano ad identificare gli eventuali proprietari, rivolgetevi alle autorità di vigilanza segnalando i possibili pericoli inviando email o pec contenenti, se possibile, una documentazione fotografica. 

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Dare luce alla notte: fotografare al buio

Dare luce alla notte: fotografare al buio. Il calar del sole, per molti fotoamatori è il preludio per ritrarre immagini suggestive, entrando a stretto contatto con il silenzio della notte, intesa come musa ispiratrice. La fotografia notturna include una serie di rappresentazioni grafiche, che prima di essere realizzate, devono essere osservate attraverso gli occhi e con il cuore, pensate nella mente e poi, con un click immortalate. Con la sera, gli effetti che si producono sono incantevoli per via della luce che emerge sul buio, attribuendo alle forme diverse composizioni e sfumature. Inoltre si possono sperimentare diverse tipologie di scatto che se scattate di giorno, probabilmente hanno un altro tipo di fascino. Ne sovviene domandarsi che genere di foto si possono realizzare e in che modo è possibile fotografare di notte.

Per prima cosa, bisogna individuare il momento nel quale si vuole fotografare dove il soggetto deve essere illuminato da una fonte di luce e in taluni casi, l’uso della luce artificiale è fondamentale. Da non confondere con il flash che per le foto paesaggistiche a lunga profondità, non aiuta in quanto non ha una grande profondità di campo e rovinerebbe la foto, creando giochi di luce ed ombre che darebbero fastidio, dando poca armonia alla fotografia. Per luce artificiale si intendono le luci delle case e dei lampioni se si vuole fotografare una paesaggio annesso alle luci delle città. Se si decide di scattare al crepuscolo, il tramonto è un ottimo soggetto della fotografia paesaggistica, che con i suoi colori tenui e caldi  è in grado di offrire sfumature stimolanti. Infatti è possibile porre il sole sia come sfondo che come soggetto principale. In questo caso, il soggetto anteposto al sole, sarà come un’ombra, creando l’effetto Silhouette. Ancora è possibile fotografare le stelle. Questi sono solo una parte dei soggetti che il panorama notturno offre. Una volta scelto il soggetto, si può impostare la propria fotocamera. Di seguito vediamo come.

Foto di Jose Pedrero

Prima di tutto, per non perdere qualità è consigliato di utilizzare il formato RAW. Occorre sapere che in condizioni di luce scarsa, si può incorrere nel mosso (salvo che sia voluto, chiamato tecnicamente Light Painting). Con una fonte di luce scarsa, per avere la migliore nitidezza, occorre impostare dei tempi di esposizione lunghi, generalmente da un minimo di 2s ai 20s ma più si allungano i tempi e più i tremolii vengono captati. Quindi, lo scatto a mano libera, viene sostituito dall’ uso di un treppiede o di un monopiede. Con la funzione dell’ autoscatto, il micromosso, viene evitato in quanto premere il pulsante di scatto, crea vibrazioni. Ovviamente, al tempo di scatto, si correla il valore dell’ ISO (sensibilità del sensore della luce) che nella fotografia notturna, varia a seconda delle fotocamera che si ha a disposizione. Con le mezze formato, si può arrivare intorno al valore massimo 800 di ISO. Oltre tale soglia l’immagine tende a sgranarsi. Con le full frame, è possibile scattare con valori più alti ma per non avere rumore nella fotografia, è consigliato impostare i  valori non superiori a 400.

Altra componente da non sottovalutare, sono gli obiettivi che per la fotografia notturna, è consigliato utilizzare le lenti fisse, poichè consentono di usare al meglio la luce disponibile, avendo la possibilità di impostare un diaframma molto aperto. Sono da consigliare il 50mm per le full frame e il 35mm per le mezze formato, con un’apertura del diaframma pari a f/1,8. Anche in questo genere di scatto, la composizione ha la sua valenza. La scelta della regola dei terzi è perfetta, poichè ponendo il soggetto ai lati dell’immagine, dà una certa dinamicità alla foto. Ultimo ma non meno importante, nella fase di post-produzione, l’uso di photoshop consente di sistemare qualche errore che si può trovare e contestualmente dare alla foto quegli effetti che si è deciso di realizzare. Con questa piccola guida, non resta che augurarvi buoni scatti, senza arrendersi alle prime difficoltà. Dare luce alla notte: fotografare al buio. La voce del silenzio che bisbiglia al cuore le emozioni più remote, illuminando le emozioni più nascoste della propria anima, raccontate attraverso immagini stimolanti. 

L’ immagine di copertina è stata realizzata da Animesh Dam.

Alfonso Burgio: Quando l’infanzia era da raccontare

“Tante volte magari non ci ho fatto caso, ma in altre circostanze, però, mi capita che percorrendo qualche strada cittadina, mi soffermo in un punto perché la mente mi trascina obbligatoriamente ad accendere i riflettori su dei passaggi della mia infanzia. 
Come nel romanzo de I RAGAZZI DELLA VIA PAL, anche noi ragazzini della via E. Toti avevamo il nostro “quartier generale”, questo era il serbatoio dell’acqua, tutt’ora esistente nella via Resistenza, dal quale pensavamo di dominare tutta la zona. Eravamo perennemente in “conflitto” con gli altri ragazzini residenti nel quartiere “Redentore” i quali rivendicavano che questo luogo appartenesse a loro e, quindi, ciò era la causa di dissidi che davano origine ad una rivalità che a volte scaturiva in veri e propri scontri. Consapevoli che dovevamo difendere con i denti quanto conquistato, usavamo diverse strategie per dissuadere il “nemico” ad avvicinarsi in quel territorio. Mi ricordo che facevamo delle incursioni nel loro quartiere andando a distruggere la loro “fortezza” che consisteva in una specie di accampamento messo su con del materiale quale canne, cartoni ed altro. Diverse volte l’incursione andava a buon fine nel senso che riuscivamo nel nostro intento, altre volte invece incappavamo in una trappola dalla quale con molte difficoltà ne venivamo fuori, poichè dovevamo scansarci dalla massiccia “sassaiola” che ci era stata riservata. Questi episodi succedevano diverse volte e siccome riscontravamo che il pericolo di volta in volta era sempre più grande, si decise di dare seguito ad un armistizio. Infatti, intuendo che tra le parti c’era un reciproco timore, si fece in modo che ci incontrassimo con la classica “bandiera bianca”. Ebbene, ricordo che si pervenne ad un accordo il quale prevedeva che dovevamo porre fine a questi scontri così “cruenti” e di sfidarci, invece, in delle partite di calcio dalle quali il vincitore poteva finalmente godersi, senza più rivendicazioni, il luogo conteso. Dopo alcune partite pattuite, noi ne uscimmo vincitori, ed i vinti, stringendoci la mano, accettarono il responso senza battere ciglio. Ma noi ormai appagati della vittoria, decidemmo che loro potevano attraversare quella zona, prima proibita, in tranquillità perché oramai non eravamo più dei rivali ma semplicemente dei ragazzini che rispettavano i patti. Roba d’altri tempi..”

