Fotografo 2019 nella città del Gattopardo: Si apre il sipario

Da sinistra: Carmelo Mulone, Saro Falco, Salvatore Castronovo, Stefano Castellino, Giuseppe D’orsi e Livio Facciponte

Fotografo 2019 nella città del Gattopardo: Si apre il sipario per la sesta volta di questo fantastico progetto ideato dal presidente della Cineworldcorporation Livio Facciponte nel 2016. Questa avventura è dedicata a tutti coloro i quali vogliono imparare l’arte della fotografia. Il progetto è stato proposto dall’Ass. Giuseppe D’Orsi ed è stato approvato con pieno consenso dal sindaco di Palma di Montechiaro Stefano Castellino e dalla giunta in carica rappresentata dal Vice presidente del consiglio Saro Falco e dall’Ass. Salvatore Castronovo. Questa amministrazione per la seconda volta ha messo la città a disposizione dell’Associazione Cineworld. Questo master ha iniziato il suo percorso nella città di Palma di Montechiaro nel 2018 per volere dell’ex assessore Alessandra Fiaccabrino che ha creduto subito nell’iniziativa diventata oggi una realtà territoriale. 

Il docente che guiderà questa nuova avventura sarà il fotoamatore Francesco Signorino, un noto professionista esperto nell’arte della comunicazione digitale. “Il re del bianco e nero” così è denominato Signorino nel panorama internazionale dei fotoamatori, poichè la sua specialità è la fotografia glamour usata nel mondo delle riviste e della moda.

Francesco Signorino Il docente di Fotografo 2019

Il docente sarà spalleggiato dal fotoamatore Carmelo Mulone, esperto di macrofotografia, naturalismo e paesaggistica e da Emilia Lupo neofita fotografica di Palma di Montechiaro, anche lei precedente alunna. La relatrice del master sarà Concetta Monteleone che si occuperà di coordinare l’intero svolgimento didattico e del front office con il pubblico.

Carmelo Mulone ed Emilia Lupo gli assistenti del docente

In esclusiva per questo progetto ci sarà la partecipazione di un modello proveniente dalla città di Marrakech in Marocco dal nome Zakaria Elkerraoui che è stato ingaggiato personalmente dallo staff della Cineworld in un viaggio fotografico in Marocco svoltosi agli inizi del corrente anno.

Zakaria Elkerraoui e Carmelo Mulone

Il corso è destinato a coloro i quali desiderano trasformare la passione fotografica in un vero e proprio mestiere. Lo scopo del master è quello di far vivere agli aspiranti fotografi tutte le tappe della fotografia base, partendo dalla conoscenza della propria reflex, fino alla realizzazione di una serie di workshop che abbracciano tutti i generi fotografici. A seguire si affronterà lo studio di photoshop inerente alla post-produzione e all’editing fotografico. 

Qual’è l’obiettivo finale? Gli allievi del master realizzeranno una rivista fotografica, sul territorio di Palma di Montechiaro, che verrà distribuita in tutta la provincia e servirà a far conoscere i monumenti, le tradizioni e il business core della città.

Il suddetto corso è articolato in sedici lezioni divise tra teoria e pratica, che vedranno impegnati un numero massimo di 15 allievi. L’evento che durerà per più di un mese, avrà luogo a Palma di Montechiaro presso i locali dell’ ex Palazzo del Fascio sito in Piazza Matteotti. Inizierà giorno 23/09/2019 e si concluderà il 31/10/2019 con l’inaugurazione della rivista denominata “La culla del Gattopardo”.

Il programma è articolato nel seguente modo: 

La Locandina ufficiale del master
  1. DUE LEZIONI TEORICHE inerenti alla conoscenza e all’uso della macchina fotografica, attraverso lo studio dell’interpretazione dello scatto e su tutta la strumentazione complementare che spazia dal sistema d’illuminazione alla creazione totale di un set fotografico;
  2. CINQUE WORKSHOP FOTOGRAFICI che metteranno a dura prova la capacità tecnica e artistica di ogni singolo corsista. I workshop avranno come tema la valorizzazione del territorio e spazieranno da ambientazioni rurali ad ambientazioni storiche ricche di effetti visivi. Questi saranno realizzati dallo scenografo dell’associazione Lillo Locastello, che da sempre è stato l’architetto di ogni opera scenografica. Il tutto sarà coadiuvato dallo stylist Alfio Abbodino che precedentemente si è occupato dello stile dei costumi e inoltre vi sarà la partecipazione di una coppia di modelli professionisti che poseranno per gli allievi, interpretando i vari ruoli che faranno da soggetto per le magiche ambientazioni fotografiche realizzate. Fondamentale sarà il contributo della Make-up artist Gaia Lo Celso che con grande passione riesce a realizzare qualsiasi forma di trucco utile alla composizione di ritratti ambientati professionali. Ma i workshop non comprenderanno solo la realizzazione di opere in studio, infatti, si effettueranno delle escursioni che porteranno i cadetti a fare pure l’esperienza del fotografo freelance e saranno ambientati in alcune zone della città che ne compongono il patrimonio storico e culturale.
  3. OTTO LEZIONI SULL’UTILIZZO DI ADOBE PHOTOSHOP. Questo è il programma più famoso di tutti i tempi che serve a editare e a ritoccare ogni genere di immagine fotografica. Accompagnati mano per mano dai docenti verranno effettuate delle lezioni in un’aula informatica con il materiale fotografico realizzato. Ogni allievo dovrà mettere mano al programma di montaggio che lo porterà alla realizzazione finita dei propri scatti pronti per la stampa.
  4. CREAZIONE DI UNA MAGAZINE. Gli allievi dovranno preparare tutto il materiale fotografico accumulato durante lo svolgimento dell’intero master e dovranno realizzare una rivista da distribuire a tutti i visitatori interessati.
Durante l'ultima serata interverrà un personale specializzato che si occuperà di dare le ultime correzioni critiche ai neofiti che serviranno al buon proseguire della loro attività fotografica professionale. Il master FOTOGRAFO 2019 è una realtà formativa che continua da anni ed è una esclusiva territoriale dell’associazione Cineworldcorporation di Canicattì. Oggi saper realizzare fotografie è fondamentale ai fini della comunicazione e della pubblicizzazione nel mondo del business poichè gli strumenti più utilizzati al mondo sono i social network che dominano l'informazione servendosi per la maggior parte di immagini. Fotografo 2019 nella città del Gattopardo: Si apre il sipario per una nuova classe di narratori emergenti.

