Il frutto simbolo dell’estate: il cocco

Il frutto simbolo dell’estate: il cocco. Il cocco è il frutto della pianta “Cocos nucifera”, appartenente alla famiglia delle Arecaceae. Più comunemente è chiamato col termine “Noce di cocco” ed è il seme della suddetta pianta. Esistono due tipi di palme da cocco: quelle alte circa 40 m e le palme nane, le quali non superano i 12 m di altezza. Possono vivere anche per un secolo ed è una delle dieci piante più importanti per l’organismo umano. Questo arbusto è tipico delle zone dal clima caldo ed estivo e dal terreno sabbioso, trovando origine nelle zone tropicali indonesiane, con successiva diffusione nel pacifico. La diffusione in Europa è avvenuta nel periodo successivo a Cristoforo Colombo. Ma perchè Il frutto simbolo dell’estate risulta essere importante per l’uomo? La noce di cocco è il prodotto del quale vengono utilizzate sia le parti commestibili e non. Di queste ultime, vengono lavorate le foglie con le quali vengono costruiti dei prodotti utili al fabbisogno giornaliero, come ad esempio ceste, stuoie. Invece con il tronco, si costruiscono oggetti di vario tipo. I fiori del cocco vengono impiegati per la produzione di una bevanda alcolica tipica dei paesi tropicali. I benefici del cocco non si fermano qui, essendo tanto ricco di fibre, vitamine ( C, E e B3) e di minerali quanto particolarmente nutriente.

Proprio per la presenza di tali sostanze, il pastoso frutto viene utilizzato per i seguenti usi:

  • Il cocco, contenendo l’acqua, per via della presenza dei minerali, ha effetti idratanti, consigliata per gli atleti poichè la sua assimilazione ne consente nuovamente la distribuzione dei minerali consumati mediante la sudorazione. Di conseguenza, ne riduce l’affaticamento, offrendo una nuova carica energetica, migliorando a sua volta la prestazione sportiva.
  • Contenendo i “Trigliceridi a catena media”, il frutto estivo contribuisce ad un miglioramento del metabolismo, riducendone di conseguenza il desiderio di mangiare, favorendone il dimagrimento del peso corporeo ( con relative dosi da assumere consigliate dopo il consulto con un nutrizionista).
  • Dalla polpa morbida della nota noce di cocco, si ricava un grasso saturo che è l’olio, biancastro nel colore. Essendo ricco di “Acido laurico” e ” Acido caprilico“, il cocco risulta essere un buon antinfiammatorio. Infatti è usato per la cura di ustioni, di ferite e rafforza il sistema immunitario, essendo utilizzato come antibatterico, antiparassitario e antivirale. Ancora, l’olio, viene utilizzato sia in cucina che nel campo della cosmetica. Nel primo caso viene adoperato nella frittura. Nella cosmesi, è usato per il trattamento ai capelli e alla pelle per le sue capacità reidratanti.

Attraverso la riduzione in briciole della polpa, si ottengono il latte e la panna. Questi, a loro volta vengono impiegati in cucina, nella preparazione di piatti dolci e salati. Questo liquido candido, dal dolce sapore, diluito con l’acqua, assume un aspetto lattescente, molto simile a quello vaccino. La panna, contenente il 17% di grassi, diluendo la polpa con meno acqua, assume un aspetto più denso. Per una giusta dose di assimilazione del frutto simbolo dell’estate, è consigliato rivolgersi agli esperti, evitandone il consumo da parte degli individui che possono risultare soggetti a possibili fastidi intestinali, essendo il cocco un alimento fibroso. Il frutto simbolo dell’estate: il cocco. Il frutto dall’aspetto resistente con un “cuore” morbido e prelibato per il palato ma delicato per l’organismo umano.