Alfonso Burgio
Cosa ci insegna Alfonso Burgio? Cosa notiamo da questa affascinante avventura? 
I ragazzi di allora vivevano all’insegna dei rapporti umani che venivano coltivati di giorno in giorno grazie alla capacità di sapersi confrontare personalmente con gli altri. I ragazzi si impegnavano nel piacere agli altri mediante l’uso dell’intelliggenza, della simpatia e della comunicazione con il suo grado di conoscenza che poteva essere più o meno denso di cultura. Tutti avevano un comune denominatore ed era quello di stare insieme, avere un contatto reale e riuscire a conquistare gli altri mediante la propria abilità nel sapersi affermare. I ragazzi conoscevano i valori, potenziavano il proprio carisma tramite l’intelligenza e la caparbietà nel sapere apprendere da chi ne sapeva più di loro. Oggi i ragazzi si sono trasformati in Hikikomoro. Concludo dicendo che questi erano i tempi in cui si viveva a 360° il proprio contesto sociale e non chiusi in una stanza con un telefono in mano nella speranza di riuscire ad aumentare la propria soddisfazione personale tramite la ricerca di qualche misero like in un mondo virtuale ricco di finte amicizie manipolate da pochi potenti che vedono l’intelligenza e lo sviluppo di un popolo come un’ostilità. Di certo qualcuno ha dimenticato che vivere per finta significa morire veramente. 

Newborn photography: Neonati sotto i riflettori

Catia Bonello fotografa specializzata nella newborn photography è l’autrice delle foto

Newborn photography: Neonati sotto i riflettori al fine di tenere vivo un ricordo nel tempo. La fotografa Catia Bonello tramite le sue immagini ci aprirà le porte al mondo della fotografia dei neonati. Questo genere fotografico in continua diffusione è la NewBorn Photography o fotografia della nuova nascita, dove i soggetti sono i neonati. La ritrattistica è la componente fondamentale ma ciò che conta nella fotografia newborn, è anche l’estro del fotografo. Partendo dalla posa, il fotografo deve essere bravo ad enfatizzare anche i dettagli e rendere unici gli scatti. Le pose da realizzare possono essere scelte in comune accordo con i genitori. Ad esempio, il semplice ritratto del bebè mentre dorme va bene ma deificare attimi come l’allattamento o il bagnetto sono importantissimi poichè raccontano momenti indimenticabili, enfatizzando l’amore innato che lega la mamma al proprio figlio, accudito come un cucciolo. Adesso vediamo nel dettaglio come creare al meglio un servizio. Ritrarre la nascita significa proporre un servizio fotografico che va effettuato entro i primi 15 giorni dalla nascita del bebè, poichè l’infante, dorme parecchio ed è difficile che sia soggetto alle fastidiose colichette consentendogli di dormire beatamente.

Foto di Catia Bonello

Il neonato, assumendo una posizione raggomitolata, ricorda l’atteggiamento fetale, richiamando alla memoria i momenti della gravidanza. Effettuare questa prestazione d’opera comporta molta pazienza e la durata media del servizio oscilla dalle 3 alle 5 ore. Il set ideale è la sua casa o lo studio fotografico attrezzato al meglio per infondere maggior comfort possibile. E’ consigliato fotografare il bebè dopo la poppata. Infatti se il neonato dorme, scattare le foto sarà più celere. Il resto del tempo può essere impiegato per preparare il fanciullo per vestirlo o allattarlo. Lo sfondo può essere fantasioso, dai colori tenui o comunque bianco e può essere un aiuto per agevolare l’aspetto cromatico. Il colore fievole consente di valorizzare il soggetto e dare luminosità alla fotografia, in quanto i colori accesi potrebbero distogliere lo sguardo dal vero protagonista dello scatto. Anche l’uso di corredini vari possono aiutare per realizzare una foto memorabile. Ma come in ogni fotografia, anche le angolazioni risultano essere fondamentali. Si può scegliere di scattare con la tecnica del primo piano, scattando il visino del bambino

Foto di Catia Bonello

Così facendo, l’apertura del diaframma può essere regolato con un’apertura pari a f/3.5 sfocando lo sfondo e creando l’effetto Bokeh. Per quanto concerne l’uso delle luci, trovandosi in un ambiente chiuso, è sconsigliato l’uso del flash perchè non enfatizzerebbe la fotografia, creando un’immagine poco emozionale e darebbe fastidio al piccolo protagonista, innervosendolo. Inoltre, la luce deve essere laterale, magari orientata di 45 gradi rispetto al bambino. In questo modo, per una maggiore nitidezza occorre impostare gli ISO con dei valori non superiori agli 800. Questo ovviamente in base al tipo di obiettivi che si hanno a disposizione ma per la ritrattistica è sempre consigliato utilizzare obiettivi fissi come un 35mm per le mezze formato o un 50mm per le full frame, per ottenere la migliore ricostruzione del viso. Il tempo di scatto, considerando che il soggetto è statico è utile impostarlo tra 1/80 e 1/100. Le stesse regole valgono per il mezzo busto (che è la posa più tradizionale) e per la figura intera. In ultima analisi, photoshop è l’inseparabile mezzo che aiuta a sistemare tutti i difetti che possono crearsi dopo la realizzazione di un qualsiasi scatto. In questo caso serve per dare maggiore vividezza e rendere l’incarnato più omogeneo. Newborn photography: Neonati sotto i riflettori per rendere memorabile un lieto evento, evidenziando i momenti più dolci del bebè in una raccolta di immagini che rimangono vivi nel cuore e nel tempo.