Le bambole gonfiabili secondo Gaetano Ricotta

Le bambole gonfiabili secondo Gaetano Ricotta. !!!

La donna, immortalata come statua di marmo, avorio, lignea, plastica e infine silicone, un processo che va avanti da secoli. Ovidio nel libro  della metamorfosi racconta la storia di Pigmalione.

“Una storia incentrata alla ricerca di una donna che potesse soddisfarlo, ma avendo capito che le Propetidi  (le donne che vivevano nell’ isola) erano dedite alla prostituzione, offendendo la divinità di Venere rinuncia ad una convivenza con queste donne e caparbiamente fa della solitudine la sua ragione di vita. Poiché è dotato del talento di scultore, decide di creare una statua che potesse incarnare il suo ideale di donna. Quindi scolpisce in candido avorio un corpo femmineo dandogli una bellezza che potesse superare le fanciulle del luogo. Affonda le sue mani in quel corpo perfetto per capire se sia di carne o del materiale di cui è composta e mentre la modella, la bacia innamorandosi perdutamente. Decide di chiamarla Galatea. Successivamente comincia a portarle dei doni, la veste e l’impreziosisce con collane e perle e prega gli dei di trasformarla in essere vivente. Così Venere, mossa a compassione soddisfa il suo desiderio. Pigmalione tornato a casa, va da quella sua creatura e sdraiatosi a letto la bacia e man man che il bacio si faceva più intenso, capiva che l’avorio aveva lasciato il posto alla morbida carne, era viva e lui sente ancor di più il desiderio struggente di amarla.”

Questo mito è uno dei più raffinati racconti di Ovidio nella Metamorfosi. Possiamo quindi affermare che questo è il primo approccio di un uomo verso un corpo inanimato di donna. La psico sessuologia prende esempio dal mito di Ovidio per mettere in evidenza il pigmalionismo o statuofilia, che consiste nel provare eccitazione sessuale quando si compiono (o si immagina di compiere ) atti sessuali con statue o con corpi inanimati. Tracce di bambole gonfiabili risalgono anche al XVI secolo. Erano realizzate in stoffa con capelli veri cuciti. Erano chiamate anche “Dames de voyage” perché accompagnavano i giovani che viaggiavano stando lontano dalle loro donne. Narra di una leggenda che Adolf Hitler ordinò ad un medico danese di costruire una bambola gonfiabile affinchè  soddisfacesse i bisogni dei soldati, mettendoli al riparo da eventuali malattie veneree, ma non arrivò mai a buon fine poichè gli alleati bombardarono la fabbrica. Ma la bambola gonfiabile doveva avere una diffusione negli anni a venire. Partendo dai modelli iniziali inerti, si è passato ad una produzione con caratteristiche sempre più simili all’uomo. 

Bambole gonfiabili: compagnia o solitudine?

Perché la bambola gonfiabile? Cosa spinge un individuo a cercare una risposta alla solitudine con una corpo inanimato? Si, è vero, potrebbe inizialmente alleviare la solitudine ma poi si potrebbe rafforzare, complice il tempo, un malessere creando un  circolo vizioso. L’esperienza della Sex doll porta ad un legame esclusivo ma senza implicazioni di nessuna natura umana perché le emozioni, le sensazioni tattili e tutto ciò che riguarda la sfera interiore vengono inibite. La costruzione di un rapporto di coppia implica tante dinamiche strutturali che riguardano le emozioni come elementi principali al fine di una conoscenza. Passioni, incomprensioni, incompatibilità, amore e odio sono alla base di qualsiasi rapporto umano. Il guardarsi negli occhi, lo stringere con ardore la propria compagna, il delicato affondo delle mani tra i capelli, il sussurrarsi nelle orecchie e il caldo incontro delle labbra, non sono forse queste emozioni che soltanto due esseri umani possono scambiarsi? Prendendo tra le mani una diavoleria di bambola quali emozioni potrebbe dare? La bambola è programmata per riversare la solitudine in una condizione di benessere apparente ma nello stesso tempo ne aumenta le insicurezze, alimentando l’incapacità a prendere importanti decisioni e sottraendosi a responsabilità oggettive.

