Il fascino delle cascate di Ouzoud in Marocco.

Il fascino delle cascate di Ouzoud in Marocco. . Una superficie d’acqua alta 110 metri, sviluppata su tre livelli, forma le “Cascate di Ouzoud“, che sono le più grandi cascate del Nord Africa e le seconde del Marocco. Questa immensa distesa naturale incontaminata, distante circa 160 km da Marrakech, sorge in mezzo a colture di oliveti, carrubbi, fichi e mandorleti. Infatti, il suo nome deriva dal termine berbero ouzoud, che significa oliva e per la tradizione berbera, viene denominata come cascata dei mulini per via di una serie di mulini ad acqua che sorgono lungo il tragitto. Dalla sua massima altezza, si osserva una laguna naturale e per raggiungerla, è da percorrere un sentiero nel quale si ci può imbattere in incontri ravvicinati con i macachi berberi o bertuccia. Primati socievoli con l’uomo che emulano i sentimenti familiari attraverso incantevoli abbracci tra di loro. Durante la discesa verso la laguna, si percepisce sempre più un’atmosfera fresca e pulita, dove mente, occhi e cuore, assaporano la natura nella sua magnificenza. Caratteristica delle “Cascate di Ouzoud” è il formarsi dell’arcobaleno alla base della cascata stessa, dove i suoi colori si plasmano con il verde circostante.

Un effetto ottico naturale a dir poco celestiale. L’ospitalità marocchina, con il rispetto della sua cultura è sempre ineccepibile. Il sentirsi come a casa è un atmosfera calda e piacevole. Occorre precisare ancora una volta che è opportuno valorizzare posti incantati come quello suddetto, alimentando il turismo che è il fulcro del popolo marocchino, anche se purtroppo, episodi di cruda violenza si susseguono. Il mondo marocchino è estraneo agli attacchi di terrorismo avvenuti poco più di un mese fa, invocando il no al terrorismo. Attrazione ambita dal turismo è il giro con le imbarcazioni guidate dagli abitanti del luogo al di sotto delle cascate, sentendosi addosso la brezza dell’acqua che scorre. Il fascino delle cascate di Ouzoud in Marocco. Di seguito potete vedere un piccolo video, in compagnia di tre piccole simpaticissime amiche, realizzato da me con la collaborazione di Livio Facciponte, accompagnato in questo meraviglioso tour fotografico da Denise Ricotta e Diego Scaglione, per rendervi partecipi di questa meraviglia della natura. Buona visione.

Reportage: fotografia per uomini duri

Reportage: fotografia per uomini duri. Il fotografo è un narratore che utilizza come suo linguaggio, le immagini che raccoglie durante il suo viaggio, offrendo uno spaccato della vita reale. Così facendo, raccoglie una serie di informazioni che tecnicamente si chiama reportage fotografico. Il servizio fotografico che il fotografo crea, è un libro la cui narrazione avviene esclusivamente con le immagini. In questo modo, “L’artista dell’immagine” , racconta la storia che vede ritraendo una serie di eventi, tutti correlati tra di loro che hanno un’inizio ed una fine. Quindi, tecnicamente, il reportage fotografico racconta la verità (usando la ritrazione di fatti reali), sintetizzando la realtà caratterizzata dai fatti salienti e per far ciò in maniera lineare, di facile comprensione, oltre ad una preparazione tecnica di base, è fondamentale una pianificazione dettagliata su ciò che si vuole raccontare, poichè senza di esso, potrebbe venire meno l’impatto emotivo che si vuole trasmettere agli occhi dell’osservatore. Nel reportage fotografico, essenziali risultano essere la qualità delle fotografie e la tecnica usata. Come se fosse un testo narrativo, dove il titolo è il biglietto da visita, nel reportage fotografico è consigliato iniziare con uno degli scatti più importanti, affinchè invogli a leggere le altre immagini. Le singole foto devono rappresentare una chiave di lettura fluida ed emotiva sia se osservate singolarmente che esaminate nell’intero contesto, mantenendo sempre un filo logico. Numericamente parlando, un reportage che si rispetti deve contenere tra le 20 e le 40 fotografie.