Foto di Catia Bonello

Da una breve intervista effettuata alla fotografa Catia Bonello, abbiamo notato che l’aspetto più importante per lei è l’atmosfera sentimentale da cui è coinvolta quando si trova sul set fotografico. Poichè nessuno di noi è in grado di descrivere la sua percezione, è giusto riportare le sue parole. Così si è espressa la Bonello;

Quando scatto non sono la protagonista del mio mondo ma la narratrice poichè il mio unico pensiero è proprio quello di riuscire a raccontare meglio possibile. Sarebbe molto più semplice pensare di soddisfare la richiesta del committente ma è più forte di me trasgredire la barriera della passività e della meccanicità fotografica. Avviene in un attimo, avviene inaspettatamente, avviene per sbaglio. Non chiedetemi come perchè non sarei in grado di rispondervi. L’unica cosa che posso dirvi è che questo processo mi catapulta in un passato ricco di ricordi con una forma quasi ancestrale poichè fotografare chi nasce mi fa rinascere.

-Catia Bonello
Foto di Catia Bonello

Perchè tradire? Gaetano Ricotta può dircelo

Perchè tradire? Gaetano Ricotta può dircelo in base ad una recente indagine in cui è emerso che “Gli italiani sono nel panorama europeo i più fedifraghi “. Tra i tradimenti più illustri che la storia ci tramanda, si ricorda Elena e Menelao. La leggenda racconta come Elena innamorata, viene  rapita dal principe troiano Paride. Il marito Menelao espugna la città di Troia per vendicarsi dell’onta subita. “Amor che a nulla amato amor perdona”. Ci spiega così Dante la storia di Paolo e Francesca, adulteri perché trovati a baciarsi mentre leggevano la storia di Ginevra e Lancillotto. Scoperti, furono uccisi da Gianciotto Malatesta, fratello di lui e marito di lei. Non si sa se questo delitto sia accaduto ma ringraziamo Dante per aver scritto rime così piene di amore e speranza (mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non mi abbandona). Perchè gli uomini e le donne tradiscono? Ci sono motivazioni innate scritte nel nostro dna alla base del tradimento coniugale e per fare questo dobbiamo fare un passo indietro nel tempo, per verificare il comportamento dei nostri simili: le scimmie. I maschi tradiscono perchè così facendo hanno più possibilità di mettere al mondo dei figli che la consorte non può avere. Così anche la donna tradisce per perpetuare la specie. Motivazioni di infedeltà: Se gli uomini possono tradire perchè spinti da un’esigenza sessuale che può portare alla rottura di una relazione, così anche le donne possono tradire guidate da qualcosa di più profondo che può portare alla nascita di una nuova relazione. Ma ci sono casi in cui la donna magari consapevole del proprio fascino, cerca il tipo di uomo impegnato per giocare un ruolo di dominatrice senza implicazioni sentimentali ma solo per il gusto di farlo. In pratica diventa terreno di scontro con un’altra donna, probabilmente a causa di qualcosa che si riporta dall’adolescenza quando si scontrava con le proprie compagne in competizione con i canoni di bellezza.

Esistono tante altre motivazioni che istigano all’atto fedifrago: 

  1. Megalomania: sentirsi belli, potenti, grandi;
  2. Egocentrismo: porsi al centro delle attenzioni, provando a se stessi l’interesse di chi li osserva;
  3. Inoltre perchè dopo un certo lasso di tempo non ci sono più stimoli e il torpore porta inevitabilmente a cercare nuovi impulsi al di fuori della coppia;
  4. Vendetta: della serie chi la fa l’aspetti;
  5. Mancanza di stimoli sotto diversi aspetti (incompatibilità di carattere, emotiva, sessuale ed emozionale);
  6. Routine quotidiana.

I luoghi prediletti dove si consumano i tradimenti si possono riassumere in luoghi di lavoro dove è più semplice creare nel rapporto di lavoro una relazione più intima così anche nei luoghi di svago e divertimento (palestre, scuole di ballo, piscina). Nel tradimento, quello che viene ad essere leso in primis è la fiducia.

Dice la psicologa Maria Rita Parsi:

L’infedeltà è ormai diventata un luogo comune, anche perché la chiave di lettura dell’adulterio è ormai molto più aperta rispetto ai tempi passati”.

Perchè tradire? Gaetano Ricotta può dircelo poichè si tollera e si giustifica molto di più, anzi la scappatella può essere considerata come un toccasana per rinsaldare i rapporti. È ovvio che stiamo dicendo addio alla vita di coppia di una volta, dove il matrimonio si portava a compimento con la fatidica frase “Finché morte non vi separi”. E’ emerso dalla lettura di alcuni blog, come l’infedeltà possa essere riconducibile anche ai rappresentanti del clero. Infatti  il prete che dovrebbe rappresentare un simbolo di protezione, può diventare uno sfogo per il senso di oppressione ed evasione dei doveri coniugali, divenendo la panacea ideale per le crisi che talune parrocchiane hanno in ambito familiare, e il prete assolve una delicata funzione sociale. Merita una menzione particolare il “bordello” delle bambole gonfiabili che, non sarebbero imputabili tanto loro quanto invece l’intenzione di chi le utilizza per la soddisfazione fisica, quindi l’intenzione equivale al tradimento.

