Canicattì: Letture d’estate con “La bottega delle illusioni”

Canicattì: Letture d’estate con “La bottega delle illusioni”. Nella serata odierna, presso il Centro Culturale S. Domenico, è stata presentata l’ultima opera letteraria dello scrittore e giornalista Igor Cipollina. Il testo dal titolo “La bottega delle illusioni” (Editore Sette Chiavi) è un giallo molto coinvolgente, dove il termine illusione lascia intendere, con estrema semplicità e chiarezza, quello che l’autore vuole narrare. L’evento è stato organizzato dall’associazione culturale Athena, con il patrocinio del comune, che nel periodo estivo ha avviato un percorso fatto di diversi incontri culturali.

Canicattì: Letture d'estate con "La bottega delle illusioni"

Cosa descrive, l’autore, con questo testo? Il testo parla di un ragioniere, trovato sgozzato in una bottega adibita a parrucchieria. Successo il fatto, Iniziano le indagini ma la colpa su chi ricade? Non possiamo aggiungere altro perchè non vogliamo togliervi il piacere della lettura ma possiamo dirvi che, come dice lo scrittore per l’ultima sua fatica letteraria, sarà un viaggio nel tempo, per raccontare i luoghi in cui nulla è come appare.

Canicattì: Letture d'estate con "La bottega delle illusioni"

Come ha reagito il popolo canicattinese a questa iniziativa? Il pubblico, ancora una volta, è accorso numeroso dimostrando un grande interesse verso le manifestazioni culturali, fatte di momenti di condivisione e aggregazione. L’amministrazione comunale, è stata rappresentata dagli assessori: Massimo Muratore, Gioachino Asti e Giuseppe corsello.

Canicattì: Letture d'estate con "La bottega delle illusioni"

Uva: caratteristiche e proprietà

Uva: caratteristiche e proprietà. Le origini dell’uva sono molto antiche e in base alle civiltà in cui era coltivata, veniva consumata o, addirittura, usata come oggetto ornamentale. Infatti, la storia tramanda che nelle tavole aristocratiche dell’antica Roma, il succo dei suoi acini era prelibato e per la sua dolcezza, era considerata come la frutta del piacere. Invece, nell’antica Grecia, il grappolo d’uva veniva usato come oggetto ornamentale riponendolo sui capi delle ninfee, degli dei e degli eroi. È doveroso ricordare anche che il grappolo d’uva, nel corso della storia, è stato spesso l’oggetto di diverse opere artistiche e come allora, oggi è soggetto di molte opere fotografiche. In Italia, la diffusione di questo nettare degli dei, comincia a diffondersi dopo il 1860, anno che afferma L’Unità del bel paese. In questo periodo si comincia a distinguere i tipi di uva destinati alla produzione del vino da quelli usati per il consumo gastronomico. Nel nostro paese, dopo la prima guerra mondiale, trova enorme consenso come uva da tavola, facendo dell’Italia stessa come uno principali produttori al mondo, soprattutto nelle zone del sud, dominando il mercato europeo insieme alla Francia e alla Spagna. 

Uva: caratteristiche e proprietà
Fotografia di Filippo Passarello.

Quale è il nome da cui deriva e come è formata? Questo dolce prodotto è il frutto della pianta chiamata Vitis vinifera (meglio conosciuta con il nome di vite) e appartiene alla famiglia delle Vitacee. Il grappolo è composto da un insieme di bacche (o acini) conosciuti anche come chicchi. Non è facile trovare un collocamento storico in merito alla sua produzione ma alcune fonti rivelano che sia riconducibile a 60milioni di anni fa. Si dice che il primo esemplare di vite sia stato prodotto tra l’Asia occidentale, l’Europa e l’Africa settentrionale. La vite è un arbusto rampicante che ha un andamento ondulatorio ed è composto da pochissime ramificazioni. I rami sono grigi o marroni, in base all’età della pianta. Le foglie, chiamate in botanica pampini, sono picciolate e lisce, con un lembo che, a sua volta, può essere intero, trilobato o pentalobato (tre o cinque lobi) e si sviluppano in base al porta innesto. Durante la primavera, il colore è verde mentre con l’arrivo dell’autunno, a causa della perdita della clorofilla, diventano gialle e poi rosse. I fiori, invece, inizialmente sono raggruppati in infiorescenza e assumono la forma di una pannocchia. Successivamente assumono una forma piccola e di colore verde, ramificato in asse laterali. Il suo frutto, quindi l’uva, altro non è che una bacca dal colore variabile in base alla specie. Tuttavia, il colore stesso acino d’uva dipende non solo dalla specie ma anche dalle condizioni climatiche e dall’esposizione al sole, essendo la vite una pianta eliofila (appunto che deve essere esposta al sole). Infine, la buccia, chiamata cuticola è verdastra e sottile. 

Uva: caratteristiche e proprietà
Fotografia di Tommaso Latina.

Ci sono altri dettagli che occorre sapere sugli acini? Questi sono raggruppati in grappoli che possono essere diversi per peso e dimensioni e hanno una forma conica, piramidale o cilindrica, tutto in funzione della varietà. Il rametto del grappolo si chiama raspo o rachide e si ramifica su diversi pedicelli o racimoli. Inoltre, gli acini, al loro interno possono contenere alcuni semini. L’assenza dei semini al loro interno è una caratteristica di alcune varietà come quella sultanina

Quali sono le specie di uva? Esistono circa 8000 varietà di cui solo una piccola parte ( si stima 1600 unità) sono coltivate in zone temperate. Tra queste, la più diffusa per la qualità dei suoi frutti, è senz’altro la sopra citata Vitis vinifera. E’ divisa in due specie: Vitis vinifera silvestris o boschiva ( presenta in Europa da millenni) e la Vitis vinifera sativa che è quella più coltivata al mondo. La Vitis labrusca, anche se è una varietà tipica dell’America, è ugualmente coltivata in Italia come uva da tavola. Per quanto riguarda l’uva usata per la produzione del vino, la buccia è più spessa caratterizza da una polpa molto succosa è tenera. Tra queste, troviamo l’uva bianca, quella nera e quella rossa. La prima ha un colore dorato dovuto alla presenza dei flavoni. La nera è scura perché nella composizione chimica su trovano gli antocianosidi. In ultimo ma non meno importante, quella rossa assume questo colore per la presenza dei pigmenti antocianosidi negli acini. 

Uva: caratteristiche e proprietà
Fotografia di Franco Sciacchitano.