Si apre adesso una nuova frontiera delle bambole gonfiabili. Un nome diventato desueto poichè il nuovo scenario che si è già aperto porta un’escalation dell’ Hi-tech nel mondo della sexy donna bionica. 

Inquietante? Giudicate voi.

Le robot sono state progettate e immesse in un mercato fantasmagorico dotate di attributi tecnologici straordinari. Dalle sembianze del tutto umane ( realizzata in silicone) hanno fattezze di donne bellissime e capacità di interagire con gli umani. Infatti, in Germania un meccanico aeronautico ha costruito un esemplare di nuovissima generazione dotandolo di un cuore artificiale in modo tale da generare ansimi di amore con diverse frequenze cardiache per emulare un rapporto sessuale. Con un complesso sistema idraulico, il robot genera secrezioni vaginali. Attraverso dei micro motori ha creato movimenti più simili ai gesti umani. La personalità è il focus principale perchè ogni individuo acquirente potrà scegliere secondo il proprio gusto passionale, romantico, intellettuale o quant’altro. Matt MacMullen, fondatore di Reall Doll spiega che l’obiettivo è quello di arrivare a creare una identità e personalità digitale con lo scopo di far innamorare il robot al possessore della stessa con una semplice programmazione. A sua volta il fruitore di queste attenzioni, potrebbe avere anch’esso la stessa emozione al pari di un oggetto come la macchina. Potrebbe tutto ciò portare ad un ridimensionamento dello sfruttamento della prostituzione. A proposito dello sfruttamento delle meretrici, a Torino era stata aperta una casa di appuntamento di Doll che nell’arco di una settimana è stata chiusa per motivi di igiene e scarsità di requisiti. Alla luce di ciò, alla diffusione della donna bionica conseguono delle domande a dir poco inquietanti: 

Come si confronteranno gli individui avendo a disposizione donne bioniche sempre disponibili? Come approcceranno il sesso e quali considerazioni avranno dello stesso? E con quale spirito si potrà accettare questa rivoluzione che potrebbe sostituire il rapporto umano?

Di sicuro vivranno esperienze troppo coinvolgenti sia da un punto di vista sessuale che emotivo. Inoltre il “rapporto bionico” potrebbe scaturire l’incapacità di creare legami solidi e l’immaturità di affrontare tematiche personali di qualsiasi natura, rifugiandosi nella zona comfort della Real Doll. In un prossimo futuro la diffusione di questi feticci tecnologici, saremo in grado di poterli accettare e quali ripercussioni psicologiche ne potrebbero derivare? 

Articolo scritto da Gaetano Ricotta e redatto da Carmelo Mulone.

Alfonso Burgio narra “Il fu boom economico” a Canicattì

Alfonso Burgio narra “Il fu boom economico” a Canicattì. Se c’è una cosa che alla nostra Canicattì deve essere assolutissimamente riconosciuta è la sua intraprendenza commerciale ed imprenditoriale. Per la verità in questi ultimi 45 anni questa “vocazione” ha subito una notevole trasformazione. Tale processo di trasformazione è costituito da un nuovo assetto economico e cioè nel cambiamento da attività “commerciali” a vere e proprie aziende “agricole” concentrate all’esportazione delle colture territoriali. La ricchezza derivata da tale attività agricola permise a quasi tutti i canicattinesi di possedere svariate terre in cui piantare dei vigneti. Il boom della coltivazione dell’ uva italia consentì al piccolo comune una crescita economica così grande in modo tale da offrire lavoro agli abitanti del comuni limitrofi. La grande crescita economica della città esplose con l’avvento della coltivazione dell’uva da tavola ITALIA che portò la cittadina a divenire una delle più grandi esportatrici di uva che venne inviata sia in Italia che all’estero. Pertanto la città non ha perso la sua dinamicità, anzi può vantarsi di essere stata inclusa, negli anni ’80, tra i primi 100 comuni d’Italia col maggior reddito pro capite. Prendendo spunto da questa peculiarità ci accingiamo a farvi vedere una fotografia che mostrava l’attività commerciale effettuata per le strade, risalente agli anni 50.

Canicattì Via Cesare Battisti anni 50. Foto di Alfonso Burgio.
Canicattì Via Cesare Battisti 2018. Foto presa da Google Maps

In questa foto allegata, si può notare come in quegli anni la città era molto operativa e le strade ricche di viaggiatori a cavallo ne sono la dimostrazione. In particolare, la via Cesare Battisti che va a confluire in Piazza IV Novembre, che era la sede di varie attività commerciali. L’esposizione dei prodotti di terraglia e casalinghi, le bancarelle, nonché il popolare CHIOSCO ne sono testimoni. Il nostro ricercatore Alfonso Burgio ricorda con le sue parole un fatto caratteristico con la seguente espressione ricca di nostalgia: Quante figurine di calciatori noi ragazzini abbiamo comprato in quel CHIOSCO!!!

Articolo scritto da Alfonso Burgio e redatto da Carmelo Mulone.