Un discorso a parte va affrontato sul tema del tradimento online che si differenzia dal classico per mezzo di social che ormai imperano nella rete. E’ un tipo di infedeltà che può essere di natura romantica o di natura sessuale attraverso delle conversazioni tramite chat, gruppi online. Comunque sia il tradimento virtuale presenta delle connotazioni alquanto differenti dal normale, poichè non si definisce un limite ben preciso perchè non è assoluto. In questo tipo di adulterio la persona che tradisce è spinta dalla coscienza di essere anonimo e da una possibile fuga dalla realtà. Le bugie, la perdita di interesse nella sfera sessuale e una mutazione nei rapporti interpersonali con il partner, sono segnali inequivocabili. Ma può succedere che dopo mesi di chat, arrivati all’atto concreto della conoscenza, possa saltare tutto, perchè la conoscenza fisica potrebbe risultare traumatica. Ma la navigazione in chat, equivale di conseguenza al tradimento. Infatti, per i giudici una donna può avere diritto al mantenimento dopo aver sorpreso il proprio marito in chat. Di fatto viola gli obblighi di fedeltà da parte del partner. Tuttavia, leggere i messaggi di un’amante nel cellulare del consorte o anche la sua e-mail è considerato reato e di conseguenza non può essere valutato come prova in una causa di divorzio. 

Perchè tradire? Gaetano Ricotta può dircelo

Perchè tradire? Gaetano Ricotta può dircelo ricordandoci quali sono le conseguenze psicologiche del tradito? Il tradimento obbliga il coniuge a fare i conti con quella verità che sarebbe la non conoscibilità del partner. Questa verità può rappresentare in campo emotivo un terremoto di grandi proporzioni, essendo venuto meno quel rapporto di fiducia su cui si è fondato il rapporto a due. Qui le casistiche si fanno davvero pesanti per la presenza di disturbi d’ansia, calo di autostima, stress, rabbia e senso di impotenza. Il dolore del tradimento non può essere elaborato e superato subito se prima non viene accettato. Chi subisce il dolore dell’abbandono del partner ha come similitudine il lutto di una persona cara. Si era rappresentato il proprio partner come una persona fedele che non sarebbe mai stata capace di ferirci e invece si ritrova una persona che delude e che porta in uno stato di profonda crisi. L’essere tradito dalla persona che si ama, discosta dai punti di riferimento mentre il dolore e l’umiliazione che si provano, rendono l’anima vulnerabile. 

E se usassimo la filosofia per parlare di corna?

Perchè tradire? Gaetano Ricotta può dircelo

Perchè la filosofia non potrebbe aiutare? Perchè tradire? Gaetano Ricotta può dircelo . Serve per vedere le corna in maniera diversa, a non farsi distrarre dal luogo comune, quindi tradimento, quindi donna puttana, o uomo porco. Diciamocelo, le corna non esistono. Si mi potreste dire che il mondo è pieno di cornuti e cornute ma questo perchè siamo prigionieri di una mentalità arcaica precostruita dall’uomo. Il segreto consiste nel cambiare questa codifica, questo preconcetto che turba la vita. In questo innovativo codice mentale si cambia il concetto di tradimento con quello di fedeltà. A che cosa occorre essere fedeli se non alla vita. Quindi la vita è movimento. Se troviamo la nostra donna o il nostro uomo a letto con un altro o un’altra, non vuol dire che tradisce. C’è solo uno scambio di persona, di ruoli. C’è in ultima analisi un movimento differente, quindi vitalità. Il vostro partner è vivo, con mille pulsioni da soddisfare, basta cambiare il concetto, diventare filosofi e il gioco è fatto. Non prenderete pistole, vi farete una risata e addirittura se la vostra partner vorrà una tisana, andrete a fargliela e gliela porterete a letto. Questo significa essere un cornuto filosofo. 

E sapete quale è il vantaggio? Niente crisi isteriche, pallottole vaganti, non finirete sui rotocalchi ma avrete creato un movimento che assume nuove forme di pensiero positivo, con tanto di felicità in condivisione con tutti. Adesso faremo un sondaggio con qualche quesito. Trovate la vostra/o partner a letto con qualcuno. Come reagite? 

  1. Siete indignati, chiudete la porta e andrete per strada maledicendo il giorno in cui l’avete conosciuta.
  2. Prendete un bastone e cacciate dalla stanza tutti e due.
  3. L’onore si lava con il sangue, prendete una pistola e uccidete l’amante in attesa di uccidere pure lei.
  4. Chiudete la porta e la murate, della serie amanti per sempre finchè morte non sopravvenga.
  5. Usare la filosofia dicendo: grazie a Dio è una botta di vita ma ama solo me, e ritorna.

Articolo scritto da Gaetano Ricotta e redatto da Carmelo Mulone.

Fotografare i bambini: Ritratti dell’innocenza

Fotografare i bambini: Ritratti dell’innocenza . I bambini sono tra i soggetti più difficili da fotografare perchè sono creature in continuo movimento e si rischia che le foto risultino mosse. Immortalare il loro sguardo e i loro gesti sono attimi che rappresentano i simboli dell’innocenza e della spensieratezza. Qualsiasi sia il contesto nel quale i bambini vengano fotografati, le loro espressioni sono colme di significato come avviene ad esempio nei reportage di guerra, esprimendo dolore e sofferenza.Al contempo, trasuda bellissimi momenti come la trepidazione di diventare genitore. Una serie di momenti ricercati e voluti che evocano ricordi indelebili. Attimi immortalati e sempre più diffusi nell’ambito della fotografia.

Ma come si fotografano i bambini?