Quali sono le sue proprietà nutrizionali? Ha numerose proprietà ed oltre essere un ottimo alimento, l’uva viene impiegata anche nel settore fitoterapico e cosmetico. È dissetante, purificante e nutriente e data la sua dolcezza, è sconsigliato il consumo a chi soffre di diabete. Inoltre, a causa della cospicua presenza di cellulosa, non è facilmente digeribile per i bambini al di sotto dei 4 anni. Viene utilizzato per curare e alleviare la presenza di emorroidi e per l’insufficienza venosa delle gambe. Ancora, viene impiegato nei casi di flebite e per i disturbi derivanti dalla menopausa. Anche le foglie, se usate correttamente (sempre e comunque sotto la guida di un esperto), possono essere un ottimo rimedio naturale. Infatti, gli anti cianosi di presenti in esse, servono ad aumentare la resistenza dei capillari. Inoltre, la presenza dei Proantocianidoli rafforzano l’attività angioprottettiva (ossia la capacità di proteggere i neuroni dai processi neurodegenerativi). Anche la radice della vite consente di curare alcuni problemi. Questa contiene il resveratolo che è una sostanza atta a prevenire le malattie cardiovascolari perché migliora la fluidità del sangue, oltre ad avere proprietà antinfiammatorie. Sono presenti anche: 

  • i polifenoli che contribuiscono a mantenere elastica la pelle. 
  • I sai minerali sono diuretici e servono per la formazione dell’emoglobina per stimolare la secrezione della bile e favorire la digestione. 

Infine, il nettare di bacco è anche lassativo e depurativo e consente di ridurre il colesterolo cattivo favorendo l’innalzamento di quello buono. Tra gli estratti, occorre ricordare il succo d’uva purché sia bevuto fresco, favorisce la digestione. 

Uva: caratteristiche e proprietà, variegato nei colori in base alla varietà, dolce e succoso per un palato attento al gusto prelibato.

L’immagine di copertina è stata realizzata da Filippo Passarello.

Colibrì: caratteristiche e simbologie

Colibrì: caratteristiche e simbologie. Questi uccellini, tecnicamente chiamati col nome di Trochilidae, sono i più piccoli al mondo e sono originari del continente americano. Esistono più di 330 specie e fanno parte della famiglia Apodiformes. Prima della diffusione delle api in Europa, sono stati per i fiori, i principali impollinatori.

Quali sono le sue caratteristiche? La specie più piccola si chiama Mellisuga Helenae e ha una lunghezza di 5,7 cm con un peso pari a circa 1,6grammi. Quella più grande si chiama Patagona gigas, con una misura pari a 21 cm ed un peso di circa 20 grammi. Invece, la specie più comune che è presente nel Nord America, si chiama Archilochus colubris e misura quasi 8 cm con un peso di circa 3 grammi. In media, i colibrì possono vivere fino a 15 anni e nelle stagioni fredde migrano nelle zone più calde. La caratteristica principale del colibrì è quella dei colori molto forti e accesi delle sue piume che si ritrovano per lo più nelle specie maschili. Negli esemplari femmina, i colori sono meno sgargianti ma comunque belli da osservare. La caratteristica di questi colori, come si può pensare, non dipende dai pigmenti presenti nelle piume ma dai raggi del sole che diffondendosi sul loro corpo, creano degli effetti cromatici. Questa particolarità conferisce ai colibrì la capacità di mimetizzarsi con l’ambiente circostante per sfuggire dai predatori, primi tra tutti i serpenti. Un altro elemento distintivo che determina le differenze tra le varie specie è il becco (che può essere usato anche come arma di difesa). Per la tipologia di quest’ultimo troviamo le seguenti specie: 

  • Ensifera ensifera conosciuto come colibrì spada che ha il becco lungo quasi quanto il corpo. 
  • Ramphomicron microrhinchum che ha un becco ricurvo ( come la specie Eutoxeres) lungo 5mm.
  • La specie Avocettula Recurvirostris ha, invece il becco curvato verso l’alto. 
Colibrì: caratteristiche e simbologie

Proprio la peculiarità del becco consente ad ogni specie di colibrì di andare a prelevare il nettare da specifici fiori che, a loro volta, hanno un tubo a forma di corona che, durante la fase dell’ impollinazione consente di adattarsi l’uno all’altro e viceversa. 

Quali sono le altre sue caratteristiche? Alcuni si nutrono di insetti e devono mangiare tutto il giorno per avere la giusta dose di energia. Tuttavia a causa della pioggia, fenomeno atmosferico per il quale molti fiori si chiudono, la maggior parte dei colibrì si nutrono di meno e quando la pioggia risulta essere incessante, muoiono per mancanza di cibo. Durante la notte il colibrì si riposa e per risparmiare energia, aumenta il proprio metabolismo abbassando la temperatura corporea di circa 8/10 gradi. A proposito del suo volo, il colibrì, ha un battito d’ali molto veloce ed è l’unico che può andare anche indietro. L’uccellino dalle piume colorate vive in diverse zone, sia nel deserto che in zone fredde oltre alle foreste pluviali e diverse zone umide. Infine, per quanto riguarda la sua riproduzione, il colibrì produce in due giorni, due uova. Una volta nati, i piccoli vengono nutriti per circa 4 settimane dalla madre, almeno 140 volte, di nettare e insetti. Spesso i piccoli vengono lasciati incustoditi diventando facile preda di rapaci, gatti e serpenti. 

Cosa ha rappresentato per gli antichi popoli? È un migratore ed è in grado di percorrere notevoli distanze e durante i suoi tragitti, altrettanti ostacoli, ragion per cui è considerato come il simbolo della perseveranza e del coraggio. Per le popolazioni americane, la storia narra che il Trohilidae incarnasse uno spirito in grado di aiutare le persone in difficoltà. Sempre per le civiltà americane, per il suo volo tanto veloce quanto aggressivo, rappresentasse l’incarnazione del Dio Sole e dei guerrieri morti in battaglia. Invece, il popolo azteco, per la forte venerazione nei confronti di questo uccellino, costruirono un tempio in suo onore. Ancora, per gli Hopi, poiché era in grado di far germogliare le piante, era, contestualmente capace di preservare l’umanità dalla fame. Inoltre, poiché è sempre alla ricerca del nettare, in passato auspicava che l’uomo riuscisse a vivere con leggerezza cogliendo solo le cose belle che la vita potesse offrire. Con un battito di ali che varia da 10/15 a 80/90 battiti al secondo e con un movimento delle ali che disegna il segno di infinito, invita ad accogliere il nuovo per il vecchio indicando un ciclo di vita eterno. Inoltre, le tradizioni narrano che se si arriva a sognare il colibrì o quest’ultimo “prova” una simpatia per un individuo, significa che è uno spirito guida che invita a dedicarsi alla coltura delle piante a scopo terapeutico. Non a caso, nei momenti di tristezza, si dice che l’uccellino dalle piume colorate ricorda che i desideri possono essere realizzati se si vive con coraggio e mantenendo uno spirito positivo. 