Dare dinamicità alla fotografia: l’uso del panning

Dare dinamicità alla fotografia: l’uso del panning. Sfruttando il “mosso” (che tanto si cerca di evitare) nella fotografia, utilizzandolo a favore del fotografo, si può dare alla fotografia la dinamicità. Ciò si ottiene mettendo a fuoco il soggetto in movimento, lasciando la scenografia retrostante mossa. Il tutto come avviene? Il modus corretto affinchè ciò avvenga è possibile attraverso l’uso del “Panning”. Questo termine, sapendo che fotografia e cinema camminano di pari passo, deriva proprio dal dialetto cinematografico descrivendone una rotazione sia orizzontale che verticale, ottenendo così la migliore nitidezza davanti allo sfondo mosso. Tale tecnica è particolarmente adoperata dai fotografi sportivi, utile per beccare l’attimo dei soggetti in movimento. Ne consegue la relativa domanda: come avviene l’uso del panning? Per la buona riuscita della suddetta tecnica, occorre lavorare su parametri fondamentali ovvero diaframma, tempo di scatto, messa a fuoco, obiettivi dall’apertura focale lunga, la velocità e la distanza del soggetto. Le tecniche di scatto vogliono però che si attuino con una modalità di scatto ben precisa e cioè quella di mantenere fissa la posizione delle gambe, ruotando solo il busto, anticipando il movimento del soggetto, mantenendo esso nello stesso punto della messa a fuoco mentre si ci sposta, evitando che il protagonista della fotografia arrivi di fronte al fotografo.

Di seguito la panoramica di una serie di scatti (tutti da provare in base alle vostre esigenze di scatto e movimenti dei soggetti):

  • Per un’auto o una moto in pista: da 1/125″ a 1/250″, a seconda della velocità.
  • Per una bicicletta in corsa: 1/45″ – 1/60.
  • Per un soggetto che corre: 1/15″ – 1/30″.
  • Per un soggetto che cammina: 1/4″ – 1/8″.
  • Per gli animali in movimento: da 1/200 a salire.

Per far ciò è consigliato utilizzare il monopiede o il treppiede per facilitarne la rotazione. Scendendo nel dettaglio della tecnica, il tempo di scatto deve essere breve, determinato dalla velocità dell’azione e dalla distanza del soggetto stesso: più è veloce il soggetto e più i tempi di scatto devono essere brevi. Ovviamente, il movimento del soggetto, variando in continuazione, ne comporta un cambiamento dei tempi di scatto. Anche l’apertura del diaframma è soggetta a variazioni, in base al fatto se si voglia o meno immortalare un dettaglio. Tuttavia per ottenere un buon panning, è consigliato adottare un diaframma abbastanza chiuso per ottenere immagini più dettagliate. L’uso di un teleobiettivo è consigliato, poichè corrisponde un ingrandimento maggiore dell’oggetto proporzionato ad una rotazione del busto e della reflex minore. Quindi è consigliato usare obiettivi che variano tra i 200-400 mm e 100-600 mm, possibilmente stabilizzato per ridurre l’effetto mosso del soggetto. In ultima analisi, l’inquadratura consigliata è quella perpendicolare all’azione, avendo così il soggetto sullo stesso piano della messa a fuoco. Altresì è consigliato avere una posizione che abbia un ampio raggio di azione per poter riprendere al meglio il soggetto. Con questi piccoli consigli, occorre solo scattare, essendo il “Panning” la tecnica del “moto”. Dare dinamicità alla fotografia: l’uso del panning. Fotografare il soggetto in movimento dandogli energia e carattere nel momento clou dell’azione.

La salvia: uso e consumo del piccolo arbusto verde

La salvia: uso e consumo del piccolo arbusto verde. La salvia, un piccolo arbusto dal colore verde, deriva dal latino “Salvus” alla quale è attribuito l’aggettivo di sano per le sue qualità terapeutiche e appartiene alla famiglia delle “Laminacee”. E’ un arbusto che non prevede particolari attenzioni nella sua coltura se non chè necessita di una buona esposizione alla luce e ogni tanto di essere annaffiata. Probabilmente per queste caratteristiche e per il tipo di raccolta applicatagli, è da pensare che per le popolazioni Greche e Romane, questo piccolo arbusto fosse considerato salutare. Infatti si narra che il processo di raccolta avvenisse a mani nude e a piedi scalzi e puliti, indossando una tunica bianca. L’uso della salvia, sin dai tempi antichi è stato riconosciuto per le proprie caratteristiche curative, essendo usato con effetto digestivo, antisettico e calmante. Inoltre l’arbusto verde veniva usato per l’igiene dentale, strofinandolo sui denti per renderli più bianchi. Altresì, l’effetto disinfettante nelle ferite fu motivo per il suo uso. Inoltre, nei tempi antichi, si ritenne che la salvia fosse un potente afrodisiaco maschile nell’attività sessuale, con il “compito” ben preciso di proteggere le gravidanze e aumentare la fertilità nella donna. Da qui ne conseguì l’attribuzione di “Erba sacra”, sacro come l’atto più intimo che esiste nel rapporto amoroso tra uomo e donna.