Tecnicamente parlando, occorre avere una buona conoscenza dell’inquadratura e della composizione, dando sfoggio alla propria creatività marcando cosi il proprio tocco di personalità. Il reportage fotografico è una raccolta di immagini che a sua volta attinge a tanti generi di fotografia. Si devono avere degli spunti per ritrarre il soggetto desiderato. Non bisogna mai dimenticare che la fotografia è il mondo dove non ci sono limiti di pensiero e di espressione, che emula il mantra della creatività, pertanto la raccolta fotografica designata nella mente può avere diversi soggetti. Ad esempio se si decide di fotografare una persona, entreranno in gioco le tecniche del ritratto. Se invece la persona rientra in un contesto, allora si farà riferimento al genere dello street. Se i soggetti interessati sono i paesaggi, nel caso specifico, bisogna fare attenzione ai colori, alle linee, alle luci, alla profondità. In ogni caso, qualsiasi sia il soggetto da immortalare, non bisogna mai perdere di vista il dettaglio. In ultima analisi, prima di avviarsi alla realizzazione di questo impegnativo progetto che può durare anche anni, è opportuno che il reportage fotografico nasca dal desiderio di raccontare una storia basandosi su una serie di osservazioni:

  • Valutazione dell’argomento da raccontare, considerando la sua attualità e l’impatto sociale;
  • Prendere in esame un tema per il quale si ha una propria conoscenza;
  • Dare un senso logico, coerente (dove una foto sia l’anello di congiunzione tra la precedente e la successiva) e visivo al formato del reportage (dove per formato si intende la scelta di una rappresentazione orizzontale o verticale dell’immagine);
  • Partire da un senso cronologico della scelta delle fotografie;
  • Evitare le ripetizioni degli scatti.

Di reportage fotografici ne esistono diversi tipi ma qualsiasi sia il tema da raccontare, la fotografia rimane un modo di comunicare dove un’immagine vale più di mille parole. Reportage: fotografia per uomini duri. Il racconto del fotografo del suo viaggio da un punto di vista estremamente visivo ed emozionale.

La foto dell’immagine di copertina è stata fatta da Livio Facciponte a Halong Bay in Vietnam.

Cibo con marchio Bio: Verità o Inganno?

Cibo con marchio Bio: Verità o Inganno? Sarà il bio una moda o un intelligente piano per creare l’ennesima istigazione al consumo, di certo è diventato un vero e proprio marchio con tanto di etichetta e di centri specializzati alla vendita. Di certo il proposito è positivo perchè si promette al consumatore di fare un acquisto più “NATURALE” possibile, in cui si include un bene di consumo primario esente da ogni tipo di trattamento che possa includere sostanze nocive alla salute. Si sente parlare tanto di malattie che derivano dall’inquinamento o di quanto c’è di tossico nel cibo, non a caso tra tv e social si è quasi creata una vera e propria paura di massa. E’ proprio questo il nostro primo campanello di allarme. Non affrettiamoci a dare delle conclusioni ma analizziamo la realtà dei fatti con delle riflessioni: il cibo bio è veramente esente da trattamenti chimici? Il cibo bio in che tipo di terreno viene coltivato? Il cibo bio è legale?

Sono tre domande che portano a delle semplicissime risposte. Cominciamo a rispondere alla prima: 

A: Il cibo bio non può essere esente da trattamenti chimici, altrimenti sarebbe attaccato da vermi, avrebbe malformazioni genetiche dovute dall’inquinamento, non riuscirebbe a combattere inaspettati fenomeni meteorologici. E allora cosa si usa per proteggere tali alimenti? Si usano trattamenti derivati da prodotti naturali come le muffe, le protezioni meteorologiche sono sempre le stesse, cambia solo la frequenza con cui vengono svolti.

Passiamo alla seconda domanda:

B: Ad oggi sappiamo che non esistono coltivazioni su terreni al di fuori del pianeta terrestre, quindi se il pianeta è inquinato, se le acque reflue sono inquinate, se l’aria è inquinata, perchè il terreno non dovrebbe esserlo? Neanche possiamo affermare il fatto che esistono terreni incapsulati con depuratori speciali che abbiano la capacità di estrometterli dal pianeta terra. Le piante vivono per fotosintesi di conseguenza filtrano quell’aria che noi tutti respiriamo. Penso che con questo ho dato una risposta più che valida alla seconda domanda.