Lasciare un’ impronta fotografando le mani

Lasciare un’ impronta fotografando le mani. Fotografare le mani significa poter metter in evidenza dettagli che consentono alla persona di comunicare in maniera più efficace. Pertanto ci sono dei particolari che lasciano un’impronta. Questi sono le mani. Tuttavia non è facile fotografare gli arti, nonostante si possa pensare il contrario. Questo errore di valutazione avviene nel momento in cui si tende ad effettuare un’inquadratura sbagliata non attribuendo alla mano la reale importanza del messaggio che il fotografo vuole esprimere. Ricordando che nella comunicazione paraverbale la gestualità evidenza lo stato d’animo del soggetto o l’azione, anche nella fotografia, la mano deve avere un ruolo chiave, stabilendo equilibrio e dinamicità. Nella ritrattistica, le mani se sono collocate vicino al soggetto, sottolineano uno stato d’animo, un’emozione del soggetto stesso. La mano, posata delicatamente sulla pelle, se scattata con vista di tre quarti, trasmette quasi un moto armonico alla sagoma dell’immagine, enfatizzando appunto i sentimenti. Nel momento in cui si decide di porre la mano al centro della scena, la suddetta dinamicità viene espressa se il fotografo decide di rappresentare l’azione di un lavoro manuale. Altresì è possibile evidenziare anche il carattere di una persona. Per esempio, lo scatto di un pugno evidenzia la forza di un uomo. Dettagli non di poco conto che per la buona comunicazione del messaggio, la mano deve assumere un effetto quasi tridimensionale tanto da rendere reale l’immagine come se l’osservatore fosse all’interno della scena. Le mani sono la componente che ricalcano il messaggio, lasciando un’impronta. La ripresa dell’arto, per rimarcare la capacità attrattiva del messaggio del fotografo è un elemento fondamentale che viene usato nella fotografia commerciale che è la combinazione tra la Fotografia Glamour e lo Still life. La foto è una tela bianca dove la mano dipinge il quadro. Come in tutti i generi fotografici l’angolatura, l’inquadratura e la composizione sono i punti cardini per la buona riuscita delle immagini che si vogliono realizzare. Riassumendo, la composizione deve rappresentare il soggetto utilizzando un’inquadratura dettagliata. Ma trattandosi di dettaglio, come devono essere scattate le mani?

La luce è un elemento non trascurabile poichè può esservi differenza della pelle tra il viso e le mani facendo attenzione ai giochi di ombre. Se il fotografo desidera evidenziare i particolari della mano, la scelta può ricadere sull’uso degli obiettivi macro. Qualora questo non sia disponibile, si può benissimo utilizzare un normale obiettivo ad ottica fissa quale un 35 mm per le mezze formato e il 50 mm per le full frame. Anche l’uso del 18/140 potrebbe essere un’alternativa, zoomando un pò onde evitare le distorsioni che l’ottica può creare. Ovviamente, il diaframma dovrà essere chiuso, adoperando un’ apertura focale che varia tra f/9 e f/16 con tempi di scatto tra 1/125 e 1/200. Una volta realizzati gli scatti, photoshop risulta utile per la post-produzione. La fotografia è comunicazione e attraverso le immagini, si riesce a trasmettere ciò che le parole non riuscirebbero mai ad esprimere, stimolando la creatività. Lasciare un’ impronta fotografando le mani. Il dettaglio di un’ azione espressa attraverso il tocco delicato di un click dove cuore e mente trovano la loro espressione.

L’immagine di copertina è stata scattata da Livio Facciponte

Curry: la pozione magica

Curry: la pozione magica. E’ di origine indiana questa mistura profumata di spezie. Tra le culture orientali è nota col nome di “Masala“. E’ ottenuta dalla mistura di diversi ingredienti quali curcuma, cumino, pepe nero, cannella, peperoncino di Cayenna, zenzero, chiodi di garofano, fieno greco, cardamomo, coriandolo, noce moscata che prima vengono leggermente tostate in padella e poi frantumate nel mortaio. Questa miscela profumata di spezie è stata sempre preparata in casa e in base alla quantità degli ingredienti sbriciolati, sono stati usati in cucina per dare al cibo delle note più o meno piccanti, a volte anche dolci. L’ingrediente principale è la curcuma che contribuisce a dare al Masala il tipico colore giallo senape. Intorno alla fine del 700, la miscela multi aromatica si diffuse anche in occidente. Proprio per la predominanza della curcuma  come ingrediente principale e per via della sua derivazione mescolata ad altre spezie, è conosciuta ancora oggi col termine “Curry” che significa appunto salsa. Sono diverse le varietà del curry ma quelle più usate in cucina sono il “Garam masala” per aromatizzare le carni e le verdure. Vi sono anche le preparazioni al curry più piccanti come il “Vindalo curry di Goa” adatti alla carne di maiale e al pesce. E’ consigliato conservare il curry in ambiente fresco e di consumarlo quanto prima una volta aperto poichè perderebbe il mix dei suoi aromi. Oltre ad essere un ottimo aroma, essendo un derivato dalla mescolazione di altre spezie, questa salsa risulta essere anche un ottimo rimedio per la salute . Di seguito vediamo quali:

  1. Prevenzioni tumorali: il principio attivo della curcumina rallenta la formazione di cellule cancerogene, fermando altresì la formazione di sostanze che possono causare delle infiammazioni al corpo. Studi scientifici hanno evidenziato che la curcuma ha avuto risvolti positivi contro la formazione di masse tumorali al seno, al sangue e alla prostata.
  2. Proprietà antinfiammatorie: l’uso del curry comporta a bilanciare il colesterolo poichè le sue proprietà anti-colesterizzanti interagiscono sul sistema sanguigno, regolando anche la presenza della glicemia, utile per chi soffre di diabete.
  3. Proprietà antineoplastiche: il Masala contribuisce a prevenire malattie degenerative quali la Sclerosi multipla, l’Alzheimer e il Morbo di Parkinson.
  4. Prevenzione dei disturbi intestinali: avendo facoltà antibatteriche e disinfettanti, il curry contribuisce allo sviluppo della flora intestinale, riducendo cosi la formazione dei batteri. Altresì, gli oli contenuti nel cumino riducono il gonfiore addominale. Ancora ostacolano i sintomi della nausea favorendo la digestione con lo stimolo della secrezione ghiandolare.
  5. Proprietà dimagranti: la presenza della cannella rallenta il desiderio di mangiare. il peperoncino e lo zenzero, regolano il metabolismo.