Ma oggi, l’uso della salvia come avviene applicato? Questa pianta dal profumo intenso ha una triplice funzione poichè viene usata nel campo della prevenzione, della cosmesi e nella cucina. 

Nel campo della prevenzione viene applicato nei seguenti casi:

  • La salvia, contenendo all’interno delle foglie i flavonoidi, viene impiegata per la prevenzione ai disturbi femminili come la menopausa applicando un’azione estrogenica.
  • le foglie contengono anche oli essenziali i quali stimolano il sistema ormonale, favorendone il flusso mestruale.
  • Le proprietà antisettiche e balsamiche sopra dette, vengono applicate per la cura del raffreddore, tosse e mal di gola.
  • Gli acidi carnosici e i triterpeni godono di proprietà diuretiche che diminuiscono la ritenzione idrica, i reumatismi e il mal di testa.
  • “La pianta verde”, altresì è usata anche per la cura al diabete, contenendo azioni ipoglicemizzate, inficiando sul tasso di glicemia nel sangue. Occorre specificare che al di là delle dosi da assumere consigliate dagli esperti, l’uso della salvia è sconsigliato ai soggetti che soffrono di epilessia, ipersensibilità e alle donne in gravidanza.

L’arbusto verde è usato per limitare la sudorazione, riduncedola al 50%, tanto è che è usata nella preparazione dei deodoranti commercialmente diffusi. Ancora, l’olio essenziale contenuto nella salvia risulta essere un ottimo rimedio per le rughe, rallentandone la loro comparsa, interagendo sui radicali liberi. Viene applicata anche sulle piccole ferite e sui brufoli. Infine, la “Salvia officinalis”, è molto gettonata nel consumo in cucina, impiegata come aroma nella pasta e e nei secondi piatti. La salvia: uso e consumo del piccolo arbusto verde. Una pianta dal colore perseverante nel tempo da numerose caratteristiche per il benessere dell’individuo.

Fotografare la neve: consigli per lo scatto

Fotografare la neve: consigli per lo scatto. Arriva l’inverno e il paesaggio, soggetto alle nevicate diventa uno scenario entusiasmante da fotografare. A primo impatto sembra uno scatto molto semplice da effettuare ma l’apparenza inganna poichè a complicarne la realizzazione della foto stessa sono la luce e i riflessi che si possono creare. Pertanto è sempre consigliato scattare in formato Raw (ma questo è il consiglio per tutti i generi di fotografia) per non perdere la qualità dell’immagine e per un lavoro successivo di post-produzione più semplice. Andando nel dettaglio di questa tipologia di scatto, bisogna lavorare parecchio con l’esposimetro. Questo è dovuto dal fatto che il paesaggio è estremamente luminoso dovuto dal connubio tra neve e luce del sole. Con una tale predominanza di bianco, il sopra citato esposimetro, tende a sotto esporre l’immagine e quindi si consiglia di utilizzare l’impostazione manuale per avere una maggiore padronanza della macchina fotografica senza perdere l’attimo. Quindi, al di là di ciò, per un corretto scatto, occorre cercare di bilanciare il bianco poichè le tonalità della neve risultano essere diverse. Per il bilanciamento è utile utilizzare una tonalità di grigio chiaro che tende ad essere similare al bianco della neve. Altra variante da non sottovalutare è l’imprevedibilità del tempo che in certi frangenti potrebbe appagare la scenografia che si ha davanti gli occhi, andando a beccare dettagli di luce e sfumature che si possono creare proprio a causa delle variazioni climatiche. Da qui ne può conseguire la scelta della composizione caratterizzata dalla possibile scelta di volumi e ombre per dare forme alla livrea continua bianca. L’imprevedibilità del tempo può però causare il rischio di creare danno all’attrezzatura fotografica e in tal senso è consigliato portarsi dietro delle protezioni anti pioggia, da usare all’occorrenza scongiurando eventuali danni alla reflex.