Passiamo alla terza ed ultima domanda che ci siamo posti:

C: I trattamenti chimici che fino adesso sono stati fatti nei campi, oltre ad essere stati effettuati con lo scopo di proteggere le colture, altresì hanno avuto il fine di ottenere le dovute certificazioni per rendere legale la vendibilità di un prodotto. Quindi se l’uso di sostanze nocive rende legale un prodotto, allora un vero e proprio cibo biologico dovrebbe essere tale se è illegale. Trovate qualche piccola contraddizione? Non c’è bisogno di scienziati per rispondere a quest’ultima domanda poichè la risposta è arrivata da sola.

In conclusione, a detta di molti, il cibo bio dovrebbe essere totalmente naturale, non trattato, quasi selvaggio, quindi con costi di produzione e di acquisto estremamente bassi. Allora se dovesse essere così, perchè di suo i costi sono elevati? Non sorge la domanda che il cibo bio sia una strategia di marketing? A voli la scelta. 

Questo articolo è stato redatto da un’idea della nostra lettrice Gracequeen che ringraziamo per la sua assidua lettura.

Marocco: Niente Isis solo bellezza (VIDEO)

Marocco: Niente Isis solo bellezza (VIDEO) .Ultimamente quando si parla degli stati dell’Africa Occidentale la prima cosa a cui si pensa è l’ISIS. Un gruppo di fanatici appartenenti alla religione islamica sta ormai terrorizzando tutto il mondo a causa delle uccisioni da loro commesse verso quelli che chiamano Infedeli, solo perchè non appartengono alla loro religione. Questo terrore di massa sta colpendo tante cose tra cui la più importante: Il turismo. Per la maggior parte di questi stati il turismo rappresenta la prima risorsa economica e se dovesse cessare tutto ciò andrebbero in rovina come sta accadendo in Egitto. Da poco un barbaro episodio è avvenuto in Marocco, alle pendici del monte Toukbal. In questo orribile episodio, sono state decapitate due giovanissime ragazze, sono state rapite e sgozzate barbaramente. Louisa Jespersen e Maren Ueland, rispettivamente Norvegese la prima e Danese la seconda.C’è da dire anche che gli stessi marocchini, sono totalmente estranei a questi orribili fatti.

Adesso vi racconterò del mio viaggio in Marocco. Da poco sono stato in questo stato meraviglioso e vi posso solo dire che è una nazione da vivere in mezzo le strade, a contatto con la gente, sempre con il dovuto rispetto per le loro tradizioni. Di seguito potete vedere un piccolo video che ho realizzato personalmente con l’aiuto di Livio Facciponte, che illustra la vita nella medina di Marrakech. Buona visione e alle prossime testimonianze.

Paesaggi a dir poco meravigliosi e città ricche di tradizioni affascinano chi sogna di andare a visitare questa parte dell’Africa. Insieme al Presidente Livio Facciponte e sotto l’accurata guida del Prof. Diego Scaglione e Denise Ricotta ho visitato le città imperiali di Fès, Marrakech, Meknes e sono stato alle cascate di Ouzoud. Sono le destinazioni più conosciute. Anche in queste città esistono i quartieri ricchi dove si ostenta il benessere ma ciò che è più caratteristico di queste città e ciò che è consigliato da vedere, è la “Medina”. La “Medina” o città antica è limitata all’esterno da grandi mura perimetrali. All’interno di queste si sviluppano una serie di vicoli, larghi poco di un metro per poi diramarsi su grande piazze. Lungo le viuzze, le quali all’inizio possono disorientare, si trova un grande via vai di persone e motocicli. Lungo queste vie sorgono abitazioni, attività commerciali di tutti i tipi: barbieri, meccanici, fabbri, tessitori e molto altro, tutto lungo la via. Più si ci addentra, più si va verso i “Souk”, che sono il cuore della città antica. Colori e odori tipici del luogo inebriano vista e olfatto. Bambini che corrono a destra e a manca, giocano con quello che possono, mostrando spesso il sorriso. Incontri con personaggi tipici sono dietro l’angolo, pronti a farsi scattare foto per qualche centesimo. Di certo gli “incontri” con i poveri dove veramente non hanno di che nutrirsi, sono continui. Nonostante ciò, l’ospitalità verso il turista è veramente elevata. Dalla semplice trattativa o informazione, può nascere anche un bel rapporto di conoscenza spontaneo senza chiedere nulla in cambio. Questo deve far capire che il turismo c’è e deve essere fomentato con fotografie e documentari. Viaggiare allarga la mente, gli orizzonti. Se si vedesse di più con gli occhi e con la mente, di sicuro certi pregiudizi sarebbero già superati. Ovviamente quando si viaggia, bisogna prestare sempre attenzione. Certamente quando si sentono le notizie tragiche degli attentati, fa riflettere e può scoraggiare. Contestualmente non bisogna vedere tutto nero dietro un annuncio. Sicuramente i media gonfiano ma si trasmette eccessiva negatività. Ascoltate le notizie, qualsiasi e se potete, verificate.