Colibrì: caratteristiche e simbologie di un essere tanto piccolo quanto suggestivo per la bellezza dei suoi colori. Ammirare la natura è anche questo e conoscerla serve a preservarla.

L’immagine di copertina è stata realizzata dal fotografo Sandro Argenti.

Tecnica fotografica: come realizzare il primo piano di un ritratto

Tecnica fotografica: come realizzare il primo piano di un ritratto. Realizzare un ritratto è “l’obiettivo” principale che qualsiasi fotografo vuole raggiungere. Si dice che lo sguardo è il ritratto dell’anima e in questo genere fotografico, mettere a fuoco gli occhi è il primo passo da fare per riuscire ad ottenere un scatto d’autore. Il primo piano è un’inquadratura che può essere applicata anche nella fotografia di prodotto, nella fotografia architettonica, nel ritratto animale e nella macrofotografia. Nel caso specifico in cui il soggetto sia una persona, prima di vedere nel dettaglio quale è la tecnica corretta che serve a realizzare un primo piano, è doveroso precisare che esistono altre forme di inquadratura. Di seguito vediamo quali. 

Tecnica fotografica: come realizzare il primo piano di un ritratto
Fotografia di Henk Veldhuizen.
  • Figura intera (PI);
  • Piano Americano (PA) dove l’inquadratura parte da metà coscia in su e questa è l’inquadratura usata per fotografare due o più soggetti, dando loro una certa libertà di espressione e movimento. 
  • Piano Medio (PM) o mezzo busto, in cui il soggetto viene fotografato dalla vita in su. In questo caso, è più stretta sul soggetto e che garantisce al soggetto una certa libertà del movimento
  • Primissimo Piano (PPP) dove la parte ad essere fotografata è un dettaglio del soggetto come ad esempio gli occhi. 
  • Primo Piano (PP) che consiste nel riprendere il viso fino alle spalle. 
Tecnica fotografica: come realizzare il primo piano di un ritratto
Fotografia di Dino Bonasso.

Perché realizzare un primo piano? Serve a descrivere un’emozione e raccontarla, in grado di raggiungere gli occhi dell’osservatore, utilizzando le espressioni del viso. In questo tipo di inquadratura, è fondamentale trovare la giusta sintonia con il soggetto (chiunque egli sia e può essere adulto o piccino, gentil sesso o uomo) e trovare la giusta empatia, consente di evitare che le foto risultino banali. Occorre cercare di mettere a proprio agio il vostro partner per rendere tutto più semplice e allo stesso tempo divertente. In ultimo ma non meno importante, si consiglia di rivedere il lavoro svolto durante le fasi dello scatto dato che si è a tu per tu con il soggetto ed esiste la possibilità di ripetere lo scatto. Ciò serve ad evitare di trovare sgradite sorprese in fase di post-produzione

Tecnica fotografica: come realizzare il primo piano di un ritratto
Fotografia di Sara Amadori.

Come realizzare quest’inquadratura? Uno scatto d’autore, per definirsi tale, a volte, ha bisogno non solo del soggetto ma anche di uno sfondo particolare. In alcuni casi, la scelta di uno sfondo rispetto ad un altro, può fare la differenza e affinché ciò accada, occorre trovare il corretto bilanciamento tra soggetto e sfondo stesso, anche attraverso una corretta composizione. Ad esempio, con l’ausilio di un obiettivo zoom è possibile regolare le dimensioni dello sfondo senza alterare quelle del soggetto aumentando la distanza dallo sfondo stesso. Ciò può succedere anche regolando l’altezza dello scatto. In base al punto di vista dal quale si decide di fotografare, è possibile “regolare” le loro distanze, evidenziando più o meno i dettagli, tutto in funzione della fotografia da realizzare. 

Tecnica fotografica: come realizzare il primo piano di un ritratto
Fotografia di Maurizio Scianni.

Quali sono gli altri fattori da considerare? Un altro elemento da non sottovalutare è l’illuminazione che varia da scatto a scatto. Di seguito vediamo quali sono:

  • Luce d’effetto (kicker light) che deve essere più potente della luce principale con la quale va abbinata. È da usare principalmente con uno sfondo scuro perché da tridimensionalità alla composizione delineando i contorni del soggetto. Più è angolata è migliore sarà il contrasto tra luci ed ombre. 
  • Luce di sfondo ( background light) che viene utilizzata per fotografare i soggetti scuri su sfondi scuri dando tridimensionalità alla foto. 
  • Luce frontale che serve a NON evidenziare imperfezioni della pelle e si ottiene posizionando la luce principale di fronte al soggetto pista leggermente in alto, per distribuire in maniera uniforme le ombre su entrambi i lati. Inoltre, puntandola dall’alto verso il basso, si ottiene la luce cinematografica che serve a riprodurre un effetto molto naturale. 
  • Luce loop che si ottiene impostando la luce principale abbassandola di 45 grado rispetto al soggetto per creare delle ombre dando tridimensionalità al soggetto senza stravolgere i suoi lineamenti. 
  • Effetto Rembrandt (che si basa su uno sfondo chiaro scuro caratterizzato dal contrasto di luci ed ombre ed è una tecnica riprodotta nel Ritratto e nello Still life, dando all’immagine un effetto tridimensionale).
Tecnica fotografica: come realizzare il primo piano di un ritratto
Fotografia di Franco Cresto.

La posa è importante? Certamente,  soprattutto nel caso in cui si vuole trasmettere qualcosa. Far muovere il soggetto, dandogli libertà di movimento è importante poiché consente di cogliere determinati aspetti che una posa fin troppo statica non valorizzerebbe. In questi casi, NON bisogna dimenticare che la posa del soggetto deve essere il più naturale possibile e durante la fase dello scatto, la schiena e le spalle devono essere rilassate, evitando varie ed eventuali curvature che possono rovinare l’effetto finale. In questi casi si può fare avvicinare il modello all’obiettivo della reflex, (cogliendo la spontaneità dell’espressione) oppure farlo appoggiare al muro, o ancora farlo sedere facendo tenere sempre la postura adatta. 