Ma per svolgere degli scatti entusiasmanti e corretti, cosa occorre? E’ assolutamente consigliato il supporto del monopiede o del treppiede, per ovviare al tremolio e alla scarsa sensibilità alle mani, causato dal freddo. Per quanto concerne i tempi di scatto, è consigliato impostarli tra 1/60 e 1/30, chiudendo il diaframma magari a f/8 per “riprendere” in maniera nitida tutta la scena. La composizione della scenografia, in questa tipologia di scatti, aiuta non solo a migliorare la resa “ottica” agli occhi dell’osservatore ma facilita la messa a fuoco del paesaggio, poichè sullo sfondo chiaro non risulta facile trovare la giusta nitidezza, perdendone la profondità. Trattandosi di foto paesaggistiche, come obiettivo è consigliato utilizzare sia i teleobiettivi che i grandangolari. Dietro questi piccoli suggerimenti non resta che augurarvi buoni scatti, provando senza mai arrendervi alle difficoltà, fino a che avrete raggiunto lo scatto immaginato. Fotografare la neve: consigli per lo scatto. Fotografare il paesaggio innevato è come guardare il caldo cotone che candidamente scalda il cuore.

L’immagine di copertina è stata scattata da Bruno Caccamo.

Profumo al feromone: “l’attrazione” al consumismo

Profumo al feromone: “l’attrazione” al consumismo. Avere cura di se stessi, con i dovuti trattamenti, cospargendosi anche di profumi, è un modo per piacere a se stessi oltre che per attrarre anche l’altro sesso. Basandosi proprio sulla scia dei profumi, i produttori di fragranze, hanno diffuso su larga scala i profumi al feromone, divenendo una vera e propria “attrazione” al consumismo. Partendo dal fatto che i feromoni sono delle sostanze biochimiche prodotte dalle ghiandole esocrine, percepibili con l’olfatto, nell’uomo sono prodotti in poca quantità. I feromoni, nel regno animale sono segno di messaggi attrattivi e sessuali (ma anche di pericolo, aggressività). Ma nell’uomo non è scientificamente provato che possano mandare segnali attrattivi all’altro sesso, poichè si presuppone che non abbiano la stessa efficacia seduttiva. Proprio per questo motivo e con l’intento di far piacere all’altro sesso, persiste nelle aziende produttrici di profumi, lo studio ad alimentare la presenza dei feromoni nelle loro essenze. Specificando comunque che l’attrazione dovrebbe avvenire a livello chimico, perchè il profumo al feromone è considerato come “l’attrazione al consumismo”? Il marketing, lavora sulle esigenze dell’individuo elaborando sulle sue debolezze, andando ad analizzare i suoi bisogni per poi creare dalle sue necessità il prodotto adatto. Tale prodotto, nasce così dall’illusione del consumatore affinchè egli stesso possa trarne un proprio beneficio. E’ molto semplice agire sull’ignoranza delle masse poichè la prima cosa che va ricercata è la debolezza che va ad interagire sulla vita di ogni singolo soggetto. Sono molto gli individui che non avendo padronanza sulla propria vita e sulle proprie azioni cercano in situazioni immaginarie o in prodotti immaginari soluzioni varie che portano a stare con se stessi rafforzando la propria sicurezza nell’interagire col mondo esterno. E’ sempre stata la ricerca dei potenti e dei pochi eletti ad avere il controllo di queste masse che non riescono a rendersi conto di avere il potere tra le mani. Profumi al feromone? Superstizioni varie? Wanna marchi e Do Nascimiento? Droghe? Continueranno ad esistere fino a quando il mondo non abbraccia l’unica via di salvezza: cultura e libertà.

Still life con il ghiaccio: fiori congelati

Still life con il ghiaccio: fiori congelati. La specialista di Still life Mandy Disher ci propone un nuovo tipo di opere d’arte perfette per chi ama il periodo invernale. Questa appassionata fotografa è una maestra della fotografia botanica ed è da più dieci anni che arricchisce il suo portfolio. Quest’artista congela i fiori e ottiene delle reazioni imprevedibili poichè all’interno delle foglie si formano delle bolle di linfa che creano degli effetti speciali molto accattivanti. Naturalmente il tutto va fotografato con obiettivi macro che tendono a risaltare il particolare aumentandone contrasti e nitidezza. Chiunque può realizzare questo tipi di scatti? La risposta è si.