Come frequentare una donna single da tempo?

Come frequentare una donna single da tempo? Incontrare, conoscere e cominciare a frequentare una donna che interessa è indiscutibilmente un piacere immenso. Ma se il gentil sesso in questione è single da diverso tempo, probabilmente a causa di una delusione amorosa, l’approccio potrebbe risultare un pò più complicato per via di abitudini prese a causa dello “status da single”. Soprattutto all’inizio della frequentazione, per una propria “cautela”, potrebbe succedere che la donna possa mostrare in pubblico una certa freddezza, avendo una certa rimostranza nello scambiarsi dolci effusioni quali possano essere baci o abbracci, poichè è stata per diverso tempo da sola, scaturendo nell’uomo un certo imbarazzo. In questa circostanza, la pazienza fa da padrona all’uomo, nell’attesa che la donna prenda confidenza con la “nuova” vita di coppia. Ed in questo frangente entra favorevole all’uomo, la buona impressione da porre con le amiche dell’amata corteggiata, le quali precedentemente, avranno fatto le loro opportune considerazioni e che spesso e volentieri si trovano a spalleggiare l’amica. Altro punto a favore dell’uomo è la sua fermezza nel prendere le decisioni. L’indecisione o la troppa prudenza potrebbe creare, specialmente se la donna è single da diverso tempo, un freno nella frequentazione. Quest’ ultima può anche essere caratterizzata da momenti mutevoli dovuta ad una certa dose di lunaticità, nei quali si possono alternare attimi di riservatezza ad istanti di estrema allegria dovuti dal fatto che si sta entrando nell’ottica di non svolgere più momenti in solitudine ma in compagnia, comportando un cambiamento generale delle proprie abitudini giornaliere acquisite nella vita da single.

Cambiamenti che comunque si ripercuotono anche nella vita dell’uomo poichè si entra in un circolo di vita in due (dove le scelte da prendere hanno due opinioni e punti di vista differenti che possono coesistere attraverso una reciproco andare in contro alle esigenze altrui, sia che si parli di uomo e donna e viceversa, rispettandosi reciprocamente, scendendo a “compromessi costruttivi”). Una volta consolidata la frequentazione e trovato l’espediente comune per una normale e armoniosa vita di coppia, subentra la fase intima. In questa delicata fase, potrebbe succedere qualche volta di “inciampare” in fattori estetici non perfettamente inappuntabili. Succederà molto probabilmente che ai primi appuntamenti con l’amico eros, “l’amata corteggiata” possa mostrare dell’intimo poco sexy. L’abbigliamento e il sex appeal conta ma se la donna che state frequentando, sentite che sia quella giusta, non prestate troppa attenzione all’intimo che la vostra donna sta indossando: la strada che porta allo scoppiettante mondo dell’eros non ha ostacoli. Una volta consumato l’atto amoroso, ciò che vi aspetta è un meritato e soddisfacente riposo ma nel letto della donna single, abituata a non condividere il letto con nessuno, potrebbe momentaneamente offrirvi poco spazio. Se ciò accadesse non crucciatevi. Probabilmente questo piccolo spazio sarà condiviso come se foste una cosa sola. Come frequentare una donna single da tempo? Incontrare, conoscere una donna è un piacevole momento. Corteggiarla e appassionarla, sarà una “dolce impresa” ma una volta conquistata, donerà tutta se stessa.