Tuttavia, per la presenza di aromi piccanti, il consumo del curry è sconsigliato ai soggetti che soffrono di disturbi gastrointestinali, poichè l’effetto irritante potrebbe stimolare una presenza maggiore di tali disturbi, causando delle irritazioni nell’apparato urinario. Nella donna è sconsigliato da usare nella fase dell’ allattamento poichè la capsaicina (una sostanza piccante presente nel peperoncino e nel pepe), non è digestibile per il neonato. Quindi ne evince che per il consumo della salsa aromatica, è opportuno rivolgersi a degli esperti onde evitare spiacevoli conseguenze. Curry: la pozione magica. Polvere aromatica, mescolata in una salsa di aromi dai profumi vari e e dagli effetti benevoli.

Fotografia d’autore: il mare

Fotografia d’autore: il mare. La fotografia paesaggistica include diversi soggetti. Tra questi, uno dei protagonisti indiscusso è il mare. Infatti esso può essere lo spunto per fotografie d’autore , sfruttando le nozioni generali della fotografia. Quindi non resta che seguire delle semplici regole per scattare paesaggi marittimi incantevoli. Per prima cosa occorre scegliere il luogo purchè sia privo di costruzioni artificiali. Una caratteristica importante da tenere in considerazione è quella di riuscire a dare all’immagine equilibrio e dinamicità. Un contributo alla realizzazione di scatti d’autore possono essere gli elementi naturali quali sabbia, vegetazione, scogli che si decide di introdurre nella scenografia. Anche la presenza di barche e tutti gli elementi da spiaggia quali ombrelloni, cabine, possono fare da contorno all’immagine che si vuole scattare. Tuttavia, trattandosi di foto paesaggistica, è fondamentale che l‘orizzonte sia perfettamente dritto  ma non è vincolante che sia al centro della scena. Per dare la giusta distribuzione agli elementi, l’uso della regola dei terzi si rivela un valido aiuto, poichè con questa tecnica si può creare una fotografia dinamica e bilanciata, evitando che la foto risulti semplice e monotona. Con questa tecnica si crea una sincronia tra la collocazione del soggetto e l’orizzonte che non devono essere per forza posti al centro della scena. Infatti porre questi due elementi sopra o sotto il centro della fotografia contribuiscono a dare maggiore profondità. Altro fattore che implica la dinamicità è il moto delle onde che in base ai tempi di scatto impiegati, possono dare maggior slancio all’ immagine. Una caratteristica che il soggetto marittimo riesce a stimolare nel fotografo è la creatività. Infatti sfruttando il moto ondoso, utilizzando tempi di scatto lunghi, si ottengono degli effetti tipo nebbia, creando così un paesaggio suggestivo. Altresì è utile ricordare che è sconsigliato scattare nelle ore centrali della giornata, poichè la luce naturale, essendo troppo forte, si avrebbe una foto sovraesposta, causando la “bruciatura” dell’immagine stessa. Pertanto è consigliato scattare nelle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio, dove i colori tenui del sole possono offrire dei giochi di luce indimenticabili. In questo caso, usufruendo dell’ora blu (momento in cui il sole si trova posizionato al di sotto dell’orizzonte) che caratterizza la fase del crepuscolo, sono garantiti degli effetti incantevoli. Ciò avviene per il fatto che questa fase crepuscolare consente di ottenere effetti di contrasto scaturiti dalla luce che in queste ore del giorno è caratterizzata da una temperatura più fredda, comportando la presenza di un cielo intenso, dalla colorazione metallica. Di conseguenza il paesaggio assume delle gradazioni fredde. In questa maniera, il cielo blu intenso ottenuto viene esaltato sui soggetti statici poco illuminati. Tale differenza di luce tra cielo e soggetti consente a sua volta di dare una certa dinamicità alla foto.

Una volta individuato le modalità di scatto e le composizioni, vediamo quali sono le impostazioni da applicare affinchè la foto possa essere realizzata.