Ci sono due metodi per riuscire ad ottenere questi effetti. Il primo prevede la creazione graduale del blocco di ghiaccio di una vaschetta, mettendo per iniziare uno, massimo due centimetri di acqua sul fondo. Quindi si inserisce nel freezer la vaschetta di acqua senza fiori e dopo occorre appoggiare fiori e foglie sul ghiaccio a pancia in giù. Aggiungete un filo d’acqua (state attenti a non sommergerli). A questo punto aggiungente un altro paio di centimetri di acqua e congelateli per l’ultima volta ottenendo un blocco solido con i fiori al centro.

Secondo metodo: basta prendere due contenitori delle stesse dimensioni e disporre i fiori in uno dei due sommergendoli in un centimetro e mezzo di acqua. Poi infilare il secondo contenitore dentro il primo intrappolando i fiori sott’acqua. Non appena viene tirato fuori dal freezer uno dei due contenitori, bisogna il secondo contenitore dal primo e uscirà una tavoletta di ghiaccio con i fiori dentro. Basta mettere un faro dietro che la luce trasparirà da entrambi i lati e i fiori sembreranno fatti di vetro. Still life con il ghiaccio: fiori congelati. L’effetto della pittura applicato al dettagliato e colorato micro mondo diventato grande chiamato macro.

Marocco: l’osservazione dell’emigrato Italiano Mario

Marocco: l’osservazione dell’emigrato Italiano Mario (video). Paese che vai usanze che trovi ma l’effetto del Bel paese e le sue tradizioni sono facilmente riconoscibili e diffuse anche all’estero. Se pur è vero che in giro per il Marocco si incontrano tanti abitanti del luogo con esperienze di vita in Italia o con l’intenzione di lasciare la propria terra di origine, è anche vero che si trovano situazioni inverse. Nella piazza di Jemaa el-Fna a Marrakech, a testimonianza di ciò, trova la collocazione il ristorante Aqua, rigorosamente italiano come il titolare che si chiama Mario. il nostro amico, imprenditore siciliano che ha girato il mondo, a circa 70 anni, ha deciso di dare una cambio alla sua vita, esportando a Marrakech la propria tradizione culinaria, mettendola al servizio degli abitanti locali e dei turisti. Il locale, collocato in una posizione nevralgica della piazza, ha l’ingresso sul largo e si articola con un primo piano ed una terrazza, caratterizzata da una vista spettacolare dell’intera piazza di Jemaa el-Fna, dove spiccano i colori e le luci e la presenza del Minareto all’orizzonte. Mario, con i suoi modi nobili e affabili, ha allietato la nostra cena con la sua storia, che lasciando figli e nipoti qualche anno fa, ha reinventato la sua vita, aprendo la sua attività e offrendo la sua cultura all’affascinante terra Marocchina. L’ospitalità del Marocco è proverbiale, facendoci sentire a casa, ma con Mario, io e miei amici e compagni di viaggio Livio Facciponte, Denise Ricotta e Diego Scaglione, abbiamo percepito ancora di più la sensazione di stare a casa, con la cucina tipica siciliana, rendendo ancora più piacevole la nostra permanenza nello splendido scenario di Marrakech. Mario non è solo l’ennesimo imprenditore italiano che lascia la terra di origine per sbarcare il lunario all’estero. Per Marrakech, Mario è il punto di riferimento, la guida per i turisti italiani che ogni giorno si trovano in visita presso la città marocchina. In sei anni di permanenza, ha avuto modo di visitare in lungo e in largo il Marocco e afferma che la città di Marrakech è un polo turistico molto interessante da vedere. Ma il vero Marocco, per chi lo vuole vivere veramente, si trova al di fuori della stessa città. Senza svelarvi altro, vi invito a seguire la nostra breve intervista. Marocco: l’osservazione dell’emigrato Italiano Mario (video). Buona visione.

https://www.youtube.com/watch?v=6wG_XtN9bUw

Come fotografare le stelle?