Tecnica fotografica: come realizzare il primo piano di un ritratto
Fotografia di Manoy Yadav.

Come impostare la macchina fotografica? È sempre consigliato scattare in formato RAW al fine di facilitare eventuali correzioni in fase di post-produzione con l’aiuto di Photoshop. Per lo più si tratta di ritratti al chiuso e per questo, in base all’intensità delle luci complementari e al tipo di scatto da realizzare, è opportuno impostare i valori dell’ISO su valori non superiori ad 800 (in base anche al tipo di macchina fotografica con la quale si realizza il servizio). È normale che inferiore sarà l’ISO è migliore sarà la qualità della fotografia. Valore che comunque deve essere rapportato in funzione del diaframma f e dei tempi di scatto s. Se invece si decide di realizzare un servizio all’aperto, si consiglia di farlo nelle prime ore del mattino o nel tardi pomeriggio per avere a disposizione la giusta luminosità. Il diaframma, può essere più o meno aperto, con valori da f/3,5 a f/8. Più è aperto e più lo sfondo sarà sfocato, creando l’effetto Boke (che consente di concentrarsi sul soggetto, sfuocando lo sfondo). Infine, come tempi di scatto, generalmente si può optare da 1/80 a salire fino ad un valore di 1/320, sempre in funzione della luce che si ha a disposizione e se il soggetto si muove o meno ( più il tempo è veloce, minore sarà la luce).

Tecnica fotografica: come realizzare il primo piano di un ritratto
Fotografia di Abhilin Kundu.

Quale obiettivo usare? È possibile usare il grandangolo ma senza aprire troppo il diaframma f (troppo aperto deforma il soggetto). È possibile usare un teleobiettivo che consente di scattare da più lontano con il quale si può decidere di ritrarre il volto soggetto con o senza sfondo e che può essere diviso in:

  • 24/120 (tutto fare) per le full frame;
  • 18/105, 18/140 per le mezze formato.

Per avere una migliore qualità è possibile usare anche gli obiettivi a lente fissa che a loro volta si suddividono in:

  • 85 mm e 50 mm per le pieno formato;
  • 35 mm le APS-C.
Tecnica fotografica: come realizzare il primo piano di un ritratto
Fotografia di Threeelements

In ultimo ma non meno importante, è possibile utilizzare anche l’obiettivo macro che consente di ottenere un’elevata nitidezza dell’immagine. Attenzione ad usarli perché servono a risaltare i dettagli ed è possibile evidenziare i difetti della pelle. Questi tipi di obiettivi si dividono in:

  • 40 mm per le mezze formato;
  • 85mm e 105 mm per le full frame.

Realizzare il primo piano di un ritratto occorre molta pratica ma quando si decide di fotografare con il cuore, con l’immagine ben definita nella mente, si è prossimi a realizzare uno scatto d’autore perchè è la propria anima che si esprime attraverso il soggetto. Buona luce.

L’immagine di copertina è stata realizzata dal fotografo Henk Veldhuizen.

Ficus carica: il frutto simbolo dell’abbondanza e della fertilità

Ficus carica: il frutto simbolo dell’abbondanza e della fertilità. Oggi, questo frutto è conosciuto con il nome di fico ma ha origini molto antiche, ritenendo che sia originario dell’Asia Minore. È una pianta xerofila perchè per vivere, ha bisogno di un clima caldo e temperato e per la sua coltura, è preferito un terreno argilloso e sabbioso. Infatti, se la temperatura arriva sotto i 10  gradi, c’è il rischio che muoia. Di seguito potete vedere le caratteristiche di questo particolare frutto colmo di tantissimi semini.

Quando nasce e come è formata la pianta del Ficus Carica? Per la facilità della sua produzione, sembra che sia stata la prima pianta ad essere coltivata dall’uomo nella Mezzaluna Fertile 11000 anni fa e che, grazie al popolo dell’antica Roma che lo avrebbe diffuso nel Mediterraneo, oggi la pianta del fico viene prodotta in Spagna, Turchia e in Italia. L’albero del Ficus Carica appartiene alla famiglia delle Moracee ed è una specie arborea. Di questa specie, a sua volta, esistono due varietà: la pianta domestica chiamata Ficus Carica Sativa ( fico vero o femmina) e quella selvatica chiamata Ficus Carica Caprificus (pianta maschio). Generalmente hanno un’altezza che varia da 6 a 10 m. La corteccia del tronco è ruvida e grigia ed è ricoperta da squame verdastre. Le foglie sono verdi e grandi e presentano o 3 lobi (trilobate) o 5 (pentalibate). In base al periodo della fioritura i fichi si dividono in:

  • Fioroni o primaticci che maturano tra giugno e luglio;
  • Forniti che maturano tra agosto e settembre;
  • Tardivi che si trovano in autunno.
Ficus carica: il frutto simbolo dell’abbondanza e della fertilità
Fotografia di Tommaso Latina.

Tuttavia, il fico è considerato come un falso frutto perché è un siconio ovvero un’infruttescenza carnosa e dolce, dalla buccia dal colore vario. All’interno si trovano i fiori di dimensioni piccolissime. Il vero frutto è l’acheno (semini) piccolissimo nelle dimensioni e presente in una grande quantità (circa 600), caratterizzato da una polpa molto dolce. Il fico può essere consumato sia fresco, appena raccolto che essiccato. In questa fase, che è molto usata nel sud Italia, è un’ottima tecnica di conservazione del frutto e una volta raccolto, lo si deve fare essiccare al sole, con l’aiuto di alcuni trattamenti naturali o chimici.

Perché viene identificato come simbolo dell’abbondanza e della fertilità? Dai tempi dei popoli della Grecia classica, questo frutto è stato molto apprezzato per il suo sapore dolce e per le sue proprietà nutrizionali (che vedrete in seguito), oltre che essere considerato come simbolo dell’abbondanza e della fertilità. Addirittura si narra (ma non vi è certezza alcuna) che nel giardino dell’Eden, fosse il frutto proibito mangiato da Adamo ed Eva perché una volta compiuto il misfatto, si coprirono intrecciando foglie di fico. Nella mitologia greca , si dice che Gea (la dea della primordiale della terra), per sfuggire da Giove, si nascose tra i fitti rami di un albero di fico creato apposta dal figlio titano Siceo. Ancora, Platone, era consumatore del frutto secco ed il suo consumo veniva usato per curare la balbuzie nei bambini. Anche nell’antica Roma, l’albero di fico, come l’Ulivo e la vite, era considerato sacro. Oltre ad essere la pianta delle origini della città di Roma, il frutto del fico veniva consumato come antipasto condito con sale e aceto. Inoltre, l’accostamento al fattore afrodisiaco proviene dal fatto che secondo la scuola Medica Salernitana, il ficus provocasse lo stimolo venereo anche a coloro i quali non fossero predisposti. Infatti la medicina tradizionale vedeva che i semini, 600 in tutto, prosperassero la fertilità durante la luna crescente, momento in cui le coppie che non potevano avere figli, ponevano sotto i cuscini i fiori di questo frutto.