Parte ufficialmente Fotografo 2019

Parte ufficialmente Fotografo 2019 . Per la quinta volta siamo lieti di annunciare l’avvio di questo fantastico progetto ideato dal presidente Livio Facciponte nel 2016, dedicato a tutti coloro che vogliono imparare l’arte della fotografia. I docenti che accompagneranno questa nuova classe di promettenti fotografi saranno Francesco Signorino e Diego Scaglione, fotoamatori pluriennali ed esperti delle arti digitali. I docenti saranno spalleggiati dal fotografo Carmelo Mulone, esperto di macrofotografia, naturalismo e paesaggistica e da Emilia Lupo fotografa di Palma di Montechiaro anche lei precedente alunna dei due docenti.

“NO ALL’INQUINAMENTO” sarà il tema di sperimentazione fotografica che verrà trattato durante le lezioni e che verrà posto come obiettivo fotografico a tutti gli aspiranti fotografi. L’inquinamento sarà il soggetto di tutte le realizzazioni scenografiche che faranno da scenario per la realizzazione di ogni singolo workshop.

L’evento avrà luogo a Canicattì presso i locali della su detta associazione e sarà strutturato in 17 appuntamenti nei quali si alterneranno la teoria sulle tecniche di scatto con i relativi studi di photoshop inerenti alla produzione e all’editing fotografico.

Le lezioni saranno suddivise in:

  1. DUE APPUNTAMENTI TEORICI in cui verranno impartite lezioni sull’uso della macchina fotografica, sull’interpretazione dello scatto e su tutta la strumentazione complementare che spazia dal sistema di illuminazione alla creazione totale di un vero e proprio set fotografico;
  2. SEI WORKSHOP FOTOGRAFICI che metteranno a dura prova la capacità tecnica e artistica di ogni singolo corsista. I workshop avranno come tema la lotta all’inquinamento spaziando da ambientazioni rurali e ricchi di tradizione ad ambientazioni surreali ricchi di effetti visivi. Questi saranno realizzati dallo scenografo dell’associazione Lillo Locastello, che da sempre è stato l’architetto di ogni opera scenografica.
    Il tutto sarà coadiuvato dallo stylist Alfio Abbodino che precedentemente si è occupato dello stile dei costumi e inoltre vi sarà la partecipazione di una modella professionista che sarà colei che poserà per gli allievi, interpretando i vari ruoli che faranno da soggetto per le magiche ambientazioni fotografiche realizzate. Ma i workshop non comprenderanno solo la realizzazione di opere in studio, infatti, si effettueranno delle escursioni che porteranno i cadetti a fare pure l’esperienza del fotoreporter e saranno ambientati in alcune zone della città di Canicattì che ne compongono il patrimonio storico e culturale. Ultimo e non di meno ci sarà la prova del nove che sarebbe quella di affidare il tema “NO ALL’INQUINAMENTO” nelle mani dei partecipanti che realizzeranno a loro scelta e a loro fantasia delle foto da esporre e sottoporre alla critica di un personale esperto di fronte ad un pubblico di visitatori.
  3. NOVE LEZIONI SULL’UTILIZZO DI ADOBE PHOTOSHOP. Questo è il programma più famoso di tutti i tempi che serve a editare e a ritoccare ogni genere di immagine fotografica. Accompagnati mano per mano dai docenti verranno effettuate delle lezioni in un’aula informatica con il materiale fotografico realizzato. Ogni allievo dovrà mettere mano al programma di montaggio che lo porterà alla realizzazione finita dei propri scatti pronti per la stampa.
  4. CREAZIONE DI UNA MOSTRA. Gli allievi dovranno preparare tutto il materiale fotografico accumulato durante lo svolgimento dell’intero master e dovranno realizzare una mostra aperta a tutti i visitatori interessati. Durante questa mostra interverrà un personale specializzato che esaminerà pubblicamente il materiale prodotto e consegnerà l’attestato di partecipazione ad ogni singolo fotografo.