Come fotografare le stelle? Astrofotografia. Cala la notte e fredda o calda che sia, a renderla piacevole sono la sua “voce del silenzio” contornata a paesaggi meravigliosi che scaldano mente e cuore. In questo ambiente meraviglioso, per gli amanti della fotografia, l’astrofotografia o fotografia astronomica è l’ideale per scatti stellari. Le fotografie illustrative che mostreremo a scopo didascalico sono prese dalla collezione di un nostro caro fotoamatore: Giovanni Albani Lattanzi. Giovanni è un fotografo e videomaker, professionista dal 1992, specializzato in arte, paesaggio e timelapse. Tiene corsi e workshop dal 2007 e la sua specialità sono le stelle. 

Cosa occorre per fotografare questi paesaggi stellari? Per prima cosa, i giorni adatti per scattare sono quelli della fase di “Luna Nuova”, poichè in questa fase, essa non darà fastidio durante lo scatto nelle ore centrali della notte. Fondamentale è orientarsi con il meteo perchè il cielo deve essere limpido per la buona riuscita di quest’impresa fotografica, (le nuvole se sono presenti, possono essere utili per la scenografia con i soggetti terresti).

Che tipo di attrezzatura occorre portare? E’consigliabile avere una Reflex con un elevato numero di mega pixel (dai 20 mp a salire), i teleobiettivi o i grandangolare (con apertura del diaframma almeno pari a f2/8, se si ha l’intenzione di riprendere tutto il cielo o voler sfruttare parti dell’ambiente che si vogliono includere) supportati da un cavalletto abbastanza massiccio per evitare qualsiasi tipo di vibrazione, il paraluce per gli obiettivi (poichè si può creare umidità sulle lenti). Una volta pronti, si procede allo scatto.

Quale luogo scegliere per scattare? La prima caratteristica è quella di stare lontano dai centri abitati perchè la luce artificiale crea un bagliore che diminuisce la definizione e i contrasti prodotti dalle stelle nel nero assoluto. Per scegliere il punto giusto rivolgetevi sempre a sud dove il sole tramonta poichè sarà la parte più scura del firmamento.

Come impostare la Reflex? Impostando tempi di scatto lunghi di massimo 20S, riusciamo ad inquadrare un cielo nitido e dettagliato senza alcun tipo di movimentazione. Oltre i 20s l’occhio meccanico registra il movimento rotatorio della terra che dal nostro punto di vista questo movimento viene fatto dalle stelle. I tempi di scatto consigliati dipendono dalla reflex che si ha a disposizione, mezzo formato o full frame, che varia tra i 25s e i 30s. Oltre tale limite di tempo, è possibile usufruire della funzione “Bulb” che consente di personalizzare il tempo di esposizione se si superano quelli consentiti dall’impostazione manuale. Questa tecnica di fotografare oltre i 20 secondi genera un’effetto che si chiama “Star-trail“che è caratterizzato dalla scia delle stelle che a causa del suddetto tempo di scatto, si uniscono tra di loro formando dei vortici o scie luminose, per via del moto terrestre. E’ da precisare, che per una maggiore messa a fuoco dell’intero paesaggio, occorre chiudere il diaframma a circa f/8 a salire (in base al tipo di scatto che si ha nella mente). E’ possibile utilizzare anche obiettivi con apertura focale tra f1/4 e f1/8, con l’accortezza nel sapere che le ottiche luminose, se usate alla massima apertura, non hanno una nitidezza molto elevata agli angoli del fotogramma. A proposito di nitidezza, è sempre consigliato di scattare in formato Raw per non perdere la qualità.

A riguardo della luce con che ISO occorre scattare? E’ risaputo che più alto è l’ISO maggiore risulta l’esposizione artificiale rischiando di perdere la qualità. Pertanto è consigliato scattare con valori che vanno da 400 a 1000 ISO, affinchè il successivo lavoro di post-produzione tramite photoshop consente di elaborare con più facilità il materiale fotografico stellare raccolto.

Che composizione realizzare? Di norma si sceglie di fotografare solo il cielo o tutt’al più, per una scenografia più completa si può optare l’abbinamento del cielo al paesaggio, seguendo la regola dei 2/3 classica dei paesaggi. Il punto di scatto per una buona resa è fondamentale soprattutto se si usano gli obiettivi grandangolari perchè con questi, tutto appare più piccolo.