Per prima cosa, fotografare un bambino significa osservarlo, perchè nel periodo della pubertà, i movimenti del fanciullo sono mutevoli. Infatti, le foto che si possono realizzare in questa fascia d’età sono di grande impatto poichè gli scenari sono vari. E’ possibile fotografarli sia all’esterno che all’interno. In ogni caso, bisogna trovare la giusta empatia con il soggetto e trovarsi disponibili con loro, colmi di pazienza, è un segnale positivo per la  riuscita dello scatto. Questo perchè i nostri piccoli protagonisti, avvertono lo stato d’animo di chi gli sta intorno. Dimostrare un atteggiamento negativo è indice di fallimento nella realizzazione della fotografia.

Assodato che nell’ambiente esista armonia tra fotografo e soggetto, occorre mettere il piccolo protagonista a proprio agio, magari incuriosirlo facendogli trovare un ambiente pieno di giochi, se si decide di scattare all’interno. Altra cosa da fare è scattare alla loro stessa altezza e interagendo con loro giocandoci e farli ridere, lo scatto può essere più spontaneo di quanto si pensi. L’uso della regola dei terzi, può regalare belle immagini nella loro composizione. Per lo più il genere a cui si fà riferimento è il ritratto. Quindi parlando di messa a fuoco, l’obiettivo deve essere puntato sugli occhi. Parlando di soggetti sia statici che dinamici, è consigliato porre tempi di scatto che partino da un minimo di 1/100 a salire. L’apertura del diaframma può essere più o meno aperta. Si può creare l’effetto Bokeh (sfocatura dello sfondo) se si decide di mettere a fuoco solo il viso del bambino con f/3.5. Tuttavia, chiudendo il diaframma, con una chiusura tra f/5.6 e f/8, l’intera immagine sarà più nitida. Se il set scenografico è al chiuso, in base alla luce che si ha a disposizione, gli ISO da impostare sono tra 400 e 800. Se il set fotografico è all’aperto è consigliato di scattare o al tramonto o nelle prime luci del mattino con ISO non superiori a 100. La luce del sole posta lateralmente rispetto al soggetto, può è essere utile per una migliore resa della fotografia.

Fotografare i bambini: Ritratti dell'innocenza
Fotografia di Reza Atashak

Fotografare i bambini in gruppo, magari davanti ad una torta o mentre giocano nei parchi, danno dinamicità alla foto. L’uso del flash è sconsigliato poichè potrebbe dare fastidio al protagonista. Come obiettivi, è possibile usare sia ottiche normali come 18/140 ( con un raggio di azione maggiore per cogliere diverse espressioni) che ottiche luminose fisse, per una perfetta ricostruzione del viso che si dividono: Pieno formato: 105 mm per il primissimo piano, 85 mm per il primo piano, 50 mm per la figura intera. Mezzo formato: 35 mm. Occorre specificare che oggi per volere dei genitori, tra i fotografi professionisti si sta diffondendo la New Born Photgrapy o fotografia della nuova nascita, dove i soggetti, sono i neonati. Attraverso questo genere di fotografia, entra in campo non solo il ritratto ma la creatività del fotografo che messo in comune accordo con i genitori, scelgono insieme le pose da realizzare e tenere come un ricordo vivo nel tempo. Giunti alla sospirata ricerca dello scatto, l’ultimo step che interessa il fotografo è la post-produzione dove con l’uso di photoshop, è possibile correggere errori di luci, di ombre, di esposizione.

Fotografare i bambini: lo sguardo dell’innocenza. Immortalare i bambini significa bloccare nel tempo attimi di un amore indescrivibile, colmo di emozioni che uniscono passato e presente, in una rievocazione di ricordi. Sguardi di innocenza che esprimono felicità, immensa gioia di vivere ma anche momenti di dolore che rimangono impressi nell’immaginario collettivo. Fotografare i bambini: Ritratti dell’innocenza

L’immagine di copertina è stata scattata da Henk Veldhuizen

Fotografia architettonica: espressione della forma

Fotografia architettonica: espressione della forma. Le opere architettoniche, antiche e moderne, sono state da sempre soggetti dei fotoamatori. Ciò che risulta essere rilevante in questo genere di fotografia non è tanto quanto la ripresa ma il modo di come si effettua lo scatto. Trovare la chiave di lettura consiste mettere in risalto i cenni storici, contemporanei e artistici, criteri secondo i quali l’opera è stata costruita. Quindi è fondamentale il punto di vista col quale si decide di scattare, poichè con esso è possibile esaltarne l’estro artistico e la storicità della struttura stessa. Pertanto onde evitare di fare una fotografia comune, necessita un’osservazione attenta dell’elemento architettonico. Da questo presupposto ne consegue che l’inquadratura è uno degli aspetti fondamentali della fotografia architettonica. Ad esempio, la ripresa della facciata con posizione centrale denota l’effetto “cartolina”, evidenziando la staticità del monumento. Invece optando per un’inquadratura dal basso verso l’alto, si crea un effetto tridimensionale, poichè viene evidenziato l’intersecare delle linee verso un punto, dando alla struttura una forma più allungata, slanciando l’opera. 

Oppure l’inquadratura laterale rende la vista della fotografia meno piatta. Anche la composizione ricopre un ruolo basilare nella fotografia architettonica. Combinazione che trova la sua massima espressione quando la fotografia architettonica si congiunge con la fotografia urbana dove in questo contesto, le persone, se prese dalla giusta angolazione, oltre che da cornice alla struttura, creano un senso di movimento. Ma occorre non dimenticare che l’elemento architettonico deve rimanere sempre il soggetto della scena. Tuttavia, se lo scopo della fotografia della struttura è professionale e illustrativo, è sconsigliato introdurre nella scenografia le persone, mantenendo solo il soggetto architettonico. Nella composizione, possono avere gioco forza le luci che a loro volta, possono evidenziare quei tratti stilistici messi in ombra, rendendo più suggestiva la foto. La valorizzazione della fotografia architettonica dipende anche dalla presenza di altri fattori esterni quali nuvole, alberi, fiori.

Adesso vediamo quali sono le modalità di scatto per realizzare una buona fotografia della struttura.