Il master FOTOGRAFO 2019 è una realtà formativa che continua da anni ed è una esclusiva territoriale dell’associazione Cineworldcorporation di Canicattì, questo progetto è nato per coloro che amano il mondo della fotografia, inteso come mezzo di comunicazione, senza limiti di creatività in grado di diffondere profonde emozioni. Le iscrizioni sono ufficialmente aperte ed è previsto un numero massimo di 18 corsisti. Per info consultate il sito www.cineworldcorporation.it oppure chiamate ai seguenti numeri telefonici: 3807852624; 3282592440.

Cibi tradizionali: Le lenticchie

Cibi tradizionali: Le lenticchie. L’ultimo giorno dell’anno è alle porte e come vuole la tradizione natalizia per un buon augurio al nuovo anno, al tavolo dei commensali non possono mancare le lenticchie. Cibo tradizionale dalle piccole dimensioni ma di grande impatto nel mondo gastronomico. Alimento dal significato auguroso per i popoli Nomadi che trova la sua prima coltura in Egitto, esportando le lenticchie in Grecia e in Italia già dal 525 A.C. Un legume dal nome tecnico “Ervum lens” che appartiene alla famiglia delle leguminose e che prende il nome dalla forma a lente. Tutt’oggi, oltre a tradizioni di buon auspicio, in base alla cultura, le lenticchie trovano collegamento anche alla morte, come avviene nell’Ebraismo. Storicamente è da ricordare l’episodio di Esaù nel libro della Genesi nel quale “vendette” per un piatto di lenticchie il primogenito. E ancora oggi la tradizione Ebraica vuole che nei giorni di lutto, si consumino a tavola questi legumi proprio in ricordo della vicenda. Infatti simbolicamente “vendesi per un piatto di lenticchie”, ancora oggi è rivolto a coloro che si vendono per poco, mostrando un bassissimo valore rispetto a quello che danno in cambio. Storicamente i legumi in questione risultano essere tra i prodotti più importanti dell’agricoltura mediterranea, definendoli come cibo per i poveri essendo servito come minestra nei conventi, storicamente parlando. Un piatto dai costi bassi ma molto comuni per le loro qualità energetiche e apprezzato da tutti i ceti. Esistono diverse varietà di lenticchie ma le più pregiate provengono dalla coltivazione Italiana quali le lenticchie dei comuni di “Norcia”, di “Colfiorito“, di “Altamura“, di “Ustica“, di “Villalba“, di “Chiaramonte“, di “Gangi“, di “Marianopoli“, delle “Eolie”, di “Ventotene” e di “Mormanno”

Ma di quali proprietà godono questi piccoli legumi? Le lenticchie sono note per le loro peculiarità nutritive essendo ricche di proteine, carboidrati, fosforo, ferro (indicate per coloro i quali abbiano carenza di ferro) e vitamine del gruppo B. Altresì sono molto indicate nella prevenzione dell’arteriosclerosi poiché i pochi grassi in esse contenute sono di tipo insaturo. Le fibre che si ritrovano in questo ricco alimento sono molto importanti e utili per il buon funzionamento dell’apparato intestinale. Risultano utili anche per il controllo del colesterolo. Ancora, contenendo gli isoflavoni che sono sostanze le quali consentono di tenere “pulito” l’organismo. E’ consigliato di consumarle in quanto le loro proprietà antiossidanti agiscono positivamente sugli aspetti inquinanti a cui si è soggetto. I piccolo legumi lenticolari risultano essere ricchi anche di tiamina, utile per migliorare i processi di memorizzazione. Inoltre la presenza consistente della “Vitamina PP o Niacina” consente che funga da equilibratore del sistema nervoso, con azione antidepressiva e antipsicotica. Assieme alle tante qualità benefiche per l’organismo umano, a detta degli esperti, le lenticchie risultano essere controindicate agli individui che soffrono di iperuricemia. Cibi tradizionali: Le lenticchie. Alimento dai basti costi di acquisto ma dall’elevato numero di benefici, cucinato e gustato anche come segno di buon augurio. La redazione dell’associazione culturale Cineworldcorporation e il gruppo fotografico siciliano di Fotoart Sicilia di Canicattì, con i relativi Staff, ringraziano tutti i lettori e tutti coloro i quali che seguono le attività dei su detti gruppi, augurando loro un felice e sereno anno. Buon 2019 e alle prossime attività.