Quali sono le sue proprietà nutrizionali? Nell’antichità, in mancanza dello zucchero, il consumo di questo dolcissimo frutto, garantiva un alto fabbisogno energetico. Per questo motivo, la storia narra che Plinio il Vecchio, suggerisse ai giovani di nutrirsene. Platone, invece, che fosse utile a rinvigorire la mente. Oggi, il fico, per le sue capacità nutrizionali e per le sue proprietà benefiche, viene usato nella fitoterapia, poichè contiene carboidrati, fibre, proteine, sali minerali, potassio, ferro e vitamine antiossidanti. Inoltre, essendo ricco di zucchero, di fibre, di vitamine e di sali minerali quali il calcio ed il ferro, favorisce la digestione e permette di aiutare a curare la raucedine ed il catarro. Inoltre, contiene le seguenti proprietà: emollienti ed espettoranti; rimineralizzanti, bechiche ( per alleviare la tosse); disinfettanti e antinfiammatorie per il cavo orale; il lattice (ricavato dai frutti acerbi) serve ad attenuare il dolore in caso di puntura da insetto, oltre a curare i porri e le verruche (da usare solo sulle parti interessate, perchè come controindicazione può irritare la parte di pelle sana).

Quali sono invece le controindicazioni? Non ne esistono alcune in particolare ( ma è sempre rivolgersi ad un esperto), è sconsigliato l’abuso a chi soffre di diabete o a chi problemi di insulina, per l’eccessiva presenza dei sopracitati zuccheri. Inoltre, poiché la presenza di ossalati è elevata, si consiglia di non abusarne per evitare la formazione di calcoli o a chi ha problemi di reni e cistifellea. Inoltre, in passato, si è pensato che il consumo del fico fosse adatto a favorire l’abbronzatura ma utilizzando il lattice sulla cute prima dell’esposizione al sole, può risultare irritante per la pelle, incombendo anche in ustioni gravi.  Infine, in alcuni soggetti, il semplice contatto con le foglie può risultare urticante. In questo caso si consiglia di sciacquare la pelle con dell’acqua fresca e stare all’ombra per qualche ora.

Ficus carica: il frutto simbolo dell’abbondanza e della fertilità, dolce e carico di semini per intensificare il gusto “rinvigorendo” gli intensi attimi di intimità.

L’immagine di copertina è stata realizzata dal fotografo Tommaso Latina.

Tecnica fotografica: come realizzare l’effetto Silhouette

Tecnica fotografica: come realizzare l’effetto Silhouette. La luce è l’elemento fondamentale che consente la riuscita di una fotografia e, di norma, durante la fase dello scatto è preferibile che si trovi alle spalle del soggetto o di lato. Tuttavia, decidendo di fotografare controluce (anche se tecnicamente è scorretto) è possibile creare un effetto molto particolare, chiamato Silhouette. In questo caso, si parla di una tecnica che riguarda la composizione fotografica e l’illuminazione. Il soggetto (persone, animali o cose), viene posto su uno sfondo molto luminoso e l’immagine che viene proiettata sulla scenografia è una sagoma nera. Trovandosi in ombra, il soggetto non ha una consistenza, non ha un colore e non ha una forma tridimensionale. Bensì, deve essere rappresentato nella sua forma bidimensionale fotografandolo dal punto di vista più adatto per evidenziare la sua forma attraverso le linee della sagoma.

Tecnica fotografica: come realizzare l’effetto Silhouette
Fotografia di RajaniR Photography.

Quale è l’origine della parola Silhouette e quale è il suo significato? Nasce in Francia nella seconda metà del XVII secolo e viene utilizzato, ancora prima della nascita della fotografia, per indicare una forma di ritratto che serve a disegnare i contorni del viso, come se fosse un’ombra. L’aneddoto dell’ etimologia di questo termine è curioso oltre che simpatico. Il motivo è presto detto. Secondo la tradizione francese, la parola di questa tecnica, viene associata al nome di un ministro francese, Etienne de Silhouette che aveva il compito di tutelare le finanze del Re Luigi XV, famoso per condurre una vita sfarzosa ed eccessivamente dispendiosa. Un giorno, Il ministro, sotto consiglio della Marchesa Madame De Pompadour, decise di farsi fare un ritratto ed essendo famoso per essere un attento risparmiatore, si fece disegnare solo le linee del suo viso. Le forme di questa tipologia di scatto, sono così semplici e “povere” allo stesso tempo, che oggi con l’uso di questo vocabolo, serve ad indicare l’essenzialità di una forma perfetta. 

Tecnica fotografica: come realizzare l’effetto Silhouette
Fotografia di Stefano Fantauzzi.

Come deve essere realizzata una Silhouette perfetta? Nella sostanza, esistono solo forme e preferibilmente, devono essere nette e ben definite. Possono essere scure o molto scure. Nel caso in cui si decide di ritrarre la Silhouette di una persona, è consigliato che questa indossi dei vestiti attillati al fine di definire le forme (al contrario, con dei vestiti meno stretti, è possibile ottenere forme poco definite) e fotografandola di profilo, si ha la possibilità di riuscire a realizzarne una perfetta. Se le persone sono più di una, per garantire una migliore definizione dei soggetti presenti nella composizione, occorre fotografarli separatamente affinché l’occhio dell’osservatore riesca chiaramente a distinguerli. Come le persone, è possibile fotografare gli oggetti come gli alberi ad esempio. Inoltre, è possibile realizzare anche la Silhouette Skyline, ovvero il ritratto geometrico dei palazzi.

Tecnica fotografica: come realizzare l’effetto Silhouette
Fotografia di Daniele Miano.