Come fotografare le stelle? Ve lo abbiamo illustrato e quindi possiamo dire che siete pronti per la vostra prima prova. Questo è un genere fotografico a dir poco fantascientifico caratterizzato dalla “caccia all’astro notturno”. Ciò che è impercettibile all’occhio nudo, attraverso la fotografia astronomica, sembra quasi di toccare le stelle con un dito, inebriando la vista plasmata ad uno sfondo celestiale.Si coglie l’occasione per ringraziare tutti i nostri amici lettori che seguono il nostro blog. Buoni scatti.

Volti del Marocco: la voce di Zakaria Elkerraoui (VIDEO)

Volti del Marocco: la voce di Zakaria Elkerraoui (VIDEO). Durante il mio viaggio in Marocco ho avuto l’opportunità di incontrare e conoscere diverse persone con mille storie diverse da raccontare e ho conosciuto un giovane ragazzo, diverso dalla maggior parte dei residenti che abbiamo incontrato. Il suo nome è Zakaria Elkerraoui, un giovane commerciante che gestisce i negozi ereditati dal padre, collocati in prossimità della piazza di Jemaa el fna della città di Marrakech, in Marocco.

Carmelo Mulone, Diego Scaglione e Denise Ricotta
Livio Facciponte

E’ opportuno specificare che nella Medina, da un confronto con la nostra cultura, sembra che il tempo si sia fermato ad un secolo fa, dove si vive di lavori artigianali, offrendo agli occhi dei visitatori, la loro maestria nel costruire utensili, pellami e tutto ciò che noi compriamo oggi già bello e pronto.

Zakaria Elkerraoui

Volete sapere come abbiamo incontrato Zakaria? Dopo le prime esperienze con gli abitanti di Marrakech, abbiamo notato che hanno un modo estremamente insistente di proporre i loro prodotti ai turisti. Ci chiamavano continuamente e se non ci voltavamo alzavano la voce gridando, alcuni di loro ci venivano a prendere invitandoci a leggere il menù del loro ristorante e a visitarlo. Con l’occasione abbiamo scoperto che queste figure sono pagate dai locali per fare ciò e hanno il nome di “butta dentro”, parlavano la nostra lingua, citavano i nostri detti, cantavano le nostre canzoni come degli attori durante la propria performance. Inizialmente faceva piacere e ci facevano sorridere, ma come tutte le cose dopo un pò, ci stancavano, costringendoci ad assumere un atteggiamento diffidente e serioso. Una sera, il presidente dell’ Ass. Cineworldcorporation, Livio Facciponte, andando in giro con i miei amici, Denise Ricotta e Diego Scaglione, cercava una una maglietta originale della squadra di calcio del Marocco, senza lasciarci sfuggire l’occasione per qualche scatto caratteristico, ci siamo imbattuti nel negozio di Zakaria. Quest’ultimo, con modi affabili e gentili, ci ha invitato a visitare il negozio senza insistere nel dover acquistare per forza qualcosa. Notando la sua buona conoscenza della lingua italiana, abbiamo cominciato a chiacchierare e tra una parola e l’altra, siamo entrati subito in sintonia, poichè abbiamo scoperto di avere qualcosa in comune, ovvero l’amore per la fotografia, Lui come modello e noi come fotografi. Volti del Marocco: la voce di Zakaria Elkerraoui (VIDEO). Senza svelarvi altro vi invito a vedere l’intervista fatta a Zakaria Elkerraoui. Buona visione