Fotografia: come fotografare i quadri.

Fotografia: come fotografare i quadri. Fotografare quadri significa riprodurre l’arte attraverso un’opera fotografica. Riprodurre fotograficamente un quadro non è per niente semplice poichè lo scopo di questa branca della fotografia ancora poco diffusa, è quello di riprodurre fedelmente nei suoi dettagli il quadro preso come soggetto. Per effettuare scatti di questa tipologia, è consigliato avere una buona conoscenza dell’arte stessa non chè una padronanza approfondita delle tecniche di scatto. Per prima cosa è consigliato porre il quadro verticalmente e apporlo all’esterno, , senza esporlo direttamente alla luce, preferendo una zona in penombra affinchè si possa usufruire dei contrasti. Qualora sia difficile usare la luce naturale, è ipotizzabile l’utilizzo della luce artificiale tramite i fasti posti con un orientamento di 45 gradi, con l’integrazione dei diffusori a parabola, garantendo così un’esposizione alla luce continua e uniforme. Si può decidere di scattare a mano libera o tutt’al più con il tre piedi, per evitare il micro-mosso con un tempo di scatto pari a due secondi, ponendo la digitale alla stessa altezza del quadro per puntare l’obiettivo (preferibilmente da usare l’obiettivo ad ottica fissa) al centro del quadro, riprendendolo per intero. Avendo il quadro una superficie piatta, andrebbe bene un’apertura del diaframma che oscilla tra f 5,6 e f 8.

Occorre evitare di riprendere la cornice a meno che essa non faccia parte del quadro stesso. In ogni caso è da declinare l’uso del flash in quanto questo può comportare dei fastidiosi riflessi, i quali possono crearsi anche a causa del tipo della pittura usata. Un quadro non deve essere mai fotografato quando è protetto dal vetro o da qualsiasi altro materiale protettivo. Per eliminare le rifrazioni che comunque potrebbero comunque sorgere, che distolgono la resa della riproduzione della tela o del supporto presi in considerazione, sarebbe opportuno correggere il bilanciamento del bianco e porre a torno all’obiettivo un fondo nero di cartone opaco, riducendo notevolmente il riflesso. Se il materiale dello sfondo della tela dovesse rivelarsi troppo lucido, per risaltare l’opera in tutte le sue forme, facendo un richiamo alle tecniche del “Ritratto” e dello “Still life“. Una volta effettuati gli scatti, la post-produzione tramite photoshop può subentrare in aiuto per ottimizzare i contrasti. Fotografia: come fotografare i quadri. Qualsiasi sia la tipologia di scatti che si vogliano effettuare conta sempre la pratica e la voglia di provare e provare. La riproduzione di opere d’arte attraverso la “visione fotografica”.

Fotografia “Still life” e le tecniche di scatto

Fotografia” Still life” e le tecniche di scatto. Un genere di fotografia che si sta diffondendo sempre più è quello dello Still life. Questa tipologia di scatto è molto ambita a livello commerciale e ai fini artistici, emulando “La natura morta” della pittura diffusasi intorno al XVII secolo, avendo come soggetti prodotti inanimati. Per lo più la scelta dei soggetti ricade sul cibo di vario genere, (ricollegandosi alla “Food Photograpy“) ma poichè lo Still life è usato principalmente ai fini pubblicitari, le figure scattate sono prodotti di vario genere e di uso quotidiano. Proprio per questo motivo, lo Still life, potrebbe essere inteso come “Product Photograpy” o “Fotografia di prodotto”, essendo i prodotti stessi, i principali protagonisti di questo lavoro fotografico.