Come realizzare questa tecnica? Come detto precedentemente, il ruolo della luce è fondamentale. È possibile realizzare una buona Silhouette sia con la luce naturale che con quella artificiale. Nel primo caso, per definire al meglio la sagoma del soggetto, è consigliato fotografare o all’alba o al tramonto, dove il sole è basso e può essere facilmente coperto dal soggetto. Invece, nel caso in cui si è costretti ad usare la luce artificiale come negli scatti in studio, si consiglia di “puntare” una luce molto forte sullo sfondo (chiaro) in modo che venga proiettata la sagoma scura del soggetto. Per dare un tocco particolare in più, è possibile usare dei gel colorati. In questo caso il soggetto sarà sotto esposto e si otterranno le linee di contorno. Di contro, la luce sul soggetto deve essere molto debole. Un altro metodo è quello di lavorare sul Bracketing dell’esposizione che consente di scattare più foto con diverse esposizioni. Dato che il soggetto è scuro, per riprenderlo più facilmente senza sforzare troppo il sensore della reflex, si consiglia di usare la messa a fuoco manuale.

Tecnica fotografica: come realizzare l’effetto Silhouette
Fotografia di Reynold Al’Aidid Van Gobel (Nyong).

Come impostare la reflex? Si può fotografare sia in modalità automatica che in quella manuale. Nel primo caso, non bisogna puntare direttamente sul sole ma sul cielo. Interagendo sul tasto AE-L e premendo leggermente sul tasto dello scatto, si blocca l’esposizione e la messa a fuoco, consentendo di fotografare senza che i valori impostati cambino se variala luce sulla scena. Successivamente occorre inquadrare la scenografia in modo tale che il soggetto predomini su tutta l’aria interessata. Invece, fotografando in modalità manuale, consente di avere il controllo su tutte le funzioni e i rispettivi parametri. Ovviamente occorre mantenere il valore degli ISO bassi, con valori compresi tra 100 e 400 ed un diaframma f più o meno chiuso, con valori compresi tra f/8 ( valore in cui è possibile ridurre l’aberrazione cromatica che si può creare fotografando controluce) ed f/11 per avere una maggiore profondità di campo e nitidezza dell’intera scenografia, mettendo il soggetto sempre in primo piano. Come tempi di scatto, il valore ideale sarebbe compreso tra 1/125 ed 1/250 (se il soggetto è fermo o è in movimento). Ovviamente si consiglia di fare sempre le prove pratiche sul campo, smanettando con la vostra reflex. In ultimo ma non meno importante è la composizione e in questo caso, è consigliato usare la Regola dei Terzi. Successivamente, in fase di Post-produzione, il valido supporto del programma di Photoshop, consente di apporre alcune modifiche come ridurre o aumentare il contrasto o altri effetti ancora. È sempre questione di sperimentare e dedicare il giusto tempo alle cose.

Tecnica fotografica: come realizzare l’effetto Silhouette
Fotografia di Nicola Vaiana.

Realizzare una Silhouette significa lasciarsi guidare dalla creatività per definire e dare forma a ciò che la propria immaginazione ritrae. Buona luce.

L’immagine di copertina è stata realizzata da RajanirR Photograpy.

Tecnica fotografica: come realizzare degli scatti glamour

Tecnica fotografica: come realizzare degli scatti glamour. Prima di entrare nel dettaglio su come realizzare questo genere fotografico, occorre evidenziare alcuni particolari del termine Glamour. L’etimologia di questa parola è di origini scozzesi ed è l’alterazione del termine gramarye che, a sua volta, è una derivazione della parola inglese grammar e che tradotto dal latino medievale, significa magia. Nel corso del tempo, la parola Glamour è stata associata anche a tutto ciò che è attraente come il lusso, la ricchezza e l’esclusività. E’ risaputo che questo vocabolo è sinonimo di fascino e da sempre, è stato associato al mondo femminile per indicarne la sua bellezza, nella purezza e nella delicatezza delle sue forme, attraverso gli sguardi seducenti e degli atteggiamenti del soggetto, caratterizzato da pose ben lontane dallo sfondo erotico. Poiché tende a risaltare il fascino del soggetto, principalmente nella sua bellezza fisica, il Glamour è un genere che può essere richiamato anche nella Fotografia di Moda (con lo scopo però, di pubblicizzare e vendere il prodotto grazie alla presenza del fascino femminile). Non a caso, sia i professionisti che i fotoamatori sono affascinati dal genere Glamour. Di seguito, trovate dei consigli per riprodurre il fascino femminile.

Tecnica fotografica: come realizzare degli scatti glamour
Fotografia di Stefano Fantauzzi.

Cosa necessità per realizzare una fotografia Glamour? La donna, essere dolce e delicato, ha bisogno di sentirsi a proprio agio e al sicuro. Sicurezza che deve essere trasmessa sia dal fotografo che dal luogo scelto. Nel caso del set fotografico, che sia in un luogo al chiuso, come lo studio fotografico, o che sia all’aperto come ad esempio un rudere, la modella deve sentirsi come a casa propria, avendo a sua disposizione lo spazio necessario per prepararsi e lavorare con serenità. Catturare la giusta espressione, è la chiave per riuscire in questo genere fotografico e per fare ciò, il fotografo, mantenendo un profilo altamente professionale, deve avere le idee chiare di ciò che vuole ricreare, trasmettendo fiducia e tranquillità. Rompere il ghiaccio, consente al fotografo di instaurare con il soggetto, un “gioco” in cui gli sguardi, i gesti del corpo, delle mani e le pose permettono alla modella di esprimersi nel miglior modo possibile, per evitare di realizzare immagini banali e che possano risultare volgari. La scelta di una buona base musicale, ad esempio, può aiutare la modella a sciogliersi e riuscire a “strappare” un sorriso per trasmettere intense emozioni

Tecnica fotografica: come realizzare degli scatti glamour
Fotografia di Natasha Attard.

Quanto sono importanti il trucco e l’acconciatura? Non bisogna essere precipitosi nel fotografare. I dettagli fanno sempre la differenza ed in questa fase, il trucco ha la sua importanza. Poiché vengono messi in primo piano il viso e il corpo della modella, il make up permette di coprire eventuali imperfezioni della pelle e, contestualmente, esaltare le parti più belle della modella. Un difetto ricorrente ma che non dipende da un’imperfezione della pelle, è l’abbronzatura (per questo motivo, se non si può farne a meno, si sconsiglia di svolgere questi scatti durante l’estate). Per correggere questo difetto visivo, occorre adoperare dei fondo tinta adatto o dei fard specifici per rendere uniforme il colore della pelle. Anche l’acconciatura ha la sua importanza poiché consente di correggere “geometricamente” il volto. Ad esempio, per un viso tondo, è opportuno far scendere i capelli sui lati, lasciando la fronte scoperta.

Tecnica fotografica: come realizzare degli scatti glamour
Fotografia di Girolamo Mauro.