Reportage fotografico da viaggio: raccontare una storia

Reportage fotografico da viaggio: raccontare una storia. Viaggiare consente sempre di esplorare nuovi posti e di fare nuove conoscenze e raccontare i luoghi visitati è un’emozione che riaccende i ricordi. La fotografia è il linguaggio che consente di raccontare il viaggio, attraverso la raccolta di immagini, raccogliendone i dettagli. Questa raccolta consente di raccogliere una serie di scatti e quindi i momenti più salienti che colpiscono il cuore, creando il reportage fotografico di viaggio. Esso permette di vivere una doppia emozione poichè, rivedendo i luoghi passati, riaffiorano nella mente i momenti trascorsi nella meta prestabilita, ripercorrendoli lungo tutto il suo percorso come se il viaggiatore stesse viaggiando per la seconda volta, trasmettendo all’osservatore la stessa emozione vissuta in prima persona. A questo punto, sorge spontaneo chiedersi come si può creare il reportage fotografico da viaggio. Occorre però non confondere le fotografie da viaggio con il “Reportage fotografico in viaggio”, poichè nel primo caso si tratta di scattare foto, belle e intense da guardare. Nel secondo caso invece, lo scopo è quello di raccontare storie, dove i protagonisti possono essere persone, paesaggi. Fatta questa piccola precisazione, prima regola da seguire è la pianificazione della tappa scelta, studiandone la storia delle città e delle opere architettoniche che si intendono scattare e di conseguenza le usanze e le tradizioni delle popolazioni locali. Se si è alla prima esperienza documentaristica, potrebbe risultare utile visionare i reportage fotografici di altri fotografi per TRARRE spunto sulle modalità e sulle tecniche di scatto e i temi scelti. E’ da non dimenticare che sul luogo possono esservi annesse anche delle difficoltà, legate al probabile poco tempo a disposizione. E’ opportuno avere una buona dimestichezza con le tecniche di scatto inerenti a tutti i generi di fotografia, perchè il carpe diem è sacramentale: perso l’attimo, si è perso lo scatto. Se ad esempio nel vostro viaggio racconto, vi sono da effettuare scatti notturni, di conseguenza bisogna conoscerne la tecnica. Fatta la dovuta pianificazione, è utile conoscere la propria attrezzatura poichè consente al meglio di ottimizzare la narrazione della storia che si ha in mente, viaggiando senza inutili zavorre che potrebbero compromettere la buona riuscita del reportage. E’ opportuno avere con se teleobiettivi per scatti “tutto fare”. Nel reportage può rivelarsi importante la sperimentazione degli scatti, giocando anche con i giochi di luce, variando sia i punti che l’ora di scatto. Interessanti da scattare, che esprimono molto nel viaggio racconto, sono i ritratti (per i quali è consigliato usare per una migliore risoluzione gli obiettivi ad ottica fissa, 50 mm se si parla di una full frame o 35 mm se si usa una reflex mezzo-formato, con un’apertura del diaframma che arriva fino a 1/4, garantendo molta nitidezza). Il fotografo del reportage fotografico di viaggio, appostato come un cecchino per non perdere “l’attimo fuggente”, può incontrare nella realizzazione dello scatto qualche piccola difficoltà, se per esempio i soggetti sono le popolazioni musulmane che spesso sono restii ad esporsi al fotoamatore. In questi casi, occorre cercare di interagire, con educazione e con una certa simpatia col soggetto, ed è molto probabile che lo scatto che inizialmente sembrava perso, arrivi a voi in maniera inaspettata. Nello scatto risulta essere importante anche la composizione, dando libero sfogo alla propria fantasia e creatività. In soccorso potrebbe risultare la regola dei 2/3*. Questa consiste di suddividere l’inquadratura orizzontalmente e verticalmente in tre settori, spostando il soggetto in uno dei quadranti esterni. Qualora si abbia intenzione di effettuare una fotografia paesaggistica, la regola da rispettare è quella di mantenere la prospettiva con l’orizzonte perfettamente dritto e orizzontale. Può succedere che nella fase di scatto, la resa o l’inquadratura della fotografia non sia perfetta. Fortunatamente il supporto di photoshop è dietro l’angolo, garantendo così la produzione dello scatto immaginato che poteva sembrare andato perduto. Ad ogni modo, utilizzando le reflex, è SEMPRE consigliato usare il formato RAW per non perdere la qualità. Adesso, con questi piccoli accorgimenti, non resta che fare pratica, lasciando libero arbitrio alla vostra fantasia, immergendovi nel magico mondo della fotografia. Reportage fotografico da viaggio: raccontare una storia. L’universo magico, come binomio perfetto dell’amore per la vita, con la voglia di poter raccontare e trasmettere attraverso le vostre immagini, guardando con occhi, cuore e mente, il cosmo nella sua forma naturale. Buoni scatti.