  1. Tempi di scatto: il soggetto, essendo statico può essere scattato con tempi che variano tra 1/601/250. Se invece si vuol dare alla fotografia dei giochi di luce, magari scattando di notte, l’esposizione deve essere più lunga, con tempi che variano da 1s a 30s e un diaframma chiuso da f/11 a f/20, per ottenere la miglior nitidezza e per avere la migliore profondità di campo. Ma per far ciò, occorre avvalersi del supporto di un monopiede o di un treppiede per evitare che nella fotografia si crei del rumore.
  2. Obiettivi consigliati: devono essere luminosi poichè la fotografia architettonica prevede anche la ripresa degli interni, caratterizzati da una luce scarsa. Quindi è consigliato l’uso di un 50mm o un 35mm. Anche un obiettivo come un 18/140 o 18/200 (per le inquadrature strette) vanno bene. Idonei per questo genere di fotografia sono anche gli obiettivi grandangolari (fish-eye) come il 10/20mm o un 12/24mm. Questi obiettivi, consentono di arcuare le linee dritte, creando una composizione geometrica che può “regalare” giochi prospettici.
  3. Luce: se la fotografia è esterna (con valori degli ISO non superiore a 100) è sconsigliato scattare nelle ore centrali della giornata, condizione di luce che invece è consigliata da sfruttare per le foto interne, con impostazioni degli ISO tra 400 e 800.

In ultima analisi, nella fotografia architettonica, photoshop è un valido aiuto per la correzione delle luci, delle ombre e delle linee. Fotografia architettonica: espressione della forma. La rappresentazione delle forme geometriche che evidenziano tratti e linee della storia moderna e antica, creando effetti tridimensionali.

L’immagine di copertina è stata realizzata da Livio Facciponte.

Pet photography: fotografare gli amici a quattro zampe

Pet photography: fotografare gli amici a quattro zampe. La fotografia di animali domestici o pet photography è un genere fotografico in forte espansione che consente di effettuare dei ritratti ai nostri piccoli e fedeli amici. Sono tipi di scatto estremamente emozionanti che ritraggono i momenti più importanti di un legame atavico e profondo tra un individuo e il suo animale domestico, più vero di un rapporto umano. Sono comunque fotografie non facili da realizzare, essendo l’amico a quattro zampe un essere imprevedibile nei suoi movimenti ma molto emotivi nelle loro espressioni, sia se ripresi da soli o con il proprio padrone. Intraprendere l’attività del Pet photography è tutt’altro che facile, perchè tale categoria abbraccia tutti i generi fotografici, spaziando dal ritratto puro e semplice, alla fotografia paesaggistica, ritraendo l’animale negli spazi aperti. Pertanto come conviene scattare?

Può sembrare banale ma per iniziare a svolgere questa tipologia di scatti, come avviene anche nello scatto con la modella, il fotografo deve entrare in perfetta sintonia con l’animale, osservandolo nei suoi movimenti, nelle sue abitudini. Così facendo si crea (nel qual caso l’animale sia di un altra persona) un rapporto di totale fiducia ed empatia, avendo la possibilità di poter esprimere le immagini designate nella mente, captando la situazione migliore. In questo genere di scatto, una foto ricca di enfasi è il ritratto dell’animale col proprio padrone, riuscendo a trasmettere agli occhi dell’osservatore una storia d’amore senza eguali. Raggiunta la giusta intesa con il vostro fedele amico, occorre scegliere l’ambientazione idonea, che può essere sia al chiuso che all’aperto. Come per i workshop in studio, se si opta di effettuare un ritratto, si può incorrere nell’uso delle luci artificiali, con impostazioni dell’ISO non superiore a 800. L’uso del flash è sconsigliato poichè la sua luce forte potrebbe dare fastidio al vostro cucciolo. Inoltre, se l’animale ha un pelo lungo, la luce potrebbe creare dei fastidiosi riflessi, senza riuscire a metterlo in risalto, a maggior ragione se la luce è diretta e non laterale. Vigono le regole della fotografia ritrattistica. Invece se si ci trova a scattare all’esterno, il consiglio è sempre quello di scattare o nelle prime ore del giorno o nel tardo pomeriggio, utilizzando i consigli e le tecniche di scatto adatte alla fotografia paesaggistica. In questo scenario, con i piccoli amici all’aria aperta, la tecnica del panning (deriva dal dialetto cinematografico descrivendone una rotazione sia orizzontale che verticale, ottenendo così la migliore nitidezza davanti allo sfondo mosso) per poterli immortalare ad esempio in corsa, risulta essere estremamente utile. Infatti, in questo caso, si suggerisce di impostare una messa a fuoco continua, essendo il soggetto in movimento. Si suggerisce di usare anche l’uso dello scatto multiplo, con la certezza di beccare lo scatto perfetto, utilizzando tempi di scatto brevi come ad esempio 1/200 a salire. L’apertura del diaframma può essere più o meno chiusa e nella composizione ambientata in uno scenario all’aperto, può risultare gradevole la realizzazione del bokeh (mettendo in risalto il soggetto, sfocando lo sfondo). Altresì, occorre specificare, che trattandosi per lo più di ritratti, per risaltare gli sguardi, le loro emozioni, è consigliato porsi alla stessa altezza dei loro occhi. Quindi se occorre sdraiarsi a terra, non abbiate timore di sporcarvi. Possono essere fotografati anche i dettagli del vostro amico come denti, naso, zampe. In ultima analisi, la scelta degli obiettivi, ricade nell’opzione di un obiettivo fisso che può essere un 50mm o un 80mm, che come si sa, sono delle ottiche molto luminose da usare nella ritrattistica e prevalentemente al chiuso. Ma anche i grandangolari possono essere usati per scatti particolari. Ancora, la scelta di un teleobiettivo può rivelarsi utile per fotografare il soggetto da lontano. In ultima analisi, la Pet photography è un genere fotografico vario che richiede pazienza e sperimentazione ma riesce a regalare profonde emozioni poichè ha come soggetti estremamente sensibili che con uno sguardo riescono a comprendere l’individuo meglio di chiunque altro. Pet photography: fotografare gli amici a quattro zampe. La fotografia adatta a scattare cani, gatti, conigli resi modelli per un giorno ma che rimangono compagni fedeli per un’intera vita. L’immagine di copertina è stata scattata dal fotografo Liborio Di Buono.