Che tipo di attrezzatura si consiglia di usare? Per quanto riguarda gli obiettivi, trattandosi di ritratto, si effettueranno degli scatti che riguardano il primo piano, il primissimo piano e la figura intera. Il grandangolare lo si può usare purchè non si apra al massimo la focale (per evitare lo storpiamento dell’immagine). Pertanto si consiglia di usare gli obiettivi con lente fissa che si dividono in:

  • 35mm per le mezze formato;
  • Per le reflex pieno formato, esistono il 105 mm (per il primissimo piano); 85mm per il primo piano; 50mm per la figura intera.
Tecnica fotografica: come realizzare degli scatti glamour
Fotografia di Antonino Ingrande.

Per esaltare il fascino femminile, il lavoro che svolge l’obiettivo meccanico, viene compensato da una corretta luminosità del set fotografico. “Giocando con le luci e le ombre, è possibile effettuare degli scatti interessanti. Ovviamente, se si decide di fotografare all’esterno, si sconsiglia di scattare durante le ore centrali della giornata. Per quanto riguarda le foto da realizzare al chiuso, esistono in commercio diversi tipi di fari che è opportuno usare utilizzando degli accessori come le parabole (per concentrare o diffondere la luce), gli ombrelli per attenuare i contrasti e ammorbidire la luce sul soggetto. Nella maggior parte dei casi, vengono utilizzate 4 luci che si suddividono in luce principale, luce d’effetto, luce di riempimento e di sfondo. La luce principale, a sua volta, si divide in:

Tecnica fotografica: come realizzare degli scatti glamour
Fotografia di Orazio Minnella.
  • Luce frontale che produce ombre nette sullo sfondo;
  • Luce morbida proiettata con un’inclinazione del 45%, dall’alto verso il basso che ne accentua la sensualità;
  • L’effetto controluce che offre lucentezza ai capelli, disegnando il contorno della figura.

La luce d’effetto, serve ad evidenziare il profilo del soggetto; quella di riempimento permette di evidenziare i dettagli nelle zone d’ombra. Infine, quella di sfondo, serve a risaltare alcuni particolari.

Tecnica fotografica: come realizzare degli scatti glamour
Fotografia di Fabio Arnone.

Tecnica fotografica: come realizzare degli scatti Glamour. Durante la fase di scatto, dove si consiglia sempre di scattare nel formato RAW al fine di agevolare la fase di montaggio a Photoshop, non esiste uno schema ben definito per realizzare uno scatto d’autore. Alla base vigono creatività e sperimentazione, correlata ad una giusta inquadratura per donare armonia al particolare da scattare perché fotografare la sensualità femminile significa ammirare con delicatezza la sua intimità più profonda.

L’immagine di copertina è stata realizzata da Stefano Fantauzzi.

Dopo il workshop al castello di Mazzarino è arrivata la fine per VISIONI 2023

Giorno 08/06/2023, presso “L’Istituto Comprensivo Mazzarino”, si è concluso il progetto “Visioni 2023”, creato e diretto da Livio Facciponte ed eseguito dalla Creaworldcom. In questo quarto ed ultimo incontro, i bambini, insieme alle insegnanti Maria Ianni’, Catena Pistone e allo staff della CWC, hanno ricevuto gli attestati di partecipazione, vidimati direttamente dal M.I.M. Il corpo docenti dell’Istituto comprensivo Mazzarino, presieduto dalla Dott.ssa Concetta Rita Cardamone, è rimasto estremamente soddisfatto del percorso didattico realizzato, rimarcando l’importanza della valorizzazione del territorio. Nel caso specifico, il laboratorio fotografico ha avuto lo scopo di valorizzare il Castello di Mazzarino evidenziando, sia il contesto architettonico che quello paesaggistico, in cui esso si trova. Un altro obiettivo è stato quello di insegnare ai bambini l’importanza della comunicazione attraverso la fotografia, introducendo il corretto utilizzo dei social per evitare di creare problemi nocivi alla salute mentale.

Come si è svolto questo incontro conclusivo? “Raccogliere i risultati degli obiettivi raggiunti, permette di trovare ulteriori stimoli per creare nuove idee e realizzare nuovi progetti”. Con queste parole, l’esperto Livio Facciponte, ha voluto concludere questo breve ma intenso percorso didattico, ringraziando personalmente coloro che hanno reso possibile tutto ciò. Dopo il breve intervento, avvenuto nell’atrio della scuola, sono stati consegnati gli attestati di partecipazione e sono state realizzate le foto di rito. 

Come si è svolto il workshop fotografico al castello di Mazzarino? Il 23/05/2023, è stato il giorno in cui gli alunni di Visioni 2023, hanno dovuto affrontate la prova decisiva di questo progetto. Il set fotografico è stato ambientato tra le antica mura di origini medievali del Castello di Mazzarino, chiamato “U Cannuni” che si trova a circa 600 metri di altezza, vicino al centro storico. La lezione è stata suddivisa in tre parti:

  • Nella prima fase sono stati trattati i cenni storici della struttura;
  • Nella seconda fase, i bambini, guidati da Carmelo Mulone e Giovanni Marino hanno effettuato un sopralluogo del set fotografico per individuare i punti da cui scattare e i particolari da ritrarre.
  • Nell’ultima fase, gli alunni, suddivisi a gruppi di due e con un tempo a disposizione di 15 minuti, hanno dovuto inquadrare e mettere a fuoco i particolari dell’opera architettonica. Da quanto si evince dalle fotografie, l’obiettivo, è stato centrato in pieno poiché la giornata ha consentito, ai piccoli fotografi, di studiare stando a stretto contatto con l’ambiente circostante per conoscere un pezzo di storia della propria terra e per esprimere la propria “visione”.

 Gaetano Ricotta, quali sono le sue impressioni di questo progetto? “Non ho altre parole da aggiungere se non quelle espresse dalle immagini che siamo riusciti a raccogliere. Visioni 2023, per noi della CWC, è solo l’inizio di un nuovo percorso, utile a valorizzare il territorio in cui viviamo. Colgo l’occasione per ringraziare la persona che ci ha permesso di avvicinarci a questo territorio, ovvero la docente Sonia Martines, nostra allieva della penultima edizione di Fotografo. Voglia salutarvi, ringraziandovi per essere sempre numerosi nel seguire le nostre imprese, garantendovi di tornare con altri progetti interessanti”.