  1. Per prima cosa, bisogna ricordare di scattare in modalità RAW per garantire una qualità elevata dell’immagine oltre a garantire un bilanciamento del bianco.
  2. Tempi di scatto: trattandosi di foto paesaggistica, scattando di giorno si può scattare con tempi pari e non oltre 1/160. Al calare della luce, non è possibile scattare più a mano libera e i tempi di scatto consigliati sono  tra 1s e 30s e per evitare il mosso e rumore è consigliato avvalersi dell’uso del monopiede o del treppiede. Gli effetti che si possono creare con il tramonto sono ad esempio la silhouette.
  3. Diaframma: Poichè interessa inquadrare tutti i componenti della scena, il diaframma varia da un minimo di f/10 ad un massimo di f/22.
  4. Sensibilità ISO: Nel momento in cui si scatta nelle prime ore del giorno, gli ISO da usare coprono dei valori compresi tra 100 e 200. Nelle ore più scure, invece i valori consigliati sono tra 400 e 600 per una maggiore nitidezza.
  5. Obiettivi: l’ideale da usare è il grandangolare, possibilmente non troppo spinto che varia tra 20mm e 28mm

Una volta realizzata l’immagine ricercata, la post-produzione si avvale dell’aiuto di photoshop. In ultima analisi, non resta che sperimentare, dando libero sfogo alla creatività e alla propria fantasia. Fotografia d’autore: il mare. Scatti d’autore, caratterizzate dall’elemento dell’acqua capace di offrire profondità e dinamicità, realizzando paesaggi suggestivi.

L’immagine di copertina è stata scattata da Claudio Parente.

La foto di sotto è un esempio di scatto con moto ondoso con un effetto nebbia.

Bambole reborn: disturbo o distrazione?

Bambole reborn: disturbo o distrazione? Le bambole reborn sono state modellate ad arte e assomigliano a bambini veri. Sono nate come semplici oggetti da collezione, ma in questi ultimi tempi si è scoperto che sono utilizzate per altri strani scopi. Sembrano davvero dei surrogati di bambini poichè hanno fattezze quasi umane tali da non riuscire, a distinguerle da quelli veri. Le prime creazioni di bambole reborn risalgono ai tempi della seconda guerra mondiale in Germania, quando le donne obbligate a vivere per troppo tempo nei rifugi, ebbero l’idea di prendere le bambole delle loro figlie per dargli un nuovo look.

Così facendo inventarono la tecnica del reborning. Negli anni 90 è iniziata la commercializzazione negli Stati Uniti, diventando un fenomeno dilagante. Col tempo, le reborn, da oggetto da collezione sono divenuti manufatti con altri scopi. Pertanto si è creato un dibattito molto acceso su questa distribuzione,  diventando una problematica da non trascurare. A ciò ne consegue la domanda: come vengono usate? Le reborn, essendo un surrogato di bambino, possono essere accudite come un vero e proprio neonato comportando dei chiari segni di illusione al limite della demenza.

E’ il caso di talune persone che avendo vissuto il dramma della perdita di un figlio, con l’acquisto delle reborn desiderano ripristinare quel legame che avevano perduto, trasferendo con le attenzioni del caso, l’amore della madre al proprio figlio. Come? Accudendoli con tutte le cure necessarie, dandogli il ciuccio o imboccandoli come se dovessero mangiare sul serio. Oppure, cosa che può avere del macabro, è la necessità di soddisfare il desiderio naturale di diventare madre, sopperendo all’impossibilità della procreazione. Infatti, i commercianti di queste bambole non vendono più il loro prodotto ma lo fanno adottare. Ad oggi, dati gli effetti diffusosi, il quesito che si pone è che la bambola reborn possa essere scambiata non più come un oggetto da collezione ma come una sostituzione al bambino vero, diventando un vero e proprio disturbo psicologico. Ancora, ci sono situazioni lette qua e là sul web che parlano di donne che vanno dal medico di base con in braccio la reborn e coinvolgono gli astanti facendo vedere come tranquillo sia, ma quando arriva il proprio turno vanno via. Così facendo è come se si giocasse con il sacro sentimento che lega la madre al proprio figlio. 

Alla luce di ciò, avere a che fare con delle bambole come copia di un individuo non è altro che una forma di trattamento chiamato “Doll therapy o terapia della bambola“. Pertanto è opportuno chiedersi come è corretto applicare questa terapia e che benefici possa comportare. Questo tipo di cura altro non è che un tipo di trattamento non farmacologico applicato alle demenze. La demenza comporta nelle persone soggette a questa patologia un calo della capacità cognitiva oltre che di quella affettiva e relazionale. Studi scientifici affermano che l’applicazione di tale cura, comporti una riduzione dell’assunzione a sedativi oltre alla riduzione di situazioni di apatia e depressione. Inoltre favorisce la riduzione di stati di ansia e di agitazione, influenzando positivamente i disturbi dell’insonnia che la patologia può comportare. Ciò nonostante è il soggetto affetto da demenza a trattare la bambola come un bambino vero e proprio. Tale rapporto tra soggetto stesso e bambola risulta essere un rapporto atto a trarre benefici nella comunicazione e nella relazione. Ma ci sono anche altre situazioni che possono essere invece terapeutiche, per esempio nelle donne affette da Alzheimer. Infatti avendo in braccio una di queste bambole, tornano indietro nel tempo rivangando la maternità e questo serve a tranquillizzarle facendo regredire possibilmente anche l’aggressività. E’ ovvio che la doll therapy non è una vera e propria panacea per risolvere i problemi ma può servire da supporto alle terapie tradizionali. Ci si chiede in ultima analisi, quali implicazioni psicologiche può avere chi compra una reborn per carenza di affetto o come surroga di un figlio.  Inoltre vi è da porgersi un’ultima domanda: che comportamenti potrebbe avere con la società l’individuo che è abituato ad avere a che fare con una bambola? A voi l’ardua riflessione nel considerare se questo folle gesto d’amore potrebbe essere un valido indizio che porti a pensare se l’individuo è considerabile affetto da un disturbo o posseduto da una genialità incompresa.