Mango: frutto tropicale di origine indiana

Mango: frutto tropicale di origine indiana è uno dei frutti tropicali più conosciuti al mondo. La sua coltura risale a circa 4000 anni fa in Asia meridionale ma tra il decimo secolo e l’inizio del diciottesimo secolo, si diffuse prima in Africa Orientale e successivamente in Sud America. Ma oggi, questo frutto asiatico trova la maggior coltivazione nei paesi tropicali. Il mango è il frutto della pianta Mangifera indica e appartiene alla famiglia delle Anarcadiacee, arbusti sempre verdi. La corteccia di questo frutto tropicale è rugosa e rossiccia. Esistono diverse centinaia di mango ma non tutte questo tipo di piante producono frutti. Tale frutto ha una forma ovale caratterizzato da un peso che, si dice che, può variare tra il mezzo kilogrammo e i due kili. E’ variegato nei colori, avendo delle tonalità più o meno accese che variano dal rosso, al giallo e al verde o tutt’al più alla congiunzione di questi colori. All’interno, il mango ha una polpa, dal colore giallo-rossastra. Al palato, risulta essere così molto succoso offrendo un mix di sapori che sembra quasi mangiare pesca, ananas e arancia. All’olfatto ha una fragranza molto dolce. Tutt’oggi è il frutto preferito dagli asiatici, dove viene venduto anche per strada. Il mango o frutto drupa (per la sua consistenza carnosa), viene bevuto anche come succo. Quando non sono maturi, i manghi vengono cucinati e aggiunti o negli stufati o nelle verdure. Simbolicamente, il mango è considerato come il frutto dell’amore poichè la tradizione indiana narra che il dio kama, considerata la più grande divinità, diffondeva amore nel cuore degli essere umani scoccando frecce imbevute di olio di fiori di mango. Anche oggi, la tradizione indù venera il frutto dell’amore. Infatti si tramanda che la sacralità dell’albero della Mangifera, è diffusa ancora oggi, poichè le foglie dell’arbusto vengono usate per adornare templi ma anche ingressi, architravi durante il rito del matrimonio. Questo perchè come allora, esprime floridezza, abbondanza. Nel consumo collettivo, che benefici può trarre questo frutto esotico?

Premettendo che il mango è un frutto pieno di calorie, qualora si effettui una dieta, il suo consumo va controllato oltre che ad essere associato ad un’alimentazione sana ed equilibrata oltre che ad essere correlato ad un’attività fisica e regolare. Tuttavia proprio per la presenza di un numero elevato di zuccheri ed essendo un frutto molto nutriente, il mango è ideale per l’attività sportiva di un atleta. E’ da aggiungere che come altri frutti, anche il mango contiene una serie di vitamine quali:

  1. Vitamina C che ha la funzione di antiossidante che risulta essere un rinforzo per il sistema immunitario;
  2. Vitamina E che è la vitamina antiossidante più importante presente nell’organismo umano, la cui carenza comporterebbe problemi muscolari e neuronali;
  3. Vitamina B9 o acido folico che è  indispensabile per gli acidi nucleici, gli eritrociti e alcuni aminoacidi.

Nel mango sono presenti altre sostanze antiossidanti quali:

  1. Lupeolo che è una piccola molecola dalle proprietà antiinfiammatorie e anticancerogene;
  2. Mangiferina che ha proprietà antivirali, analgesiche, antimicrobiche, neuroprotettive, cardioprotettive, epatoprotettive, antinfiammatorie, antiallergiche e antidiabetiche.

Nel frutto tropicale sono presenti anche una serie di minerali come:

  1. Potassio: è coinvolto in alcuni processi fisiologici come ad esempio la contrazione muscolare, la regolazione della pressione arteriosa;
  2. Magnesio che è indispensabile per il sistema nervoso oltre che per la regolazione del metabolismo dei grassi e per la costruzione dello scheletro.

Tutto il mango, compreso le parti che andrebbero scartate hanno proprietà benefiche. Tra queste vi è il nocciolo dal quale si estrae l’olio di mango, appunto, che a sua volta contiene delle molecole antiossidanti. E’da specificare che il frutto tropicale di origine indiana è anche usato nella cosmesi come cura contro l’acne oltre come utile trattamento per la pelle secca, dove la polpa messa a contatto con la cute, deve interagire per almeno 5 minuti, purificando la pelle nella sua profondità. Dopo di chè occorre sciacquare meticolosamente. Vi è da aggiungere che per chi è soggetto a secchezza della pelle, disidratazione, può incorrere nell’uso del burro di mango che conserva le vitamine e i minerali necessari a curare i problemi dell’epidermide. Altresì, grazie alla presenza delle Vitamine B, è un rimedio naturale contro la secchezza dei capelli e delle doppie punte. 

In cucina come va consumato il mango?

Del frutto drupa va mangiato solo la polpa, poichè la buccia può causare delle forme di dermatite. Il mango può essere ingerito sia fresco che essiccato ma anche cotto (cuocendo la polpa fibrosa nella griglia e servirlo assieme a piatti sia di carne che di pesce). Per essiccarlo, è consigliato mettere i pezzi del frutto in un essiccatore e farli “asciugare” a basse temperature. In ultima analisi è consigliato di non ingerire quantità elevate di questo frutto e non va inserito in un pasto ricco di carboidrati. Mango, il frutto tropicale di origine indiana. Una polpa dal mix di sapori, inebriante per l’odore, considerato come nettare dell’amore.