Fotografia di Garreth Paul

Nonostante la staticità dei soggetti presi in considerazione faccia presupporre una semplicità nello scatto, per effettuare questa branca della fotografia, occorre avere una buona conoscenza della luce, delle ombre e dello sfondo che a loro volta sono le caratteristiche principali dello Still life, mettendo in risalto attraverso un gioco di luci ed ombre le loro forme. Prima di andare a parlare della tecnica nel dettaglio, occorre allestire un buon set scenografico utilizzando un tavolo da lavoro affinchè, il fotoamatore o il professionista che sia, possa dar “vita” al prodotto interessato. Di conseguenza, lo sfondo deve essere adeguato alla valorizzazione del prodotto scelto, optando su uno scenario che non distragga l’attenzione dai soggetti. Sulla base di ciò, è da attenzionare la scelta dei colori, atti a valorizzare il soggetto, sulla base di sfondi monocromatici o molto semplici. Le scelte da prendere per il realizzo di una buona scenografia, altresì, vanno prese in considerazione dalle dimensioni e dalla scelta dei materiali, verificandone la reazione alla luce. Ad esempio, usufruendo della carta, questa assorbe in maniera diversa rispetto a quelli in plastica. Fatto ciò, occorre optare sulle luci che possono essere sia naturali che artificiali e in quest’ultimo caso, possono essere usati sia i flash che i fari a luce continua. Una volta scelto il tipo di luce, è interessante creare un gioco di luci e di ombre affinchè sia evidenziato l’oggetto. La scelta in bianco e nero è un’opzione che esalta il prodotto avendo la capacità d attirare l’occhio dell’osservatore su esso stesso. Altra accortezza, è l’utilizzo della retroilluminazione negli oggetti in vetro o in plastica. Questa tecnica, che va scelta di volta in volta, comporta nel decidere se porre la fonte di luce direttamente dietro al soggetto, in modo tale che lo attraversi, oppure se lasciare che la luce colpisca il fondale del set, per poi direzionarsi verso l’oggetto. Da non sottovalutare è la composizione utile per la valorizzazione dell’oggetto. A ciò è consigliata la pulizia di quest’ultimo, onde evitare una brutta presentazione. In ultima analisi, come in ogni genere di fotografia, occorre effettuare molta pratica correlandola a tocchi di creatività. Fotografia “Still life” e le tecniche di scatto. Una realtà fotografica con lo scopo di dare “vita” agli oggetti.

Dizione carismatica 2018: Conclusioni di Gaetano Ricotta (VIDEO)

Dizione carismatica 2018: Le conclusioni di Gaetano Ricotta. Si è da poco concluso “Dizione carismatica 2018” e come ospite dell’ultimo appuntamento dello speciale, condotto da Carmelo Mulone, dedicato al suddetto corso, abbiamo in studio Gaetano Ricotta. Il maestro Ricotta è stato il tutor di “Dizione Carismatica 2018”, l’ultimo progetto presentato dall’ Associazione culturale Cineworldcorporation di Canicattì, presieduta da Livio Facciponte. Il sopraddetto master, è stato magistralmente guidato dal maestro Lino Moretti di Roma e il fatto che questo progetto sia stato un successo è la prova tangibile che gli obiettivi sono raggiungibili con il crederci e lo spirito di sacrificio. “Dizione carismatica” è nato per coloro i  quali hanno avuto la voglia di mettersi in gioco, lavorando su stessi, per raggiungere i limiti e superarli, non mancando mai di umiltà, trasmettendo profonde emozioni che possono essere capite solo vivendo progetti come quello appena trascorso. Pertanto e’ doveroso esprimere un caloroso grazie a chi ha dato la possibilità di poter raggiungere questo ulteriore traguardo, a cominciare dai corsisti, tutti, il maestro Moretti e l’intero staff della Cineworld, che con molta professionalità e senso del dovere ha portato a termine un’opera che ha segnato un momento indimenticabile per la vita di ogni singolo partecipante.  Senza svelarvi ulteriori dettagli, vi invitiamo a seguire l’intervista con “Le conclusioni di Gaetano Ricotta”. Guardate il video e ai prossimi progetti “marchiati” Cineworldcorporation.