Articolo scritto da Gaetano Ricotta e redatto da Carmelo Mulone.

Fuochi d’artificio: tecniche di scatto

Fuochi d’artificio: tecniche di scatto. Un soggetto molto suggestivo da fotografare sono i fuochi d’artificio. I giochi pirotecnici hanno un effetto quasi fantasioso per via dei giochi di colore e luci che sono in grado di offrire. Fotografarli non è facile come si possa pensare. Quindi vediamo cosa occorre fare per scattarli. Cosa primaria da effettuare è quello di pianificare lo scatto, facendo un sopralluogo del posto, optando per un punto privo di ostacoli. E’ consigliato cercare di capire da dove vengono esplosi cercando di  intuire la direzione del vento. Questo perchè qualora il vento soffiasse in direzione della reflex, il fumo scaturito dall’esplosione dei fuochi rovinerebbe l’immagine. Successivamente occorre scegliere l’inquadratura che può essere sia verticale che orizzontale. I giochi pirotecnici, se fotografati da soli, prendono gran parte della scenografia ma se si desidera porre qualche altro elemento, occorre optare per la seconda inquadratura. Quindi ne consegue che la composizione può essere semplice avendo solo il fuoco d’artificio come soggetto. Ma si può decidere di inserire nell’immagine un altro tipo di sfondo, come strutture architettoniche o specchi di acqua che riflettono i giochi di luce stessi. Una volta scelta l’inquadratura, trattandosi di soggetti che si muovono dal basso verso l’alto, i tempi di scatto consigliati devono essere più o meno lunghi, tra 1 e 10 s, quindi si parla di esposizione lenta per coglierne l’essenza del fuoco di luce, dal momento del lancio a quello dell’esplosione. Pertanto, onde evitare il micromosso, un valido aiuto per lo scatto risulta essere il treppiede, utilizzando lo scatto remoto (col telecomando a distanza) o l’autoscatto. Viceversa, se si desidera scattare immortalando il fuoco d’artificio al momento dello scoppio evidenziandone la massima luce, si può optare di scattare a mano libera con tempi di scatto ad esposizione veloce, con tempi di scatto tra 1/80 e 1/125, mantenendo un’apertura focale di f/7.1., ponendo degli ISO tra 800 e 1600, a seconda della reflex che si ha a disposizione. Essendoci il cielo scuro ma contestualmente illuminato da questi giochi di luce, è consigliato impostare un diaframma chiuso che oscilla tra f/8 ed f/16, per avere una maggiore nitidezza dell’intera immagine. Ricordando che i giochi pirotecnici emanano luce, gli ISO devono essere bassi con valori annessi tra 100 e 200. Il flash, avendo una portata della luce ridotta, non ha nessuna valenza in quanto sono presenti nell’immagine delle fonti di luce, illuminando al massimo il fumo dei fuochi stessi. Per aver maggiore nitidezza, occorre montare un obiettivo grandangolare, quindi tra i 10mm e i 42mm o un obiettivo zoom. La messa a fuoco manuale è consigliata per una maggior velocità della realizzazione dello scatto, essendo l’esplosione di luce poco duratura. Anche in questo caso, una volta realizzati gli scatti, l’uso di photoshop sarà un valido aiuto per la post-produzione. Non resta che provare a scattare e immortalare questi giochi di luce, dalle infinite sfumature. Fuochi d’artificio: tecniche di scatto. Giochi di luci e colori, che durano un attimo, come fugace è stata l’immagine che lo ha catturata.

L’immagine di copertina è stata scattata da Carmelo Mulone.

La spezia a forma di bastoncini: la cannella

La spezia a forma di bastoncini: la cannella. La spezia a bastoncino ha una storia millenaria. Prende il nome di cannella per la forma di canna che assume quando viene essiccata per la conservazione e indica la parte interna della corteccia. La cannella o Connamomo appartiene alla famiglia della Lauracee ed è originaria dello Sri Lanka ma si trova anche in Cina e a seconda delle zone dove cresce, cambia nel colore, nel costo e nell’aroma. Le più diffuse sono la “Cinnamomim zeylanicum” e la “Cinnamomum cassia“. La prima dal colore nocciola è la più pregiata tanto da essere definita come “regina”, dall’aroma più delicato. La seconda è quella cinese dall’aroma più forte e dal colore rossiccio. Una spezia orientale questa, usata dai Greci e dai Romani, dal costo elevato e nobile e di conseguenza prestigioso. Come nell’antichità, anche oggi l’uso di tale spezia ha una duplice funzione ovvero sia terapeutica che aromatica utilizzandola in cucina sia nelle pietanze dolci che salate. Adesso vediamo quali sono gli usi più comuni. E’ da specificare che la cannella può essere usata anche in polvere e si associa benissimo alla preparazione di dolci o biscotti per via dell’aroma delicato ma piccante allo stesso tempo. Infatti il suo uso è preferito nella preparazione delle torte o nel consumo della frutta secca o ancora del Vin brulè. La nota piccantezza contribuisce ad esaltare il sapore del cioccolato. Ma il bastoncino aromatico è impiegato anche nella preparazione dei primi e dei secondi piatti. Le sue proprietà, essendo ricco di sali, calcio, potassio, rame, proteine e fibre, oltre che ad insaporire le pietanze, se usato in dosi limitati giornaliere, contribuiscono anche a dare dei benefici all’organismo umano. Sempre in cucina, la cannella, viene usata per la preparazione di tisane. Se è associata all’uso del limone e dello zenzero, si ottengono degli infusi che oltre ad evidenziare un sapore intenso, rafforza il proprio sistema immunitario, diventando un utile rimedio contro il raffreddore e il mal di gola. Di seguito osserviamo altri benefici che la cannella comporta al nostro organismo:

  • Effetti dimagranti: Il bastoncino aromatico, se accompagnato al miele e se usato la mattina prima di fare colazione e la sera prima di coricarsi, serve per perdere il peso, velocizzandone il processo di dimagrimento, poichè ha un effetto di drenaggio. Altresì diminuisce la sensazione di fame e interviene sulla fame nervosa.
  • Prevenzione al diabete: è in grado di abbassare il livello degli zuccheri presenti nel sangue.
  • Benefici digestivi: con la presenza dell’enzima tripsina, la cannella velocizza il processo digestivo poichè stimola la produzione dei succhi gastrici. Ancora il connamomo, avendo delle proprietà astringenti, riduce il gonfiore dello stomaco e risulta essere un ottimo protettore dai virus intestinali.
  • Antibiotico naturale: essendo ricca di antiossidanti, contrasta l’invecchiamento e lo stress ossidativo. Risulta essere anche un ottimo antibiotico naturale poichè rende inefficaci i radicali liberi, stimolando a sua volta il sistema immunitario. Inoltrte, contenendo anche il benzoato di sodio, è utile a preservare i nervi.
  • Prevenzione del cancro: il suo uso impedisce la diffusione di cellule tumorali.
  • Artrite: essendo ricca di calcio e manganese, se ingerita con del miele, allevia i dolori causati dall’artrite.
  • Prevenzione dell’Alzheimer: la presenza di fibre e di minerali, rinforzano la memoria e le funzioni cognitive, oltre che a diminuire l’insonnia.

Oltre a queste cure benefiche per il proprio organismo, è un valido un rinforzo per la ricrescita dei capelli e la loro relativa caduta. In ultima analisi, la cannella è un piccolo concentrato di beneficio che può introdurre del “pepe” anche nel rapporto di coppia, regalando una certa dose di desiderio nella sfera intima e calda tra uomo e donna. La fraganza prodotta dall’olio di cannella ad esempio, mescolato al profumo gradevole del bastoncino stesso, allevia lo stress favorendone il rilassamento e l’eccitazione. Dietro ai suddetti benefici, ovviamente non possono mancare le controindicazioni dell’uso dell’aromatica canna. Pertanto è estremamente consigliato consultare degli esperti ed è vivamente sconsigliato abusarne, poichè può comportare tachicardia, la diarrea e la sudorazione oltre a casi di depressione, sonnolenza e stanchezza. La spezia a forma di bastoncini: la cannella. Il bastoncino dal profumo gradevole e dall’aroma pepato, utile per la prevenzione del proprio organismo e piccante per momenti intimi indimenticabili.

Effetti di luce: Light Painting

Effetti di luce: Light Painting. La tecnica del Light Painting è un modo creativo per creare fotografie di effetto. Tale tecnica principalmente è usata nello Still life per esaltare il dettaglio e nella fotografia commerciale. Letteralmente significa dipingere con la luce. La creatività sta nel modificare la realtà interagendo su qualsiasi fonte di luce. La scelta dell’uso di questa procedura è voluta dal fotografo per dare all’immagine dei giochi di luce particolare. Per mettere in risalto il Light Painting è consigliato fotografare al buio ma è possibile sfruttare questa tecnica sia in ambienti chiusi che aperti. Nel primo caso, occorre avere uno sfondo scuro per il quale è consigliato usare un telo nero rigido. Al contrario, gli sfondi bianchi, riflettenti e le superfici vetrate non sarebbero d’aiuto. All’esterno, il cielo coperto e l’assenza della luna e delle stelle, caratterizzano una scenografia perfetta per il Painting. Una volta allestito il set, la “pittura” con la luce avviene utilizzando una semplice torcia. E’ da specificare che maggiore è la fonte di luce minore è il tempo di esposizione. Pertanto una torcia dalla potenza bassa consente delle passate di luce più lunghe garantendo maggiore possibilità di effettuare eventuali modifiche. Nel dare le pennellate di luce è consigliato di evitare bruschi movimenti in prossimità della fotocamera poichè potrebbero alterare la resa della fotografia. Tuttavia, con i fasci di luce, bisogna prestare attenzione alle ombre doppie che si possono creare, le quali possono alterare negativamente la composizione, diventando un problema in fase di post-produzione. In caso contrario, si avrebbero degli effetti di luce alti che non potrebbero essere corrette. Contestualmente, lo scatto deve avere un diaframma abbastanza chiuso tra f/11 e f/16 per avere una maggiore nitidezza. Pertanto è necessario regolare i tempi di scatto in modalità Bulb, funzione adatta per gli scatti lunghi oltre i 30s. Il treppiede è un valido supporto per evitare il micromosso. Fatto ciò, occorre regolare gli ISO pari a 100 per aumentarli se i tempi di scatto sono relativamente lunghi. Con questi piccoli accorgimenti non resta che fare pratica, giocando con la fantasia. Effetti di luce: Light Painting. La tecnica fotografica per dare tocchi di luce di effetto.

L’immagine di copertina è stata scattata da Carmelo Mulone