Fotografia subacquea: è quasi magia

Fotografia subacquea: è quasi magia. L’universo marino è un mondo tanto sconosciuto quanto affascinate. La magia della fotografia subacquea permette di poter cogliere i dettagli di questo ambiente poichè nella profondità del mare vivono creature e paesaggi unici. Effettuare questo genere di fotografia non è semplice poichè è strettamente correlato al mondo delle immersioni (altra attività dalla tecnica molto complessa da attuare). Di seguito trovate una serie di informazioni affinchè possiate avventurarvi in una serie di scatti veramente fuori dal comune. La principale difficoltà nella quale incorre la fotografia è la luce (elemento fondamentale per tutti i generi fotografici). A differenza degli altri generi fotografici dov’è sconsigliato scattare nelle ore centrali della giornata, infatti nella fotografia subacquea è consigliato scattare nelle ore più calde. Tuttavia, nel mondo marino, questo elemento è ancora più complicato da gestire poichè è soggetto al fenomeno della rifrazione e della riflessione.

  1. La rifrazione è la deviazione subita da un’onda nel momento in cui questa si trasferisce da un elemento ad un altro, otticamente diversi, nel quale varia la sua velocità di propagazione. Con questo passaggio della luce tra due elementi differenti, avviene che l’oggetto osservato in mezzo all’acqua appare più grande di 1/3 rispetto al normale.
  2. La riflessione è il fenomeno che si ottiene quando il raggio del sole, colpendo la superficie del mare, in parte entra nella colonna d’acqua, rifrangendosi ed in parte si riflette verso l’alto. Quindi si deduce che la riflessione è tanto maggiore quanto i raggi del sole risulteranno obliqui rispetto alla superficie marina.

Da qui si evince il fatto per il quale si può scattare nelle ore centrali della e giornata e ciò dipende per il fatto che i raggi solari penetrano nell’acqua non più in maniera obliqua ma perpendicolare, favorendo così il fenomeno della riflessione al minimo. A questo punto, il fotografo, generalmente, può usufruire di un maggiore visibilità grazie ad una ridotta presenza del termoclino (che è la combinazione tra lo strato della superficie dell’acqua e lo strato più profondo).

Nell’ambiente marino bisogna tenere contro di un altro elemento fondamentale: il colore. Questo, più ci si immerge, più diminuisce. Ciò avviene poichè la luce è composta da uno spettro elettromagnetico in cui ogni lunghezza d’onda corrisponde ad un colore. A causa della presenza della luce bianca, fungendo da prisma, i colori si perdono, assorbiti sempre più dal blu profondo. Il primo colore ad essere assorbito dal mondo  d’acqua è il rosso, seguito dall’arancione, dal giallo fino ad avere la predominanza del sopra citato blu. La fotografia marina è un genere di fotografia strettamente correlato al mondo della macro fotografia poichè la resa di una fotografia subacquea dipende dai dettagli della flora e dalla fauna che le meraviglie del mare mette a disposizione. Significa entrare a stretto contatto con questi esseri, osservandoli senza cercare di incutere loro timore, cercando di fare dei movimenti lenti. Pertanto, per effettuare scatti d’autore, bisogna far riferimento ad altri due fattori fondamentali: la composizione e l’inquadratura.

Composizione: consente di “rompere” gli schemi, sperimentando diverse combinazioni sfruttando il fatto che la fotografia subacquea scaturisce effetti tridimensionali. Da qui ne consegue la capacità del fotografo di riuscire a sfruttare ciò che offre la natura marina, utilizzando un’inquadratura orizzontale o verticale, scattando dal basso verso l’alto. Per risaltare questa tridimensionalità del soggetto, è consigliato usare la regola dei terzi. Altresì, la possibilità di muoversi tridimensionalmente, consente di sfruttare le linee guida. Le linee verticali donano forza e potenza, quelle orizzontali calma e riposo.

Bisogna specificare che l’ambiente marino nasconde un elemento fastidioso per il fotografo marino che può disturbare la nitidezza delle foto. Codesto elemento è il materiale particellato derivante dagli organismi marini. Trattandosi di macro fotografia, è consigliato utilizzare obiettivi macro (con una chiusura del diaframma da f/11 a salire) o dei kit macro dotati di tubi di prolunga usati con il sistema Nikinos (prima macchina fotografica anfibia della Nikon) adatti alla fotografia marina. I tempi di scatto da usare sono tempi più o meno veloci. A questo set fotografico subacqueo, nella fase di scatto è consigliato adoperare uno o più flash, ad una distanza di circa 20/30 cm per dare una resa migliore alla foto. E’ consigliato porre il flash alla stessa altezza del punto di scatto per inneggiare il soggetto. A sua volta l’illuminazione si suddivide in:

  1. Illuminazione frontale che comporta la riduzione delle ombre, garantendo la produzione dei colori più verosimile. Con questo tipo di illuminazione però è possibile rilevare la presenza delle particelle su dette che riducono la nitidezza dell’immagine.
  2. Illuminazione diffusa con il fascio luminoso posto in maniera perpendicolare dall’alto verso il basso, favorendo un’immagine “piatta”.
  3. Illuminazione laterale che è l’opzione più convenzionale per questo genere di fotografia poichè garantisce la formazione di ombre “morbide”, evidenziando le forme del soggetto rispecchiandone i suoi colori in maniera reale.

In ultima analisi, trattandosi di macro fotografia, i vostri movimenti marini, devono essere devono essere delicati il più possibile. Gesti repentini ed improvvisi possono incutere timore agli abitanti che vi ospitano. La natura offre ai macro fotografi dei mondi sconosciuti dai colori e dai dettagli unici ed entravi a stretto contatto, comporta pazienza ma una volta presa confidenza, lo scenario offerto è meravigliosamente incredibile. Con queste piccole nozioni ma fondamentali, una volta riemersi con scatti unici, photoshop consente di apportare delle modifiche per la post-produzione. Fotografia subacquea: è quasi magia. Magica per gli effetti che è in grado di offrire, sublime per le emozioni che può trasmettere, particolare per i dettagli che si possono raccontare.

L’immagine di copertina è stata scattata da da Mirko Rueesch.