Fotoart Italia: Clicca e scopri i vincitori della selezione da Gennaio a Maggio 2023

In questo articolo di giornale, pubblicheremo le foto più belle che sono state selezionate nei mesi di Gennaio, Febbraio, Marzo, Aprile e Maggio 2023 del famoso gruppo Facebook di contenuti fotografici, denominato Fotoart Italia. Dal 2018 ad oggi, espone le immagini di tutti i fotografi che hanno deciso di farne parte. Questo gruppo è un progetto portato avanti dall’associazione Crea World Com di Canicattì ed è nato per valorizzare le opere fotografiche stesse e per incentivare il confronto tra gli artisti pubblicanti. Ad oggi, Fotoart, è una vetrina mondiale perchè, nonostante si chiami “Italia”, è frequentato da iscritti provenienti da tutte le parti del mondo.

BANNER INTERNET FOTOART ITALIA 2020

Come vengono dati i riconoscimenti in Fotoart?

  1.  CONGRATULATIONS indica l’apprezzamento base della fotografia che viene conferito in base al punto di vista di ogni amministratore.
  2. GOLD AWARD indica l’apprezzamento massimo. Al raggiungimento di tre GOLD AWARD, la foto, viene selezionata come foto del mese. 
  3. GOOD WORK è un riconoscimento che gli amministratori si attribuiscono tra di loro per il fatto che essendo i responsabili dl gruppo, in caso di pubblicazione delle loro opere fotografiche, non possono partecipare alle selezioni.

Vi presentiamo i vincitori Di Gennaio, Febbraio, Marzo, Aprile e Maggio 2023

Abhilin Kundu
Cesare Bracciali
Dino Bonasso
Henk Veldhuizen
Ettore Simonetti
Luigi Curti
Luz María Medina Aldazaba
Pavel Mureddosky
Sandro Argenti
Anna Melis
Debasish Dey
Stack of forest wood,Lindau, Germany.
Kenny Stappers Mezarina
Fotosbyserena
Luigi Parisi
Manoj Yadav
Piero Masullo
TaSi Photography
Antonio Treccarichi
Francesco Radosta
Domenico Galati
Maurizio Grasso
Giovanni Paolini
Gio Amico
Marco Mandolini
Roberto Rampinelli
Rohit Saha
Tommaso Latina

Da chi è amministrato Fotoart Italia?

  1. Livio Facciponte, fotoamatore e presidente della Crea World Com;
  2. Francesco Signorino, docente di fotografia, anch’egli coinvolto nelle iniziative della Crea World;
  3. Lorenza Contrino, modella e  fotografa autodidatta;
  4. Carmelo Mulone socio della Crea World e redattore di questo blog;
  5. Fuad Sarker, fotoreporter da anni. 
  6. Enzo Mongitore, fotoamatore di paesaggistica;
  7. Marco Bertazzoni, fotoamatore di street e paesaggistica;
Livio Facciponte
Fuad Sarker
Francesco Signorino
Enzo Mongitore
Lorenza Contrino
Marco Bertazzoni
Carmelo Mulone

Vuoi Iscriverti A Fotoart Italia?

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Visioni 2023: il nuovo progetto della Creaworld all’istituto comprensivo di Mazzarino

Dopo anni di progetti formativi, socio-culturali, ieri 11/05/2023, la Creaworldcom di Canicattì ha dato il via al primo progetto formativo, accreditato dal M.I.M., dal titolo: VISIONI 2023. Il percorso didattico è stato creato da Livio Facciponte, nominato esperto, e appartiene al piano formativo denominato: “La bellezza salverà il mondo, laboratorio fotografico e pittorico, scuole aperte laboratori di crescita”. L’istituto comprensivo Mazzarino, diretto dalla Dott.ssa Concetta Rita Cardamone, si trasformerà in un laboratorio fotografico, permettendo agli alunni di affacciarsi al magico mondo della fotografia.

Qual’è la missione di “Visioni 2023”? Consiste nel realizzare un reportage fotografico sul castello di Mazzarino e riuscirlo a contestualizzare nell’ambiente naturale in cui esso è inserito. I generi che verranno trattati saranno architettura e valorizzazione dell’ambiente. Chiaramente prima di arrivare a realizzare tale missione, i ragazzi del laboratorio, seguiranno un percorso didattico sulle tecniche fotografiche, in concatenazione con delle prove pratiche in aula, che vanno dall’uso del corpo macchina, all’impostazione delle luci. Un’altra missione di “Visioni 2023” è quella di riuscire ad inculcare, ai giovani allievi, l’importanza della fotografia nel mondo dei social, ricordando loro che un uso errato di questi mezzi, di comunicazione, può essere altamente nocivo per la salute mentale. Tutto ciò, chiaramente, sotto l’ègida dello staff della Cwc.

Come è strutturato il programma? Nella giornata di ieri, 11/05/2023, è stato presentato agli alunni lo staff tecnico ed è stata fatta una breve introduzione sulla fotografia, passando dalla teoria alla pratica tramite delle simulazioni in studio, dove gli allievi hanno potuto effettuare i loro primi scatti con un set simulato. La lezione del 12/05/2023, prevede un workshop fotografico tra architettura ed ambiente, realizzato al Castello di Mazzarino, dove i bambini, seguiti dallo staff, dovranno realizzare delle immagini aventi come soggetto un particolare architettonico, risaltando la sua posizione nel contesto naturale. Nella giornata del 23/05/2023, verranno elaborate le fotografie per poter realizzare dei servizi, contenenti le note e il miglior scatto di ogni autore. Nell’ultimo appuntamento, quello del 25/05/2023, verrà allestita una mostra fotografica per nell’istituto e verranno distribuiti, agli alunni, gli attestati di partecipazione.

Da chi è composto lo staff? Livio Facciponte, per tutto il percorso didattico, ricoprirà la figura di esperto. Carmelo Mulone sarà il giornalista che dovrà curare tutti i servizi che serviranno a documentare il progetto, curando anche il backstage. Giovanni Marino, fotografo cerimonialista, avrà il compito di seguire gli allievi durante le fasi di scatto del workshop e di visionare le fotografie realizzate, per essere poi distribuite nella mostra conclusiva. realizzati dai neo fotografi. Durante le lezioni, i docenti esperti Maria Iannì e Catena Pistone, assisteranno le lezioni ricoprendo le figure di esperti interni.

Come è nata l’idea di realizzare questo progetto? Il sasso è stato lanciato dall’Architetto Sonia Martines di Canicattì, docente del sopra citato istituto, che in passato ha avuto la possibilità di poter conoscere personalmente le capacità organizzative dello staff della CWC, e rimanendo entusiasta del loro operato, ha proposto loro di presentarlo. Vi informeremo dei prossimi aggiornamenti.